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F1 | Mercedes W13: drag per i radiatori incassati nel telaio?

Nel paddock tutti scommettono in un pronto ritorno della squadra di Brackley nella lotta per il mondiale, nonostante la pessima partenza delle frecce d'argento nei primi due GP: sono attese modifiche importanti per Imola o la Spagna, ma Toto Wolff ha sottolineato che non c'è solo un problema da risolvere. Scopriamo nel dettaglio quali sono i guai della W13, ma forse non è così scontato che possano essere risolti tutti in breve.

Dettaglio tecnico Mercedes W13

Dettaglio tecnico Mercedes W13

Giorgio Piola

Ci hanno provato, ma non faranno in tempo: il fondo che dovrebbe rimettere in carreggiata la Mercedes dopo il disastroso avvio del mondiale 2022 non arriverà pronto per il GP d’Australia, per cui la squadra campione del mondo si presenterà a Melbourne solo con un adeguamento della W13 alle caratteristiche del tracciato dell’Albert Park.

I problemi da risolvere sulla macchina a effetto suolo di Mike Elliott e James Allison sono più profondi di quanto sembri e, quindi, anche più difficili da risolvere del previsto. Basti ricordare una certa supponenza della squadra alla “presentazione in pista” della W13-mini prima dei test in Bahrain, seguita dallo sconcerto della squadra nel constatare che quel secondo di margine che le simulazioni promettevano, non solo non c’era, ma la freccia d’argento non era in grado di reggere il passo di Ferrari e Red Bull.

Lewis Hamilton, Mercedes W13, in difficoltà ai test in Bahrain

Lewis Hamilton, Mercedes W13, in difficoltà ai test in Bahrain

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Una caduta dall’Olimpo che fa molto male, perché a Brackley non sono abituati a inseguire e negli ultimi otto anni hanno sempre indicato la strada da seguire. Rincorrere non è facile, ma tutti nel paddock danno per scontato un rapido ritorno della Stella nella contesa iridata, tant’è che la squadra diretta da Toto Wolff è seconda nel mondiale Costruttori e risulta un punto avanti alla Red Bull che pure ha vinto il GP dell’Arabia Saudita.

Ma quali sono i veri problemi che affliggono la W13-mini? Proprio Toto Wolff ha sottolineato che non si possono riassumere in un solo aspetto, ma toccano diversi aspetti della monoposto. E, allora, quali sono?

Lewis Hamilton con la Mercedes W13: si noti l'elevata altezza da terra del fondo

Lewis Hamilton con la Mercedes W13: si noti l'elevata altezza da terra del fondo

Photo by: Motorsport Images

La macchina è considerata inguidabile da Lewis Hamilton: l’epta campione cerca ogni via per trovare un filone di sviluppo (imboccando anche strade sbagliatissime), mentre il nuovo arrivato George Russell, dopo l’esperienza triennale alla Williams, si è abituato a trarre il massimo da quello che gli viene messo a disposizione, andando a volte oltre i limiti della vettura. Sembra di vedere Ivan Capelli e Jean Alesi nel 1992 alle prese con la disastrosa Ferrari F92A (per altro una monoposto a doppio fondo!).

Lewis Hamilton, Mercedes W13 con l'ala molto carica usata nel GP del Bahrain

Lewis Hamilton, Mercedes W13 con l'ala molto carica usata nel GP del Bahrain

Photo by: Erik Junius

Il difetto principale della W13-mini è il drag. La macchina ha un bloccaggio aerodinamico che la rende lenta in rettilineo e poco efficiente nelle curve medie e veloci. A Sakhir la freccia d’argento aveva montato un’ala posteriore molto carica per compensare la mancanza di carico generata dal fondo.

L’effetto molto negativo del porpoising, il fastidioso saltellamento che si genera in rettilineo alle alte velocità per la presenza di forze stazionarie nel tunnel Venturi, ha imposto ai tecnici di alzare l’altezza minima da terra, perdendo il sigillo del fondo con l’asfalto e, quindi, molta downforce, che Showlin e compagni hanno cercato di compensare con più ala.

Mercedes W13: confronto fra l'ala posteriore di Sakhir e quella di Jeddah che è stata scaricata

Mercedes W13: confronto fra l'ala posteriore di Sakhir e quella di Jeddah che è stata scaricata

Photo by: Giorgio Piola

Il “muro”, quindi, è diventato più grande del previsto, aumentando la resistenza all’avanzamento e producendo delle velocità massime inadeguate per una vettura che ha sempre avuto la power unit più potente. A Jeddah il flap dell’ala posteriore è stato drasticamente tagliato (la Mercedes era la più scarica), ma la musica non è sostanzialmente cambiata.

Mercedes W13, dettaglio dell'ala posteriore tagliata nel flap a Jeddah

Mercedes W13, dettaglio dell'ala posteriore tagliata nel flap a Jeddah

Photo by: Giorgio Piola

Segno che il problema non dipende dalle ali: il fondo genera fino al 60% del carico, il corpo vettura superiore può valere fino al 10% e il resto è diviso fra le ali. È evidente che il 15% prodotto dall’ala posteriore non può avere un impatto così determinante sul risultato, segno che è l’efficienza del fondo, unita a quella del corpo vettura a essere deficitaria.

Gli osservatori mettono in risalto anche una carenza di power unit: Toto Wolff ha parlato di un impatto che al più può valere 0”2. Pochi nel quadro Mercedes attuale, ma che diventerebbero importanti nell’eventuale lotta per il titolo.

Dettaglio della power unit Mercedes F1 M13 E Performance

Dettaglio della power unit Mercedes F1 M13 E Performance

Photo by: Uncredited

Ma non è sfuggito a nessuno il fatto che tutte le monoposto spinte dal motore F1 M13 E Performance siano in seria difficoltà e che l’unico elemento che le lega è proprio la power unit. Si è scritto che in Petronas non avrebbero recuperato la potenza persa con l’introduzione del carburante E10, ma a Motorsport.com risulta che chi fornisce la benzina con l’etanolo il gap l’ha chiuso e superato come la Ferrari, mentre chi soffre un po’ di più questo tema sembra sia la Red Bull Powertrains (Honda).

Aston Martin AMR22 e McLaren MCL36 sembrano F1... sbagliate, mentre la Williams FW44 forse paga le maggiori “affinità” con il progetto Mercedes, oltre a una coppia di piloti più debole della concorrenza.

Williams FW44: il radiatore è parzialmente

Williams FW44: il radiatore è parzialmente "avvolto" dal telaio

Photo by: Erik Junius

E quando parliamo di “affinità” ci riferiamo alla collocazione dei radiatori sistemati nelle pance: entrambe le macchine hanno… scavato il telaio per “incastrare” una parte delle masse radianti in una nicchia della scocca. Appare evidente, quindi, che il lay-out è definito e non facilmente modificabile, per cui anche il ritorno alle pance più grandi di Barcellona non aiuterebbe a risolvere i problemi.

Mercedes W13: la freccia indica lo scasso nel telaio nel quale si inifilato in parte i radiatori

Mercedes W13: la freccia indica lo scasso nel telaio nel quale si inifilato in parte i radiatori

Photo by: Giorgio Piola

È lì che nasce il bloccaggio aerodinamico della W13-mini o molto si aggiusterà riducendo il porpoising che impedisce alla freccia d’argento di strisciare sull’asfalto come fa la Red Bull?

A Brackley si sono lanciati in un esercizio complicato che può aver creato dei problemi di estrazione del calore dalle fiancate e, quindi, dei surriscaldamenti che, almeno in parte, riducono il potenziale del motore che non può essere spinto con le mappature più estreme.

In casa Mercedes preferiscono spiegare che non ha alcun senso cercare la massima potenza, ma è meglio offrire oggi a Lewis un motore più guidabile, allungando anche la “vita” dell’unità, visto che sarà molto difficile completare una stagione di 23 GP solo con tre motori.

A Melbourne ci sarà l’ala studiata per l’Australia, a Imola arriverà il tanto atteso fondo, ma siamo sicuri che gli interventi programmati saranno sufficienti a cambiare le carte in tavola?

Mercedes W13, dettaglio della sospensione posteriore pull rod

Mercedes W13, dettaglio della sospensione posteriore pull rod

Photo by: Uncredited

C'è chi parla di aggiornamento delle sospensioni e chi non vuole trascurare il tema peso: la W13 ha meno bisogno di una dieta dimagrante rispetto alla Red Bull per arrivare ai 798 kg minimi, ma se è vero che togliere un chilo costa 250 mila euro, quante risorse può spendere Toto Wolff per raddrizzare una stagione che è nata storta?

Le feroci polemiche sull'ala che sostiene agli specchietti retrovisori con i contestatissimi micro flap che fanno da supporti sembrano ormai lontane un secolo...

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