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Red Bull RB9: pance strette e soffiaggio sul... fondo

La monoposto di Newey è l'evoluzione della macchina campione 2012, ma le sorprese devono ancora arrivare...

La Red Bull RB9 segue la sua strada: Adrian Newey non si è fatto condizionare dalle mode e insiste con i concetti che continua a sviluppare anno dopo anno, con coerenza nella consapevolezza che ha ancora un vantaggio da difendere. La nuova monoposto somiglia molto alla vettura con cui Sebastian Vettel ha vinto il terzo mondiale di seguito, ma a guardarla bene è una Formula 1 tutta nuova, che estremizza alcuni concetti tanto cari al progettista inglese. RIAPPARIRA’ LA PRESA D’ARIA? Cominciamo dal vanity panel che Ferrari e McLaren hanno adottato per far scomparire il gradino fra scocca e muso. Sulla Red Bull RB9 c’è uno scivolo netto che si restringe nella parte anteriore. E a ben guardare si può vedere che c’è un coperchio in prossimità del telaio per cui non è da escludere che nei test si veda apparire di nuovo la misteriosa presa d’aria come c’era l’anno scorso, perché il disegno dalla scocca nella parte superiore mantiene le due nervature ai lati. Intanto c'è il passaggio di aria che da sotto il muso arriva nella parte superiore: niente di nuovo, visto che c'era anche nel 2012, proprio come sulla Sauber. Il becco sembra in linea o poco più basso di quello del 2012 e sulla punta mantiene le telecamere ai lati, che conferiscono al muso la somiglianza ad uno squalo martello. PUSH ROD DAVANTI La sospensione anteriore è rimasta una tradizionale push rod, con il puntone che è certamente di spessore maggiore rispetto al tirante della pull Ferrari, ma i bracci superiori del triangolo risultano nettamente più esili rispetto a quelli della F138, per cui non è proprio scontato il risparmio di peso nell’intero cinematismo. Se osservate ogni singola leva, potrete notare che ciascuna ha una diversa copertura in carbonio che è svergolata rispetto all’asse. SVILUPPO IN FUNZIONE DELLE GOMME Newey ha sottolineato che grande attenzione è stata posta al funzionamento delle nuove gomme Pirelli P Zero che sono state cambiate nella mescola e nella carcassa: l’inglese, uno specialista delle esasperazioni aerodinamiche, ha deciso di non estremizzare i concetti nella parte anteriore della vettura, scegliendo soluzioni che gli consentano di avere un buon grip meccanico, cercando la rigidezza nelle lavorazioni del porta-mozzo. Anche i cerchi pare non siano i più leggeri del Circus, segno che non è in quest’area che vuole correre dei rischi (ci sono già le pinze dei freni orizzontali a complicare le cose lì davanti). LE FIANCATE SONO STRETTISSIME La musica cambia quando si analizzano le pance che sono fra le più strette fra le monoposto viste finora: la Red Bull RB9 ha un concetto costruttivo simile a quello della Sauber che ha puntato sulla massima riduzione della resistenza all’avanzamento. Le bocche dei radiatori sono piuttosto piccole e sembra siano più spostate indietro rispetto ai deviatori di flusso verticali. Non ci sono ancora delle conferme, ma è molto probabile che Newey abbia modificato la posizione dei radiatori dell’acqua: sempre inclinati verso l’anteriore, ma con la parte esterna leggermente rialzata rispetto a quella solidale alla scocca. LO SFOGO D’ARIA CALDA SOPRA AL CAMBIO Una soluzione che dovrebbe permettere una sezione della fiancata molto stretta, che convoglia tutta l’aria calda verso lo sfogo posto sopra al cambio. I tecnici di Milton Keynes vogliono tenere ben separati i flussi che arrivano dalle masse radianti da quelli roventi dei gas di scarico. La caratteristica di questa macchina è l’ulteriore differenziazione dei passaggi d’aria, studiati certosinamente al CFD e in galleria del vento. I GAS DI SCARICO SOFFIANO DI NUOVO SUL FONDO? La fiancata, infatti, degrada verso il retrotreno con una linea quasi continua, espressione di una pulizia davvero incredibile. L’andamento della pancia è tale che lo scarico, con lo specifico rigonfiamento pensato per l’effetto Coanda, dovrebbe far soffiare i gas roventi praticamente sul fondo. DOPPIO CONDOTTO IN PIAZZA D’ARMI La sensazione, insomma, è che solo un anno dopo il bando degli scarichi soffianti nel fondo, si sia di nuovo arrivati circa ad una situazione simile: vedremo quale sarà la reazione delle altre squadre quando analizzeranno questa soluzione. Adrian, fra l’altro, ha mantenuto il doppio condotto che passa sotto la zona degli scarichi, energizzando il flusso che viene portato nella parte centrale del diffusore. La miniaturizzazione del cambio ha permesso di avere una zona a Coca Cola che è diventata una vera e propria piazza d’armi, certamente la più estesa fra le F.1 nuove. SOSPENSIONE DIETRO CON BRACCIO ALARE La sospensione posteriore è l’affinamento dello schema pull rod che tutti hanno copiato pedissequamente. Il semiasse è carenato nel profilo alare che è contiene anche il braccio inferiore del triangolo e quello della convergenza. Non possono mancare le tre pinne in carbonio verticali che ha Ferrari ha adottato anche sulla F138 per creare una sorta di doppio diffusore virtuale. LA PRESA DEI FRENI E’ UN CONVOGLIATORE La sensazione è che Newey sia riuscito a pulire molto questa zona per trarne il massimo beneficio aerodinamico. Molto complesso è anche il disegno della presa dei freni che è ormai un convogliatore di aria e, solo come effetto secondario, alimenta il raffreddamento di pinza e disco in carbonio. TANTI PEZZI IN RITARDO L’alettone posteriore mostra ancora profili 2012, così come all’anteriore: in quest’area le novità le vedremo nei test. E poi? Aspettiamoci altre sorprese da Adrian Newey. Quello che abbiamo visto è solo l’inizio, il meglio deve ancora arrivare. Ricordate quando a Milton Keynes era scattato l’allarme che la vettura non sarebbe venuta pronta per il primo test stagionale in programma da martedì a Jerez? Ebbene certi pezzi non sono stati approntati per tempo e li vedremo nelle altre sessioni…

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