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Ocon e quella... corsa verso il successo con l'Alpine

Il pilota francese centra il primo successo in F1 dopo una gara condotta in testa subito dopo la ripartenza: Esteban non ha commesso la minima sbavatura nel GP d'Ungheria e si è meritato una vittoria che rappresenta la prima per l'Alpine. Ocon ha scoperto cosa significhi poter correre in aria pulita, potendo contare sull'aiuto di un compagno come Alonso che ha fatto da tappo al grande ritorno di Hamilton.

Fernando Alonso, Alpine F1, festeggia con Esteban Ocon, Alpine F1, primo classificato, in Parc Ferme

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

La corsa più dolce della sua vita. Non tanto i settanta giri, condotti magistralmente verso la bandiera a scacchi che gli ha assegnato la prima vittoria in Formula 1, ma quella percorsa a piedi lungo la pit-lane verso la cerimonia della premiazione, dove lo attendeva il gradino più alto podio.

La comprensibilissima euforia di Esteban Ocon, esplosa subito dopo aver tagliato il traguardo del Gran Premio d’Ungheria, ha fatto mancare al ventiquattrenne francese l’ingresso nella corsia box, ed ha percorso ancora una seconda volta il rettilineo d’arrivo con le braccia al cielo.

Quando se ne è accorto ha parcheggiato la monoposto ed ha percorso a piedi la pit-lane, dando dei ‘cinque’ ai tanti corsi a complimentarsi e godendosi una passerella emozionante quanto meritatissima. La FIA, inflessibile, gli ha rifilato una reprimenda, e Esteban ha risposto col sorriso: “Tranquilli, la prossima volta starò più attento”.

Ci sono giornate che cambiano una carriera, e forse una vita, e quella vissuta oggi da Ocon sull’Hungaroring rientra in questa categoria. Dopo anni tra alti e bassi ecco arrivare di colpo un’opportunità, imprevista, ma bisogna anche saperla cogliere e trasformarla in qualcosa di importante, e questo oggi a Budapest sia Ocon che Alpine lo hanno fatto al meglio.

Quando il pilota francese si è trovato in testa alla corsa è sembrato il leader provvisorio di una gara che avrebbe avuto tutt’altra storia, invece la storia l’ha scritta proprio Ocon, giro dopo giro, guardando la strada libera davanti (una sensazione che non provava dai tempi della GP3 Series) ma anche con la sagoma verde di Sebastian Vettel negli specchietti.

Seb ci ha provato, più volte, arrivando quasi a mettere a segno un undercut in cui il tedesco ha dato tutto, ma ha trovato sulla sua strada un Ocon che non ha sbagliato nulla, neanche una sbavatura come quella costata la posizione a Fernando Alonso nella sua strenua difesa contro Lewis Hamilton.

Dopo la sosta si è capito che Ocon poteva farcela davvero, la strategia è stata perfetta, e dalla sua il francese ha avuto a disposizione una velocità di punta che non ha concesso chance all’Aston Martin di Vettel anche quando ha potuto contare sul DRS.

La giornata di Budapest cambierà molto il futuro di Ocon ma anche i quello dell’Alpine, a segno alla gara numero undici della sua giovane storia.

È vero, parliamo della ex Renault, ma i cambiamenti apportati nel team di Enstone alla vigilia di questa stagione sono stati molti e di notevole importanza. Il balzo in avanti al quinto posto nella classifica costruttori è di vitale importanza per la squadra, partita con un piano nel lungo periodo ma conscia che i traguardi di tappa sono comunque importanti dopo aver fatto investimenti non indifferenti.

Ora l’obiettivo di Ocon e della Alpine sarà quello di non diventare ‘bravi perché hanno vinto’, ma un tandem che ha vinto perché è bravo. Servirà continuità, e su questo fronte un grande contributo arriverà (ed è arrivato oggi) da Fernando Alonso, confermatosi determinante nel successo di Ocon.

Nando è sempre Nando, capace di essere cruciale anche quando la classifica di gara lo vede al quinto posto, ma è stato realmente così. I giri in cui ha respinto l’assalto di Hamilton sono da mostrare in tutti i kartodromi come il manuale che spiega la difesa di una posizione, arrivando ad accarezzare la linea che separa una guida determinata dall’ostruzione.

“La squadra non mi ha detto nulla – ha commentato Alonso commentando il suo confronto con Hamilton – ma sapevo più o meno qual era la situazione della gara, ovvero che Esteban e Vettel stavano combattendo, riuscivo a vederli due curve davanti a noi. A 20 giri alla fine, con Lewis che stava arrivava due o tre secondi più veloce, sapevo che avrebbe potuto vincere la gara, quindi ero cosciente che ogni giro in più in cui riuscivo a tenerlo dietro, rappresentava ossigeno per Esteban”.

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