Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera

F1, salta il protocollo: alcuni piloti e team principal a casa?

Si richiamano Ferrari e Red Bull per un saluto di Vettel a un amico Red Bull, ma poi si abbassano le mascherine nei box quando la tv non riprende. Alcuni hanno lasciato i team e sono andati a casa: faranno un tampone per tornare.

Lando Norris, McLaren MCL35, sulla griglia di partenza

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

La Formula 1 è il mondo in cui l’immagine conta quanto la sostanza. Il primo Gran Premio dopo il COVID-19 si è disputato regolarmente e chi era in Austria ha vissuto un weekend molto insolito con le tribune desolatamente vuote e il distanziamento sociale nel paddock.

Ma parlando con diverse persone che erano nel paddock, la sensazione è che la “bolla” in cui la F1 dovrebbe vivere per tre settimane si è già… sgonfiata e conta solo quello che si vede in televisione e non quanto accade effettivamente al Red Bull Ring.

Premettendo che non va assolutamente abbassata la guardia a difesa dal virus che non è stato affatto sconfitto, ma solo isolato, è giusto segnalare che i protocolli di sicurezza studiati dalla FIA dall’equipe del dottor Saillant e dagli esperti virologi sono stati molto, forse troppo, restrittivi

L’effetto è che conta più l’apparenza della sostanza: in alcuni box erano giù le mascherine quando non c’erano telecamere che non riprendevano e su le mascherine non appena la luce rossa della diretta si accendeva. Per i meccanici intervenire sulle monoposto con le protezioni è una vera tortura che riduce sensibilmente i tempi di lavorazione e la capacità di stare concentrati.

In proiezione di altre due gare in quindici giorni il tema è di grande attualità e va analizzato con attenzione, in modo da capire quale possa essere il modo giusto per allentare le maglie senza precludere la sicurezza di chi opera nel paddock.

È stato molto scenico il richiamo che la FIA ha fatto a Ferrari e Red Bull per l’incontro nel paddock che è stato trasmesso in diretta mondiale fra Sebastian Vettel e un amico del team di Milton Keynes. Un esempio che ha testimoniato come sia naturale che esponenti di “bolle” diverse posano avere incroci fortuiti per quanto fugaci e brevi.

Ma c’è un aspetto che è ancora più curioso: dopo il GP la maggioranza di piloti e team principal non se ne sono tornati con gli altri esponenti della loro “bolla” in albergo dove dovrebbero restare confinati fino a giovedì prossimo quando l’autodromo del Red Bull Ring riaprirà per il GP della Stiria.

No, ciascuno ha preso la via di casa e tornerà nel paddock giovedì riaggregandosi alla “bolla” dopo essersi sottoposti a un tampone. Non c’è niente di strano, anzi si tratta di scelte logiche perché i team principal dirigono aziende di centinaia di persone e non possono restare confinati a Spielberg come prevedevano i piani iniziali.

Ci vuole ragionevolezza, senza essere più realisti del re, ma senza nemmeno tirare i remi in barca mettendo a repentaglio la sicurezza di una collettività che avrebbe la forza di riportare il virus in ogni angolo del mondo…

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Horner: "Il contatto con Albon? Lewis deve farsi delle domande"
Articolo successivo Alla Red Bull convinti di poter battere le Mercedes

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera