Robert Kubica non si arrende. Anzi. Ha cominciato a riappoggiare il piede per terra ed inizia già ad azzardare qualche passo senza le stampelle. La frattura alla tibia destra di un paio di settimane fa sembrava la maledizione di un percorso sfortunato senza fine e, invece, è stato rivelatore di una situazione che era in atto.
La scivolata in Versilia sul fondo sdrucciolevole (ma non c'era ghiaccio!)
è servita a portare alla luce una incrinatura dell'osso che altrimenti sarebbe emersa inevitabilmente più avanti, magari in una fase in cui la ripresa del pilota polacco poteva essere più avanzata, pregiudicandone il programma di rientro alle corse.
Un fatto che poteva "criccare" non solo la tibia ma anche la granitica voglia di tornare su una monoposto, da ennesino contrattempo di un recupero lungo e doloroso, si è trasformato in un aspetto che ha messo in rilievo una criticità che era già in essere a causa della mancata calcificazione dell'osso e che, quindi, andava affrontato e superato.
Robert non è ingessato: grazie ad un tutore esterno ha libertà di movimento. E se una notizia si vuole trovare c'è la conferma che
se Kubica non è ancora un pilota, quanto meno è tornato ad essere un automobilista. Il polacco guida da quasi un mesetto la Renault Megane dotata di cambio automatico.
La
presa della mano destra, quella che era rimasta orribilmente offesa nell'incidente della Ronde di Albenga, il rally disputato con la Skoda Fabia,
migliora e consente al polacco di muoversi nel traffico, conquistando un altro pezzetto di vita autonoma.
Kubica ci crede: eccome!
Dedica quasi cinque ore al giorno alla fisioterapia e l'impegno incondizionato non è mai venuto meno: la flessione e l'estensione del braccio destro sono già tornate normali, mentre c'è ancora da lavorare sulla torsione.
Robert con Daniele Morelli, il manager che lo sta seguendo passo dopo passo (è proprio il caso di dirlo...),
sta portando avanti un piano di 90 giorni insieme ai medici che lo hanno curato nell'ultimo travagliatissimo anno. A fine aprile si dovrebbe capire con chiarezza quale sarà il destino del pilota.
Fino a qualche tempo fa sembrava che il simulatore non fosse un passaggio da mettere nel conto, mentre ora Robert sta valutando l'opportunità di sfruttare anche questo strumento per verificare se il suo recupero sarà tale da tornare ad essere il pilota competitivo che è sempre stato.
L'ex pilota della Lotus Renault non vuole mezze misure: o torna al 100% del suo potenziale o non lo si vedrà mai più in pista con una Formula 1. La determinazione che lo spinge a superare tutti gli ostacoli, insieme ad un crescente buonumore, dopo un periodo piuttosto tormentato, fanno ben sperare che il peggio sia finalmente alle spalle.
La
speranza è di salire sulla Ferrari F10 che la squadra del Cavallino rampante destinerà allo
sviluppo del nuovo motore V6 turbo da 1.6 litri che dovrà debuttare nel 2014.
Una
monoposto “ibrida” che verrà gestita da Ferrari Formula 1 Clienti e non sarà sottoposta ai vincoli del divieto di test. Robert, insomma, avrebbe una buona opportunità per valutare senza troppa pressione addosso quale potrà essere il suo grado di forma.
Il programma, che doveva partire ad aprile, è stato solo differito nel tempo:
il turbo dovrebbe essere pronto per iniziare a girare in pista nel mese di giugno. In tempo per vedere Kubica sulla Rossa.
Stefano Domenicali aveva già scommesso sul polacco e certamente quest'anno sarebbe stato accanto ad Alonso se non avesse avuto quel maledetto incidente in Liguria.
Ringrazia Felipe Massa che si giova di un altro anno da ferrarista, ma il brasiliano non può dormire sonni tranquilli, perché l'ombra del polacco incombe. E solo il tempo ci dirà cosa riserverà il futuro a Robert. I sogni, a volte, si avverano. L'importante è crederci...
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