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Non bisogna farsi prendere per il... naso

Un esponente FIA considera regolare il muso della Red Bull, ma con l'incidenza delle camera car come la mettiamo?

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La notizia che campeggia da ieri pomeriggio è che la FIA avrebbe dichiarato legale il muso della Red Bull Racing. La Federazione Internazionale, in realtà, non ha espresso alcun parere ufficiale per sostenere che il “naso” della RB8 è perfettamente in linea con le norme. Un esponente della FIA, sollecitato da un collega giornalista straniero, ha espresso il suo parere personale sulla questione, sostenendo che le flessioni sono conformi al regolamento tecnico di F.1 dal momento che la parte terminale del muso è area di superficie e non area strutturale, per cui il nose pit negli ultimi 150 millimetri è studiato più «morbido» in sede di progetto. MUSO DI VETTEL DANNEGGIATO Fin qui tutto quadra. L’uomo FIA, inoltre, sostiene che ad accentuare l’effetto visibile nelle immagini riprese al pit stop di Sebastian Vettel al Gp di Abu Dhabi siano stati i contatti che il pilota tedesco ha subito (prima con Senna, eppoi con il cartello in polistirolo che indicava il detection point del DRS) e che, probabilmente, hanno determinato un piccolo cedimento. Ci sta. Anche questo è assennato e condivisibile. LE CAMERA CAR NON DEVONO DARE INCIDENZA Però non si può mettere il prosciutto davanti agli occhi come se non si fossero viste altre immagini di slow-motion della RB8: ci sono anche altri aspetti della questione da analizzare e che sono stati, invece, trascurati. Il primo elemento ce lo ha confermato il nostro esperto di tecnica, Giorgio Piola. Il muso potrà anche flettere nella parte frontale, ma le due camera car montate sulla punta che danno alla Red Bull Racing quella curiosa forma di pesce martello non possono muoversi. SI MODIFICA L’AERODINAMICA In questo campo la materia è chiara: la telecamere possono essere montate dove si vuole, ma devono mantenere un profilo neutro che non modifichi l’aerodinamica. Nel caso della RB8, invece, subiscono la stessa flessione del muso. E non è escluso che siano state piazzate proprio lì perché servono ad aumentare la superficie di contatto con il flusso per fare in modo che al crescere del carico ci sia un graduale ma calcolato, abbassamento del muso. ANCHE LA FERRARI CERCA I SOFFIAGGI Del resto la Ferrari ha montato le telecamere all’interno dei piloni dell’ala, nel punto più basso, per sfruttarle come elemento aerodinamico che induce un soffiaggio aggiuntivo: segno che tutti stanno cercando di utilizzare “…elementi che non servono a fare prestazione” per migliorare le performance della monoposto. I TECNICI FIA SONO MIOPI Siamo i primi a riconoscere il genio ad Adrian Newey (lo abbiamo scritto ripetutamente) e queste riflessioni servono anche a mettere in rilievo quelle che sono le sue indiscusse capacità: ci stupisce molto di più l’atteggiamento della FIA e dei suoi tecnici che, come al solito, limitano l’analisi ad un particolare o all’effetto principale di una soluzione e non a quello secondario. IL CASO ERA NATO L’ANNO SCORSO La questione del muso che “scende” della Red Bull era già sorta lo scorso anno quando si cominciò a parlare dell’assetto picchiato della RB7, ma nessuno aveva mai trovato gli elementi oggettivi per spiegare con certezza quanto si riusciva a vedere in pista e non ai box. La storia della F.1 ci mostra una miriade di esempi di monoposto conformi alle regole in verifica e spudoratamente illegali mentre giravano. NON SI PUO’ STARE ZITTI Parlare della Red Bull non vuole dire essere ferraristi: per compiacere i tifosi di Vettel bisognerebbe sempre tacere. La squadra di Milton Keynes interpreta la F.1 con l’abile capacità di sapere interpretare le norme grigie del regolamento in modo spesso disinvolto. Non ha una soluzione borderline, ma tutto il concetto di macchina. Non è il caso di ripetere per l’ennesima volta quali sono state le soluzioni bandite quest’anno, perché Newey non fa in tempo a toglierne una che ne ha già pronta un’altra. FERRARI CI PROVA MA… E se vogliamo parlare della Ferrari si può aggiungere che il “rosicamento” di Fernando Alonso con la squadra è dovuto proprio all’incapacità di Pat Fry e soci di tenere il passo del progettista inglese. Non crediate che McLaren e Ferrari non stiano lavorando sugli elementi flessibili: semplicemente non stanno ottenendo gli stessi risultati. Non si sa se per rispetto dei vincoli normativi o per incapacità di raggiungere i risultati di Adrian. Si dice che sulla F2012 ad Abu Dhabi ci dovesse essere un’ala più… estrema, ma questa non avrebbe dato i riscontri che si cercavano. La questione, quindi, è tutt’altro che finita…

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