F1 | Mercedes-Red Bull: è la partita da giocare sui... rischi!
Ad Austin sarà un altro weekend bollente, sia per gli uomini della Stella che per quelli di Milton Keynes. La posta in palio è altissima e provare a vincere significa anche poter incorrere in problemi seri da ambo le parti. Vediamo come e perché.
Lewis Hamilton, Mercedes W12, e Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B
Steve Etherington / Motorsport Images
Il muro che divide il box Mercedes da quello Red Bull vede preoccupazione su entrambi i fronti.
Nel garage di Max Verstappen il nervosismo è legato alla crescita tecnica della Mercedes, la quale a sua volta convive con la preoccupazione che proprio questa crescita possa mettere a rischio l’affidabilità.
Il tandem Horner-Marko già da qualche gara ha lanciato più sassolini nello stagno dei sospetti (sposando anche tesi differenti), ma essendo un copione che va in scena da inizio anno (su entrambi i fronti) ormai cattura meno attenzione.
Che la Mercedes abbia fatto un notevole passo avanti da fine estate è un dato lampante, che desta curiosità considerando che siamo di fatto davanti a monoposto che da tempo hanno completato il loro sviluppo.
Eliminando la voce ‘novità tecniche’, restano due fronti aperti: power unit e messa a punto. Che qualcosa sia stato portato molto al limite lo conferma anche la gestione dei motori, con Bottas che ad Austin ha montato sulla sua monoposto la sesta ICE della stagione.
“Credo che stiano soppesando il rischio rispetto e la ricompensa – ha commentato Christian Horner - è molto insolito per Mercedes. Sono stati il punto di riferimento in termini di affidabilità negli ultimi sei o sette anni, è strano vederli in questa situazione”.
È una partita che si gioca sul filo, con Mercedes nell’insolito ruolo di sfidante, visto che dopo la grande campagna estiva di Verstappen è stata costretta a prendersi dei rischi, con l’incubo che il mondiale possa essere deciso dal fattore affidabilità.
“Sì, potrebbe giocare un ruolo chiave”, ha confermato Horner, sorridendo subito dopo: “Lo spero? Beh, dipende da chi è ‘l’inaffidabile’! Noi speriamo di arrivare alla fine dell'anno con quello che abbiamo a disposizione oggi, questa è la nostra ipotesi. Lo scenario potrebbe cambiare rapidamente, ma con la penalità presa a Sochi siamo tornati in una posizione ragionevole”.
Lance Stroll, Aston Martin AMR21, Valtteri Bottas, Mercedes W12, e Lewis Hamilton, Mercedes W12
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Sesta ICE anche per Hamilton?
L’arrivo della sesta unità endotermica sulla vettura di Bottas, ha ovviamente fatto ipotizzare che anche Hamilton possa aver bisogno di una nuova ICE prima del termine della stagione.
Ipotesi non esclusa da Toto Wolff: “Non posso dire ora quanto sia elevata questa possibilità o darvi una percentuale, ma ovviamente il rischio c'è, e l’aspetto che è più difficile valutare è se giocare e prendere un’altra penalità o prendersi il rischio di un ritiro e andare avanti. È una discussione ancora aperta”.
Non tutti nel box Red Bull sono però convinti che i passi avanti della Mercedes siano legati ad un uso estremo delle power unit.
“È qualcosa che ha che fare con l'aerodinamica – ha dichiarato Marko - non possiamo ancora essere precisi, ma non si tratta tanto del motore quanto dell'aerodinamica”.
E Wolff sembra confermare questa versione: “Siamo riusciti a capire i punti deboli di questa macchina in termini di messa a punto. Abbiamo guadagnato efficienza sui rettilinei grazie al giusto compromesso tra resistenza e carico aerodinamico. Siamo migliorati anche sulle curve veloci, restando alla pari con la Red Bull nelle curve lente. Nel complesso la monoposto ora è gestita molto meglio”.
Nessuna ‘tovata’? “Sappiamo che questo è uno sport in cui gli avversari cercheranno sempre di scoprire se esiste una pallottola d'argento che possa spiegare tutto – ha concluso Wolff - la mia esperienza è che non esiste mai una cosa del genere. Il lavoro procede sempre con tanti piccoli guadagni, magari singolarmente marginali ma che nel complesso portano prestazioni e fanno la differenza. Stiamo cercando di comprendere meglio la nostra macchina e migliorare le prestazioni, il resto sono voci e non stiamo troppo ad ascoltarle”.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
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