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F1: regola dei sorpassi chiara, ma se non piace la si riscriva

"Sono severamente vietate le manovre che possano ostacolare un altro conducente, come la spinta deliberata di una vettura oltre il bordo della pista”. Questo è l'articolo 2 del quarto capitolo dell’appendice L del Codice Sportivo Internazionale che disciplina i sorpassi e che i commissari sportivi hanno applicato in Austria. Siccome sulle penalità si scatenano sempre violente polemiche varrebbe la pena di riscrivere il testo una volta per tutte.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B , battles with Charles Leclerc, Ferrari SF21

Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B , battles with Charles Leclerc, Ferrari SF21

Charles Coates / Motorsport Images

Le penalità inflitte dal Collegio dei Commissari Sportivi nel corso del Gran Premio d’Austria hanno lasciato qualche strascico polemico. È stato giusto punire con cinque secondi sia Lando Norris che Sergio Perez (nel messicano l’infrazione è stata doppia) per le manovre viste alle curve ‘4’ e ‘6’? Le decisioni prese nella stanza dei bottoni del Red Bull Ring sono state corrette?

La risposta è affermativa. I Commissari Sportivi presenti a Spielberg hanno svolto il loro compito applicando il regolamento in vigore.

Il Collegio del Gran Premio d’Austria ha applicato una delle normative contenute nell’International Sporting Code (ISC) ovvero il codice che raccoglie un insieme di regole valide per tutte le gare automobilistiche disciplinate della FIA.

L’infrazione di Norris e le due di Perez violano l’articolo 2 del quarto capitolo dell’appendice L, un passaggio del regolamento utilizzato molto di frequente per giudicare infrazioni della tipologia vista ieri a Spielberg.

Il regolamento è chiarissimo

Il passaggio dell’ISC è molto chiaro: “Sono severamente vietate le manovre che possano ostacolare un altro conducente, come la spinta deliberata di una vettura oltre il bordo della pista”.

Un pilota deve sempre lasciare spazio sufficiente ad una vettura al suo fianco, senza che quest’ultima sia forzata ad uscire di pista, ed è esattamente ciò che i Commissari Sportivi hanno contestato sia a Norris (contro Perez) che allo stesso pilota della Red Bull contro Leclerc.

“All’entrata della curva ‘4’ Perez e Norris erano affiancati – recita il rapporto degli stewards – ma in uscita Norris non ha lasciato spazio sufficiente a Perez, forzato così ad uscire di pista”.

Se c’è qualcosa che merita di essere discussa, non è l’operato dei giudici di Spielberg, ma il regolamento sportivo. Tre anni fa, dopo l’ondata di proteste che si abbatté sulla Formula 1 in seguito alla penalità inflitta a Sebastian Vettel nel Gran Premio del Canada, fu annunciato un allargamento delle maglie, ovvero una maggiore libertà d’azione per i piloti nei corpo a corpo.

Non è però solo una questione di volontà ed annunci, ma bisogna anche adeguare i regolamenti alle nuove direttive, perché è su queste che si basa il lavoro dei Commissari Sportivi.

Se i piloti reputano errato questo regolamento, dovrebbero affrontare l’argomento nei tradizionale briefing a cui prendono parte ogni weekend, coinvolgendo il direttore di gara e proponendo la discussione in sede di Formula 1 Commission di nuove regole.

O in alternativa presentare una richiesta di revisione dell’International Sporting Code attraverso la GPDA, associazione dei piloti al momento presieduta da George Russell. Polemizzare dopo una gara non porta nulla, ed è curioso che anche alcuni direttori sportivi, quando si sentono parte lesa, si lamentino per una normativa che dovrebbero conoscere molto bene visto che è da tempo inserita nell’ISC.

La mancanza di uniformità accende gli animi

C’è anche un altro aspetto che spesso fomenta le polemiche, ed in questo caso le rimostranze di team e piloti sono giustificate e supportate dai fatti. È la mancanza di uniformità di giudizio, una problematica che si trascina da tempo e che spiazza gli stessi piloti, che per manovre simili o identiche si ritrovano sanzionati in alcuni weekend e immuni in altri.

L’impressione è che spesso si utilizzi il metro di valutazione legato al danno ricevuto, ovvero, essere spinti fuori pista dove la via di fuga è in asfalto (quindi con ‘danni’ limitati) finisca con il passare in cavalleria, mentre in presenza di ghiaia (come ieri a Spielberg) ecco che scattano sanzioni più severe.

Il Collegio dei Commissari di Spielberg è stato lineare nelle sue decisioni prese nell’arco dei 71 giri di gara, ma tra due weekend a Silverstone sarà ancora così?

Che criterio di giudizio adotteranno i commissari sportivi del Gran Premio di Gran Bretagna? È questo il primo aspetto sul quale vanno indirizzati gli sforzi, poi, se questa tipologia di penalità non piace a pubblico, piloti ed anche agli stessi addetti ai lavori, è necessario mettere mano al regolamento e modificarlo.

Senza alzare polveroni ogni volta che arriva una penalità per “Breach of Appendix L, Chapter IV Article 2 of the FIA International Sporting Code”, articolo che continua ad essere al suo posto nonostante discussioni e polemiche che si protraggono ormai da anni.

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