F1 | Mercedes spiega l'approccio che porterà a stravolgere la W14
Mike Elliott, direttore tecnico della Mercedes, spiega qual è il processo che il team di Brackley sta adottando per stravolgere la deludente e sbagliata W14.
Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images
E' ormai acclarato come la Mercedes W14 sia nata non solo male, ma già sbagliata prima che il Mondiale 2023 iniziasse. Un duplice errore consecutivo che ha portato Toto Wolff, boss di Mercedes AMG F1 ad ammettere tutto questo sin dai test pre-stagionali di Sakhir e ad assumersi tutta la responsabilità per quanto accaduto, sebbene non sia stato lui a disegnare e a decidere i dettami con cui realizzare la monoposto attuale.
Al di là del mea culpa del manager austriaco - che, per altro, è diventata merce sempre più rara in Formula 1 e nello sport in generale - il team di Brackley ha subito deciso di cercare di reagire al più presto possibile.
Gli ingegneri della Mercedes, diretti da Mike Elliott, sono già al lavoro per stravolgere il progetto della W14. Certo, per ribaltare un progetto realizzato in mesi, ci vorrà del tempo. Ma la sosta dopo l'Australia potrebbe essere perfetta per permettere a Mercedes di arrivare alla stagione europea con una Freccia Nera completamente nuova.
Mike Elliott, direttore tecnico di Mercedes e responsabile delle ultime due vetture fallimentari, ha spiegato quale sia il processo che deve portare la squadra a cambiare pelle a una macchina nata sotto il segno di una filosofia sbagliata e portarla sulla via giusta per recuperare il terreno perso negli ultimi 15 mesi.
"Dopo il Bahrain abbiamo dovuto accettare che non eravamo dove volevamo essere, quindi abbiamo dovuto esaminare tutti gli elementi che compongono la nostra che compongono la nostra vettura e capire cosa potremmo fare di diverso, come potremmo ottenere maggiori prestazioni, perché c'è un divario significativo da colmare per raggiungere i primi".
George Russell, Mercedes F1 W14
Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images
"Quindi, gli ingegneri sono impegnati a studiare l'aerodinamica, la forma dell'auto, cose come la geometria delle pance, la geometria del fondo, perché forse ci siamo persi qualche trucco? Ma stiamo anche esaminando il mondo della simulazione: stiamo puntando alle cose giuste, stiamo spingendo l'aerodinamica nella giusta direzione, stiamo esaminando l'assetto meccanico della vettura".
"Ci sono cose che ci sfuggono? Che cos'altro possiamo apportare alla vettura per aumentare le prestazioni e cerchiamo di farlo il più velocemente possibile, perché vogliamo tornare davanti, vogliamo essere competitivi e l'unico modo per farlo è accettare di non essere nella posizione in cui vorremmo essere e lottare e lavorare sodo per tornarci".
"Innanzitutto, il nostro obiettivo principale al momento è continuare a imparare. Finora abbiamo disputato solo due gare; è davvero difficile costruire tendenze a partire da questo. In realtà, quello su cui ci stiamo concentrando è cercare di capire come fare per continuare a progredire".
Secondo Elliott, l'Albert Park di Melbourne sarà una pista per certi versi simile a Jeddah, ossia l'ultima pista in cui la F1 ha corso e che ha visto Mercedes sfiorare il podio con George Russell. Questo potrebbe aiutare il team a progredire ulteriormente con la monoposto a oggi nelle mani del britannico e del 7 volte iridato Lewis Hamilton.
"Possiamo fare il prossimo passo? Possiamo acquisire ulteriori conoscenze che ci aiutino a recuperare? In termini di caratteristiche effettive del circuito, l'Australia è probabilmente più limitata e più simile a Jeddah che al Bahrain. Speriamo quindi di riuscire a fare un altro piccolo passo avanti, di diventare un po' più competitivi, di imparare qualcosa che ci aiuti a progredire nel lungo periodo", ha concluso l'ingegnere di Brackley.
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