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F1 | Mercedes W13: si cambierà mezza macchina?

La squadra di Brackley non combatte solo con il porpoising, che è il più penalizzante della griglia, ma anche con scelte di progetto che, evidentemente, erano sbagliate e che non sarà facile correggere nella stagione in corso. La monoposto del prossimo anno sarà diversa e nascerà sulla base di alcune modifiche che sono già state pensate per la deludente W13.

George Russell, Mercedes W13

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

La Mercedes sta pensando di cambiare la W13. La freccia d’argento non sta soddisfacendo le aspettative del marchio della Stella nell’era delle monoposto a effetto suolo. È molto probabile che la vettura del prossimo anno non sia figlia di questa macchina e a Brackley decidano di ripartire da un foglio bianco, rimettendo in discussione il concetto delle zero-sidepod, ma non solo.

E del resto il grande capo, Toto Wolff, ha definito a Baku la macchina una "shit box". La colorita espressione chiarisce come ora la freccia d'argento sia vista a Brackley.

il rinforzo fra il profilo alare che copre il cono anti intrusione e la pancia della Mercedes W13

il rinforzo fra il profilo alare che copre il cono anti intrusione e la pancia della Mercedes W13

Photo by: Giorgio Piola

Ci hanno raccontato che il problema maggiore della vettura firmata dal direttore tecnico, Mike Elliott, fosse il porpoising, vale a dire il saltellamento che nasce a livello aerodinamico facendo perdere carico e costringendo gli ingegneri ad aumentare l’altezza minima da terra.

Volendo dare un valore spannometrico che varia da macchina a macchina, possiamo azzardare che alzando una F1 di 20 mm si perde circa il 10% della downforce e un secondo nel tempo sul giro. Come si capisce bene si tratta di un’enormità per chi ha l’ambizione, dopo otto titoli mondiali di fila, di guardare in alto nella classifica iridata.

Mercedes W13, dettaglio dell'ala posteriore scarica di Baku

Mercedes W13, dettaglio dell'ala posteriore scarica di Baku

Photo by: Giorgio Piola

La Mercedes con il pacchetto di aggiornamenti portato a Barcellona ha ridotto, ma non risolto il problema e a Brackley, supportati da Stoccarda, hanno deciso di guardare avanti, perché anche Baku ha confermato i problemi che affliggono una macchina nata sbagliata.

A dispetto della Red Bull, che ha un passo lungo anteriore per allontanare la ruota davanti alle pance e fare in modo che le turbolenze della gomma in movimento possano sporcare il flusso destinato ai canali Venturi, la Mercedes si è limitata a rispettare la distanza minima che ci deve essere fra l’asse anteriore e gli specchietti retrovisori che è di 1.730 mm.

Avendo spostato più indietro le bocche dei radiatori, che sono verticali per avere una sezione frontale minima, è stato inventato quel profilo alare che contiene il cono anti-intrusione superiore e che supporta i retrovisori.

Queste scelte di base del progetto hanno portato ad avere il pilota seduto più in avanti insieme al motore rispetto alla RB18, e dietro si è scelto di avere una scatola del cambio piuttosto lunga con uno spacer fra 6 cilindri e trasmissione. Un concetto che, evidentemente, rende difficile da bilanciare la vettura come trasferire la necessaria energia alle gomme.

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E, allora, la soluzione più facile potrebbe essere quella di convergere verso certe soluzioni che hanno dimostrato di funzionare meglio. Il problema maggiore sarà il rispetto del budget cap: siccome il regolamento resterà stabile, sarà possibile che certe idee che saranno finalizzate per il 2023 potranno essere trasferite sull’attuale monoposto. Ma sui tempi non è facile fare delle previsioni: vedremo già qualcosa a Silverstone, oppure bisognerà attendere l’Ungheria?

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