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Retroscena Hamilton: una vittoria che va oltre i crampi

L'esa campione ha spiegato nel dopo gara di essere stato afflitto da forti dolori al polpaccio destro che negli ultimi giri del GP del Portogallo lo hanno costretto a rilasciare il piede dall'acceleratore sul rettilineo di arrivo per attenuare il dolore che lo aveva colpito. La vittoria numero 92 celebra un campione che continua ogni volta continua a stupire.

il vincitore Lewis Hamilton, Mercedes F1 1° posto, festeggia sul podio

il vincitore Lewis Hamilton, Mercedes F1 1° posto, festeggia sul podio

Mark Sutton / Motorsport Images

Lewis Hamilton è un cannibale: a Portimao ha conquistato pole position, gara e giro più veloce. A Valtteri Bottas non ha voluto lasciare nemmeno le briciole. Nella gara che lo ha portato a essere il pilota più vincente della storia della F1, infrangendo il record di vittorie di Michael Schumacher, l’inglese non poteva limitarsi a vincere la 92esima gara.

Doveva metterci un carico che gli aprisse le porte della leggenda in un giorno destinato a restare nella storia. Lewis dopo la gara ha rivelato un retroscena: negli ultimi tre giri del GP del Portogallo ha dovuto alzare il piede destro dall’acceleratore sul rettilineo d’arrivo perché colpito da crampi al polpaccio destro.

La meritatissima vittoria non è stata facile, complicata da un avvio di gara difficile per lo scroscio di pioggia nel primo giro che ha favorito il grip di chi era partito con le gomme soft come Carlos Sainz, ma Lewis ha avuto il suo da fare per non cedere al dolore dovuto a un forte crampo che lo ha colpito a fine gara.

"Sapete che la F1 è uno sport incredibilmente fisico – ha spiegato Lewis – ho dovuto fare i conti con un crampo al polpaccio destro. Quindi sul rettilineo sono stato costretto a sollevare il piede dal gas perché sentivo tirare sempre di più un muscolo del polpaccio destro. È stato piuttosto doloroso, ma ho dovuto cercare di andare oltre perché non avrei potuto fare alzare il piede per tutto un giro”.

Basta andare a guardare il cronologico dei tempi per scoprire che The Hammer ha colto il giro più veloce alla tornata 63, piantando con le gomme hard un 1’18”750 che è stato inavvicinabile anche per chi aveva montato le soft per l’ultimo stint più corto. Hamilton, infatti, ha rifilato oltre mezzo secondo a Valtteri Bottas che ha ottenuto il suo 1’19”345 all’ultimo giro, ma ha annichilito anche le velleità di Max Verstappen che aveva chiesto via radio quale fosse il limite, per rendersi conto che stava viaggiando un secondo più piano con le medie.

Ma dopo aver stampato l’hat trick, Hamilton ha dovuto difendersi dalle fitte causate alla gamba destra dall’acido lattico: al giro 64 ha girato in 1’19”387, mentre alla tornata successiva, quella più dolorosa è salito a 1’20”430, per chiudere poi in 1’18”949.

Non ha recitato la parte dell’eroe, ma ci ha tenuto a sottolineare quanto difficile sia stata la conquista di questa 92esima affermazione. Che fosse un giorno speciale lo si era capito dalla presenza nel paddock del padre Anthony, che appare solo in occasione degli eventi importanti da festeggiare.

Ai meno giovani ha fatto venire in mente l’affermazione di Ayrton Senna al GP del Brasile 1991, nella prima vittoria davanti al pubblico di casa con la McLaren bloccata in sesta marcia che gli aveva provocato crampi molto violenti al braccio destro, tanto da essere aiutato per essere estratto dall’abitacolo.

La situazione di Lewis è stata certamente meno drammatica, ma l’inglese che non coltiva i record che batte, quanto meno alimenta il suo mito.

Va detto che ha azzeccato la scelta di passare dalle gomme medie alle hard, mentre Valtteri avrebbe voluto spaiare la scelta puntando sulle soft. La squadra lo ha convinto a restare nel solco delle scelte di Hamilton, dimostrando che la decisione è stata giusta, visto che nel finale Sergio Perez è andato in grave crisi proprio con le rosse.

L’esa-campione “costruisce” le sue vittorie con un lavoro meticoloso nell’arco dell’intero weekend: nelle prove libere analizza la telemetria e studia i punti della pista dove cede qualcosa al compagno di squadra per capire cosa fare per migliorare e, poi puntualmente brutalizza Valtteri nell’attimo in cui il finlandese è convinto di aver conquistato la pole.

Nelle prime fasi della gara, quando ancora non aveva le gomme nella giusta finestra di temperatura, non ha cercato di forzare e si è accontentato di stare dietro a Bottas: Lewis sapeva che la pista di Portimao sarebbe stata severa per i consumi e sarebbe stato necessario fare fuel saving ad un certo punto della corsa.

Hamilton nella fase di attesa non ha esitato a ricorrere al lift and cost per portare la sua W11 nei previsti parametri di consumo e poi si è messo a tirare. Quando a Bottas è stato chiesto di ridurre il passo per la stessa ragione, il nordico ha chiesto se il compagno dovesse fare altrettanto e la risposta è stata categorica: "L'ha già fatto!".

La Mercedes è come se avesse messo un… ingegnere in macchina che ha la capacità di rielaborare i dati in tempo reale, potendo contare sulla fidata sponda di Peter Bonnington, l’ingegnere di pista che è stato chiamato sul podio dell’Algarve per ritirare il trofeo del Costruttore.

Hamilton ha creato intorno a sé un sistema di lavoro che è fatto di eccellenti relazioni, competenza ma anche di amicizia. Un legame molto stretto che difficilmente potrebbe essere riprodotto in un’altra squadra al quale aggiunge quel talento naturale che ne fanno il pilota più rappresentativo dell’era ibrida.

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