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Caso gomme: la partita è tra Brawn e Whiting?

A seconda degli esiti del processo del Tribunale Internazionale FIA, sembrano i due personaggi più a rischio

Quali potranno essere le cause del processo che la Mercedes dovrà affrontare davanti al Tribunale Internazionale della FIA? E' ancora presto per dirlo, anche perchè dal momento della presentazione del caso, la Federazione ha 45 giorni per fissare un'udienza. Se sul banco degli imputati ci saranno la squadra di Brackley e la Pirelli, la sensazione è che al tavolo della partita però sia seduta anche la FIA. Sensazione che diventa più forte se si va a leggere il comunicato emesso ieri dalla Mercedes, che comunque sembra aver preso di buon grado la possibilità di dare una spiegazione ufficiale sui 1000 km di test effettuati a Barcellona dopo il Gp di Spagna. "Non l’avremmo mai fatto senza l’autorizzazione della FIA. Non siamo una piccola squadra, siamo la Mercedes Benz! L’udienza ci consentirà di far chiarezza davanti a tutti sul nostro agire dentro le regole" spiega uno dei passaggi più importanti, e poi prosegue: "Avessimo voluto imbrogliare, avremmo provato altrove, con auto senza i colori ufficiali". Se la Mercedes dovesse infatti dimostrare di aver avuto l'ok ad utilizzare la W04, ovvero la monoposto 2014, ecco che allora a farne le spese potrebbe essere soprattutto Charlie Whiting. Questa sarebbe una buona "scappatoia" per la FIA, che negli ultimi anni ha visto usare diverse volte un atteggiamento discutibile da parte del suo responsabile tecnico. In caso contrario, ovvero di colpevolezza degli uomini di Brackley, è piuttosto probabile che possa invece saltare la testa di Ross Brawn, la cui figura all'interno del team è in bilico da tempo, visto il continuo aumentare di teste pensanti: l'ultimo arrivo è quello di Paddy Lowe dalla McLaren, ma prima ci sono stati anche quelli di Niki Lauda e Toto Wolff. La cosa più importante è che, se effettivamente c'è stato un illecito, qualcuno paghi. Ne va della credibilità di uno sport che ultimamente viene spesso accusato di essere diventato una sorta di wrestling, votato più allo spettacolo che ad altro.

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