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Red Bull Racing: ora c'è un "Grande Fratello" nei box

In Austria usato il Laser Tracker Leica per la misurazione di precisione e delibera dei nuovi pezzi al laser

Red Bull Racing: ora c'è un

La Formula 1 discute all’infinito di ridurre i costi, ma poi si scopre che si dota di sistemi di controllo che sono sempre più degni di una società aero-spaziale. I top team sono costituiti da circa 800 persone, ma vi siete mai domandati come mai servano così tante persone per fare correre due monoposto? La risposta è contenuta in una parola: ottimizzazione. Fino a qualche tempo fa non faceva nemmeno parte del vocabolario delle corse, oggi è uno dei termini più ripetuto, spesso a sproposito. Si cercava la prestazione pure, ora solo l’ottimizzazione. Perché ogni elemento della monoposto è inserito in un sistema complesso con il quale deve interagire. Non spaventatevi se vi diciamo che quasi la metà delle persone di un team sono destinate all’ottimizzazione, alla fase di controllo.

SPEGNERE LA RADIO AL VIA DEI GP Se si spegnesse la radio al via di un Gp e i box non potessero comunicare con i piloti l’ausilio degli ingegneri telemetrici che analizzano in tempo reale tutte le funzioni della vettura diventerebbero inutili. Come del tutto inutili sarebbero i garage virtuali e le aree di race control dove si studiano le strategie. Non nel retrobox, ma in sede. A casa. Senza dire del simulatore che ormai è spesso attivo con il collaudatore, proprio mentre le macchine girano in pista nelle prove libere. E a questo già lungo elenco potremmo aggiungere i softwaristi che aggiornano i programmi di sistemi di calcolo sempre più complicati. Tanto che la F.1 da anni è arrivata a dotarsi di super-calcolatori. Per far funzionare il CFD e analizzare i dati della galleria del vento. Senza contare quelli che si occupano delle comparazioni perché i numeri di laboratorio poi combacino perfettamente con la pista.

CORRELAZIONE DEI DATI CON LA PISTA Insomma in ogni squadra c’è una catena umana infinita della quale, forse, si potrebbe tranquillamente fare a meno. Algoritmi, analisi, comparazioni, proiezioni, simulazioni: quanti studi per poi buttare via tutto dopo pochi giri di pista. Non succede solo alla Ferrari (e ci si domanda come sia possibile con tutti questi strumenti tecnologici costosissimi), ma anche dalla Red Bull Racing, la squadra campione del mondo degli ultimi quattro anni. Il team di riferimento del mondiale. Al Gp d’Austria abbiamo scattato un’immagine del box Red Bull Racing che vi proponiamo: fra le due RB10 di Daniel Ricciardo e Sebastian Vettel era piazzato una sorta di robot che incombeva come una sorta di “Grande Fratello”. L’occhio che tutto vede e niente gli è precluso. È una presenza inquietante che è scomparsa al sabato mattina, quando in pista si è cominciato a fare sul serio.

IL GRANDE FRATELLO NEL BOX RED BULL! Di che si tratta? È uno strumento di misura tridimensionale che utilizza il laser per controllare con estrema precisione la dimensione delle cose. La Red Bull Racing si è rivolta alla Hexagon Metrology, la società con la quale collabora da quando è in Formula 1, e che produce il Laser Tracker Leica Geosystems AT901. Non crediate che la squadra di Milton Keynes ce l’abbia in esclusiva, perché quasi tutti i top team, Ferrari compresa, utilizzano questo importante strumento nel reparto di controllo e qualità. E stando alle indiscrezioni anche la FIA sta valutando qualcosa di simile per migliorare la qualità delle sue verifiche tecniche.

LEICA GEOSYSTEMS Nel Laser Tracker, infatti, sono impostati tutti i dati CAD della monoposto, e con una lettura che può arrivare fino ad un raggio di quasi 80 metri, il Leica Geosystems è in grado di effettuare la misurazione di tutte le parti per verificare che il montaggio sia stato accurato, che si rispettino le misure di regolamento e che ci siano le dovute tolleranze perché non si possano generare problemi di sicurezza. Un esempio? Le brake duct sfiorano le gomme con le palpebre in carbonio: basterebbe un montaggio impreciso anche solo di un millimetro per causare un pericoloso sfregamento.

DELIBERA IN PISTA DEI PEZZI NUOVI Come mai il Laser Tracker si è visto nei box in Austria? La risposa è piuttosto semplice: la Red Bull Racing ha portato gli ultimi aggiornamenti tecnici a Spielberg nella speranza di fare bella figura nel Gp di casa del padrone della Red Bull, Dietrich Mateschitz e grazie al Leica Geosystems sono riusciti a guadagnare del tempo, ultimando in pista un lavoro di analisi e di delibera che di solito viene fatto a Milton Keynes. Senza il “Grande Fratello” il pacchetto di Adrian Newey, quindi, non sarebbe stato utilizzato. Ma tanta fatica, questa volta, non è servita a molto visto che una parte del pacchetto di novità, a cominciare dalla nuova ala anteriore, è stata bocciata dopo le prime prove aerodinamiche in pista!

CAMBIERA’ LA METODOLOGIA DI LAVORO? Rivedremo l’aggeggio nei box? Non è scontato, ma è molto probabile: se il Laser Tracker consente di accorciare i tempi di delibera dei nuovi pezzi, è possibile che i team estremizzino i piani di validazione delle novità, trasferendo ai box una fase del lavoro che potrebbe essere svolto al giovedì, quando i motori ancora tacciono. In Red Bull ma anche in Ferrari escludono che il “Grande Fratello” abbia una sua finalizzazione in galleria del vento, dove esistono già dei sensori laser fissi per definire l’accurato posizionamento del modello in scala sul tappeto mobile, ma il progresso non si ferma…

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