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Pat Fry: "Ora la simulazione sarà di grande aiuto"

L'inglese spiega l'evoluzione del lavoro in un'area che sarà strategica in questa stagione

Pat Fry:
Pat Fry non è più al centro dell’ufficio tecnico della Ferrari, ma resta un pilastro della squadra di Maranello. L’inglese è l’uomo che ha portato avanti la ristrutturazione del Reparto Corse in parallelo con l’evoluzione delle macchine degli ultimi due anni. Un ruolo forse improbo, che adesso può svolgere nel migliore dei modi dedicandosi solo all’evoluzione dei sistemi di simulazione per renderli più vicini all’attività in pista… “Il lavoro di adeguamento nell’area della simulazione è andato avanti per due anni e nei vari settori. Ci sono molte cose che si possono apprendere al simulatore: ovviamente analizzando ogni aspetto come le performance e le caratteristiche aerodinamiche, ma anche considerando il cambiamento regolamentare che è frutto dell’adozione della nuova power – unit si possono capire quali dovranno essere gli obiettivi di progettazione. Più recentemente i piloti hanno lavorato al simulatore su differenti strategie, per utilizzare al meglio il motore. Penso che i piloti titolari lo abbiano trovato molto utile e che abbiano raccolto molte informazioni in preparazione dei test. Abbiamo lavorato girando sulle piste del Bahrein e di Jerez. Con le nuove regole ci sarà un maggiore uso del simulatore per prepararsi ad ogni Gp e vedremo i piloti prendere confidenza con la pista ma, soprattutto, lavoreremo sull’ottimizzazione delle strategie per qualifiche e gara”. Il simulatore è diventato uno strumento irrinunciabile nella F.1 moderna? Forse per la fine dell’anno, quando saremo più esperti, il simulatore diventerà meno importante. In questo momento è certamente un grosso valore aggiunto. Credo che il regolamento non influenzi veramente le strategie a livello di pit-stop. Penso che il cambiamento più grande sarà in termini di preparazione, per avere la monoposto pronta quando ci sarà un sostanziale aumento del carico di lavoro e del livello di complessità, sia per gli ingegneri che cercheranno di capire esattamente come ottimizzare o risolvere alcuni problemi molto complessi, sia per la squadra in generale, per i meccanici al lavoro sul motore come per quelli sul telaio. Il carico di lavoro aumenterà drasticamente. Tornando ai pit-stop, in realtà sono più influenzati dalla direzione che si prende in termini aerodinamici e nel quanto rendi difficile le cose per montare e smontare le ruote. Il cambiamento nel regolamento di quest’anno non influenza realmente i pit”. I Gp avranno fasi molto diverse a seconda dei momenti, alternando periodi di attacco a quelli di risparmio del carburante… ”Ci saranno alcune gare come Monaco dove andremo al massimo, senza nessun tipo di restrizione. Per altre, invece, sarà necessario un significativo risparmio di carburante. Suppongo che a Melbourne vedremo entrambi gli aspetti, sia al positivo che al negativo. È una pista ad elevato consumo e sono sicuro che per allora avremo preso confidenza con le strategie utili a risparmiare benzina. Dal punto di vista strategico, si può decidere dove essere veloce e dove andare piano perché si può variare il ritmo della monoposto in funzione della quantità di carburante che si vuole impiegare in un particolare giro. Studiare una gara e cercare di prevedere cosa stanno facendo gli altri diventerà più complicato di quanto non sia stato nel recente passato”. E’ il cambiamento regolamentare più rivoluzionario degli ultimi anni? ”Sono nel giro della F.1 da un po’ di tempo, quindi ho visto la fine dell’era turbo e il passaggio ai motori aspirati. Anche se quello è stato un grosso cambiamento, è comunque niente a confronto con il regolamento che prevede l’introduzione della power unit in questa stagione. Certamente l’adozione dei nuovi motori è il più grande cambiamento, almeno per quanto riguarda la mia carriera. A livello aerodinamico ci sono novità che non definirei straordinarie. Combinando i due aspetti, però, ci possiamo aspettare sfide molto interessanti, sia a livello di telaio che a livello aerodinamico. C’è la sfida nell’arrivare al limite, oltre alla voglia di ottimizzare la power unit. Certamente l’intero team di progettazione e tutta l’azienda sono stati messi a dura prova dalle nuove norme…”.

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