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Perché la Mercedes non scalda più le gomme?

Hamilton 11esimo e Bottas 16esimo: le prove libere di Baku consegnano una Mercedes nei guai come a Monte Carlo. La W12 dominatrice a Barcellona non riesce più a mandare in temperatura le gomme e soffre nel giro lanciato, mentre sembra essere competitiva nel passo gara. Cosa sta succedendo alla freccia nera? Il team di Brackley cercherà delle risposte nel lavoro notturno al simulatore.

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Zak Mauger / Motorsport Images

“Oggi è stato il nostro peggior venerdì, e con un certo margine”. Andrew Shovlin, responsabile delle operazioni in pista della Mercedes, ha commentato così la prima giornata di attività in pista a Baku.

Lewis Hamilton undicesimo, Valtteri Bottas sedicesimo. Letta così la classifica sembra il secondo capitolo di un momento molto faticoso per la Mercedes, reduce dal difficile weekend monegasco.

La prima valutazione, importante per inquadrare i valori in campo, è che la monoposto che un mese fa ha vinto a Barcellona non è improvvisamente diventata una vettura inguidabile, ma un problema c’è, e non trascurabile: la W12 non scalda le gomme.

È una Mercedes a due volti, che nelle simulazioni di qualifica fatica a far entrare gli pneumatici nella corretta finestra di temperatura, con tutte le conseguenze del caso sul giro veloce, ma che una volta scaldate le gomme si conferma la W12 di sempre, come è stato confermato da Hamilton nei long-run.
“Il nostro problema maggiore è il giro singolo – ha confermato Shovlin - siamo molto lontani dalle posizioni che occupiamo di solito, dobbiamo trovare qualcosa che è più di un particolare. I riscontri in ottica gara non sono male, siamo un po' indietro rispetto alla Red Bull ma possiamo giocarcela. Ci aspetta una lunga notte di lavoro, abbiamo pianificato un programma completo di analisi con l’utilizzo del simulatore per cercare di capire cosa è successo oggi”.

Servono risposte, anche perché il verdetto arrivato dai piloti non lascia dubbi...
“Giornata un po' difficile? – ha attaccato Bottas - Penso che un po' non sia la parola giusta, è stato molto, molto difficile per noi oggi. È una questione di aderenza in generale, il bilanciamento non è male, ma la macchina non ha grip e scivola. Penso che sarà una lunga notte stasera”.

L’analisi di Hamilton è iniziata in modo differente per poi convergere su quanto detto dal compagno di squadra: “Ho avuto una giornata davvero buona, ho completato tutti i giri di cui avevamo bisogno senza errori ed imprevisti a parte un bloccaggio in FP1, ma siamo lenti. In generale mi sento come se stessi guidando bene, poi vedi i tempi e siamo ben lontano da dove vogliamo essere. Diverso invece il discorso sul passo gara, su quel fronte i riscontri sono stati migliori”.

I dati letti dal lung-run di Hamilton hanno confermato il campione del mondo subito dietro le due Red Bull, a conferma che il ritmo gara è molto buono, ma nella simulazione di qualifica Lewis non è riuscito neanche ad entrare nella top-10.

Lewis ha provato anche con due giri di warm-up prima di lanciarsi, ma senza miglioramenti significativi. Il problema accusato dalla Mercedes emerge in modo evidente nel secondo settore, quello più guidato, una parte della pista in cui Hamilton ha accusato un divario di oltre sei decimi da Max Verstappen.

L’unica buona notizia per la Mercedes (ma si tratta più di un anestetico che di un farmaco risolutivo) è legata alla configurazione di Baku, ovvero una pista che non preclude, a chi può contare su un buon passo gara, la possibilità di rimontare.

Al momento, però, tiene banco l’analisi dei riscontri odierni, un allarme suonato forte che ha riportato nel box Mercedes quei fantasmi che sembravano essere legati esclusivamente al layout di Mone Carlo.
“Credo che ci sia qualcosa di fondamentale che non stia funzionando bene – ha tuonato Bottas – e non sappiamo cosa sia. La mancanza di grip può dipendere da parecchi fattori, e al momento non ho idea di quale area possa essere. L’unica certezza è che non è stata una giornata facile”.

“Ci sono delle aree in cui dovrei essere più veloce – ha confermato Hamilton – ma non essendoci grip le cose si complicano. Ci lavoreremo stasera, ma al momento non so perché siamo dove…siamo”.

Un vero rebus, visto che stiamo parlando della monoposto che meno di un mese fa ha fatto la differenza sul circuito di Barcellona, la pista più rappresentativa per valutare la bontà di un progetto.

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