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F1: perché il mondiale sia valido servono 8 GP

Il mondo della F1 ancora non vede uno spiraglio per ripartire dopo la pandemia di Coronavirus, ma la speranza è quella di tornare al più presto in pista. Chase Charey si augura di allestire un calendario con 15-18 gare, ma per assegnaree i titoli ne bastano molto meno.

Carlos Sainz Jr., McLaren MCL35

Foto di: Евгений Сафронов

Dopo i convenevoli di rito e le rassicurazioni sullo stato di salute, la prima domanda è sempre la stessa: “Si sa qualcosa in merito al calendario?”.

Nessuno tra gli addetti ai lavori della Formula 1 fa eccezione, e non è solo una necessità logistica o una curiosità. Oggi chiedere informazioni sul “calendario” è un atto di speranza, una data che inconsciamente aiuta a vedere la fine dell’emergenza che la quasi totalità del pianeta sta vivendo.

Al momento non c’è un calendario che annuncia i Gran Premio del Mondiale di Formula 1 2020, o meglio, ce ne sono parecchi in attesa di capire quale tra quelli ipotizzati si sposerà meglio con le condizioni in cui si ritroverà il panorama internazionale ad inizio estate.

Il rappresentante di Liberty Media, Chase Carey, ha fatto il punto sulla situazione nella serata di ieri. “Ci aspettiamo che la stagione possa prendere il via in estate – ha chiarito Carey - con un calendario rivisto che includerà dalle 15 alle 18 gare. Come precedentemente annunciato, l’aver anticipato in questo periodo la chiusura estiva ci consentirà di poter essere in pista nelle settimane tradizionalmente utilizzate per le ferie, e potremo posticipare la fine della stagione oltre il 29 novembre, data nella quale originariamente era collocata l’ultima gara della stagione ad Abu Dhabi”.

Il mondo della Formula 1 si è compattato in un momento difficile, facendo tutto ciò che al momento può fare, ovvero prepararsi a partire nel momento in cui la situazione internazionale migliorerà. Il tutto con grande elasticità e disponibilità, cosa che non bisogna mai dare per scontata in Formula 1.

Oggi però è diverso, tutti remano nella stessa direzione in attesa di un segnale per ripartire. Se sarà l’Asia ad uscire per prima dall’incubo Covid-19, il Mondiale scatterà da lì, per poi proseguire dove ci sarà l’autorizzazione a scendere in pista da parte dei paesi ospitanti. Al momento il Circus può solo stare alla finestra, ed attendere.

“Non è possibile fornire un calendario più specifico a causa della instabilità della situazione attuale – ha spiegato Carey - ma monitoriamo le condizioni in ciascuno delle nostre nazioni ospitanti, nonché le problematiche relative ai viaggi per recarsi in questi paesi. Ci aspettiamo di avere informazioni più dettagliate il mese prossimo”.

C’è grande elasticità anche sulla possibilità di estendere le prove del calendario 2020 in un periodo in cui solitamente il Mondiale è già terminato.

Il mese di dicembre vedrà la Formula 1 in Medio Oriente con la doppia trasferta Bahrain-Abu Dhabi, questo sembra un punto fermo.

C’è chi ipotizza anche un’estensione a gennaio (ma sarebbe sempre parte del Mondiale 2020) se la ripresa dovesse andare oltre il mese di agosto, ma al momento è solo una delle possibilità sul tavolo.

Per i team non ci sarà lo stress legato alla realizzazione della nuova monoposto, quindi le energie non dovranno essere frammentate tra lavoro in pista ed in sede, quindi non è impossibile pensare di vedere in pista le squadre in un momento in cui si assistere solitamente alle presentazioni delle nuove vetture.
“Siamo fiduciosi che riusciremo a superare tutto questo – ha concluso Carey – arriveranno presto giorni migliori e, quando arriverà il moneto, ci assicureremo che tutti coloro che hanno investito in questo sport, ad ogni livello, si sentano premiati”.

La volontà di voler dare al 2020 un Mondiale è chiarissima. Non ci saranno “super season” e, si spera, neanche una stagione cancellata. Ai fini regolamentari un Mondiale per essere valido deve avere una classifica con almeno otto gare, e al momento c’è la volontà ferrea di assicurare all’albo d’oro di Formula 1 un campione del Mondo anche nel 2020.

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Kevin Magnussen, Haas F1 Team
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