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Analisi

Red Bull: ecco perché Hulkenberg diventa la prima scelta

Helmut Marko nel bacino del programma Red Bull Junior non trova giovani talenti che valgano Verstappen, ma il team di Milton Keynes ha bisogno di due... Max per puntare al vertice della F1 e le prestazioni di Albon non danno garanzie per il futuro. Ecco perché il consulente austriaco potrebbe puntare su Hulkenberg per il prossimo anno, rompendo la gestione autarchica dei piloti.

Nico Hulkenberg, Racing Point

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Quello che per oltre un decennio è sembrato un meccanismo perfetto, si è improvvisamente inceppato. Helmut Marko ha rivestito a lungo i panni del talent scout più prolifico del paddock di Formula 1, e con un terzo dei piloti attualmente presenti sulla griglia di partenza provenienti dal programma Red Bull Junior, i numeri confermano la bontà del lavoro svolto dal manager austriaco.

In vent’anni di attività il Junior Team gestito da Marko ha reclutato 85 piloti, e strutturato un team di Formula 1 (l’attuale AlphaTauri, ex Toro Rosso) allo scopo di svezzare i migliori giovani verso la Red Bull, scopo finale dell’operazione.

Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo e Max Verstappen sono stati i successi più prestigiosi dell’Academy, ma ora la filiera non sta funzionando come da aspettative. Per la prima volta dopo quindici anni la Red Bull sta valutando di andare su quel mercato piloti che la vedeva assente da tre lustri e, se la decisione alla fine sarà presa, sarà per necessità.

C’è un momento preciso che segna l’inizio dell’inversione di tendenza, ed è l’estate 2018, quando Marko (infatuato di Verstappen) decise di scaricare Daniel Ricciardo. Non fu un licenziamento, ma l’australiano si vide messo da parte e decise di cambiare aria.

Un team a due velocità

Da quel momento la Red Bull numero 2 è salita sul podio in una sola occasione, nello scorso Gran Premio del Mugello, gara in cui Alexander Albon ha ottenuto la terza posizione. Di fatto la squadra da inizio 2019 va a due velocità: da una parte Verstappen, che si avvicina sempre più al tandem Mercedes, dall’altra Pierre Gasly (prima) e Albon (poi) che hanno corso con ben altri obiettivi.

C’è chi sostiene che al fianco di Verstappen tutti oggi farebbero fatica e chi, invece, che Marko abbia perso il ‘magic touch’ nell’identificare i potenziali campioni del futuro.

La verità è probabilmente nel mezzo, ovvero Verstappen oggi è un confronto molto difficile per chiunque, ma è anche vero che i giovani più quotati apparsi in Formula 1 negli ultimi anni non provengono dal programma Red Bull Junior Team.

La Ferrari ha lavorato molto bene con l’operazione Charles Leclerc e continua a farlo con un vivaio molto quotato, la McLaren ha promosso Lando Norris, la Mercedes George Russell.

Nel frattempo la Red Bull, pur di restare ancorata al suo DNA, ha richiamato piloti scaricati in precedenza, come Daniil Kvyat e Brandon Hartley, ha reclutato in extremis Albon (altro ex Red Bull) ma il risultato è che oggi non ha tra le sue fila un pilota con una solidità da convincere il team ad affidargli, senza riserve, la seconda monoposto nel prossimo Mondiale.

Per il Mondiale servono due…Max

Per il team Red Bull il problema che potrebbe presentarsi è delicato. Qualora il pacchetto tecnico del prossimo anno dovesse consentire di puntare al Mondiale, ci sarà ovviamente da vedersela con Mercedes, ed in uno scontro di questa portata servono due piloti in grado di garantire al team i punti necessari per la classifica Costruttori.

Oggi è un ‘non problema’, perché basta il solo Verstappen a garantire la seconda posizione nel ‘Costruttori’, ma per provare l’assalto alla prima piazza… le cose cambiano.

Poter contare su due piloti è anche strategico in gara e c’è chi ha fatto notare che se la scorsa domenica al Nurburgring ci fossero stati due Verstappen alle spalle di Hamilton la squadra avrebbe potuto diversificare le strategie mettendo pressione al campione del Mondo.

Ovviamente un nuovo Verstappen non si trova dall’oggi al domani, ma oggi manca anche un pilota capace di essere ad uno o due decimi dall’olandese con regolarità.

Riemerge la candidatura di Hulkenberg

Secondo Marko (che affronta con molta cautela questo argomento) andare sul mercato piloti vuol dire portare a casa Nico Hulkenberg.

Il tedesco ha ottimi rapporti da anni con il consulente della Red Bull e sembra avere quella solidità di cui il team è a caccia.

Marko ha commentato molto positivamente il weekend disputato da Hulkenberg al Nurburgring, chiamato in extremis e capace di garantire alla Racing Point i punti necessari per salire al terzo posto nella classifica Costruttori.

È uno scenario possibile, quello Hulkenberg-Red Bull, ma per concretizzarsi serve un atto di umiltà da parte di Marko, che dovrà, dopo molti anni, mettere da parte il suo junior team.

Un passaggio non semplice, visti gli ingenti investimenti stanziati da oltre un decennio su questo progetto e c’è anche una componente d’orgoglio dopo stagioni in cui il mondo Red Bull si è vantato di costruire in proprio i suoi piloti. Sapranno fare un passo indietro? È una delle domande che presto troveranno una risposta.

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