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Rueda: "Leclerc in gara con gomme soft troppo fredde"

Nell'ormai abituale appuntamento del dopo gara, il capo degli strateghi della Ferrari, Iñaki Rueda ci spiega come una SF1000 brillante nelle qualifiche del sabato è andata subito in crisi nel passo gara domenica. Leclerc non è riuscito a mandare in temperatura le gomme soffrendo il graining che ha reso la Rossa scivolosa e difficile da guidare.

Charles Leclerc, Ferrari SF1000, in battaglia con Pierre Gasly, AlphaTauri AT01

Andy Hone / Motorsport Images

Due gradi in meno di temperatura sull’asfalto fra le qualifiche del sabato e la gara dell’Eifel possono cambiare il comportamento di una moderna F1? A giudicare da quanto è accaduto a Charles Leclerc, quarto in prova e settimo al traguardo, viene da pensare di sì. Sabato c'erano 9 gradi nell'aria come la domenica, ma sulla pista se n'erano registrati 17, contro i 15 della corsa.

La Ferrari ha sofferto al Nurburgring fin dal primo giro del GP dell’Eifel con Charles Leclerc che ha cercato di difendere strenuamente il quarto posto, quando è parso chiaro a tutti che la SF1000 non avesse il passo per contendere la posizione a chi lo inseguiva a causa delle gomme che non sono andate in temperatura.

Per spiegare cosa è successo ecco il parere di Iñaki Rueda, Head of Race Strategy Ferrari…
“Le basse temperature di domenica hanno reso la mescola più soffice delle tre disponibili piuttosto fragile a causa del graining, un fenomeno che si manifesta quando non si riesce a far funzionare le gomme nella finestra d’esercizio ideale”.

“Gli pneumatici sono progettati per rendere al meglio quando la loro temperatura si mantiene di poco sopra ai 100 °C, visto l’alto livello di carico aerodinamico delle vetture. Di solito, si corre con temperature dell’asfalto fra i 30 e i 40 °C, anche se le Pirelli sopportano bene fino ai 60 °C, temperatura che si trova ad esempio in Bahrain, ed è piuttosto inusuale correre con valori come i 15 C° che abbiamo avuto in Germania”.

“Quando si supera in alto il limite di resistenza della gomma si generano delle bolle – in inglese “blisters” – mentre quando non si riesce a raggiungere il limite più basso si formano sulla superficie dei riccioli di gomma che non soltanto danno al pilota la sensazione di guidare su una pista scivolosissima, quasi come se con una macchina stradale guidassimo con le gomme da neve in piena estate, ma accelerano vistosamente anche il consumo del battistrada”.

“È proprio questo quello che è successo a Charles al Nürburgring domenica, ma anche all’Hungaroring nel luglio scorso, quando aveva montato le Soft con la pista ancora umida”.

Come si può ovviare a questo problema?
“Le squadre hanno diversi strumenti a disposizione, fra cui cercare di definire un assetto che minimizzi questo rischio, operare sul raffreddamento dei freni e lavorare con il pilota per adeguare lo stile di guida a queste circostanze”.

“In Germania diversi concorrenti hanno sofferto per il graining, ma alcuni altri no, come ad esempio è stato il caso di Sebastian nell’ultimo stint con le Soft. Bisogna trovare – come spesso accade – il miglior compromesso”.

Che conseguenze ha avuto il graining sulla gara di Charles?
“Subito si è visto che non aveva un buon passo, non soltanto rispetto ai primi tre ma anche nei confronti dei rivali che gli partivano alle spalle. Era riuscito a tenerseli dietro alla partenza ma al giro 9 ha dovuto lasciare strada a Daniel Ricciardo, una volta che le gomme anteriori erano in piena fase di graining”.

“A quel punto era troppo presto per fare una sola sosta – la nostra opzione preferita – ma anche piuttosto al limite per una strategia su due: abbiamo dovuto minimizzare i danni e farlo rientrare al giro successivo per montare un set di Medie”.

E come si è evoluta la sua gara da quel momento in avanti?
“Nella parte centrale Charles si è trovato molto più a suo agio ed è riuscito a superare sia Nico Hülkenberg che Pierre Gasly – entrambi su strategia a una sosta – sui quali a quel punto facevamo la nostra corsa”.

“Al giro 35 si è fermato per la seconda sosta montando un altro set di Medie e rientrando in pista davanti sia al pilota tedesco che a quello francese. Al giro 44 c’è stata la neutralizzazione causata da Norris: a quel punto potevamo scegliere di fermarci per montare un altro set di Soft – le Hard non erano un’opzione e di Medie non ne avevamo più a disposizione – perdendo così la posizione nei confronti di entrambi ma, dopo averne discusso via radio con Charles, abbiamo scelto di restare in pista, proprio alla luce di quello che si era visto nella prima parte della gara. Sia Gasly che Hülkenberg sono rientrati ai box per montare le Soft ma se il primo dei due è riuscito a superare in pista il nostro pilota, non di altrettanto è stato capace il secondo”.

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