Mercedes: più potenza in qualifica, rischiando l'affidabilità
Il team campione del mondo per la prima volta ha deciso di raschiare il barile dell'affidabilità per estrarre dalla power unit la massima potenza in qualifica, puntando soprattutto a un maggiore riempimento in basso con lo sfruttamento del turbo ai limiti. Analizziamo la telemetria di Hamilton per scoprire qual è stato il salto di qualità in Q2 e Q3 della W12 che ha anche beneficiato di un assetto più adatto a cavalcare i cordoli.
Foto di: Matteo Bobbi
La Mercedes era alla disperazione. Nell’ultima sessione di prove libere del GP del Messico il divario dalle Red Bull era cresciuto rispetto al giorno prima e le W12 sembravano destinate a una “Caporetto” in qualifica. Poi qualcosa è successo che ha ribaltato i giochi portando Valtteri Bottas in pole e Lewis Hamilton al suo fianco in prima fila.
Qualcuno ha sostenuto che i tecnici diretti da Andrew Shovlin abbiano trovato la quadra alzando la W12 per poter aggredire di più e meglio i cordoli specie nel terzo settore, quello guidato dello stadio, ma è passato inosservato che la Stella, finalmente, abbia deciso di rischiare con i motori.
Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno potuto fare affidamento su una bella sorpresa: il 6 cilindri F1 M12 E Performance è stato deliberato per la qualifica con una mappatura più estrema del solito, tale da consentire al sette volte campione del mondo la possibilità di centrare i 350 km/h di velocità massima in Q2 (solo Pierre Gasly ha fatto meglio con 351,5 km/h ma in scia a Yuki Tsunoda), e potendo disporre anche di una maggiore coppia in basso.
Nyck De Vries e Toto Wolff, Team Principal e CEO, Mercedes AMG, festeggiano in garage la pole di Valtteri Bottas
Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images
Le indiscrezioni parlano di una disponibilità di 18 cavalli in più, andando a rischiare nel campo dell’affidabilità: Hywel Thomas, capo dei motoristi di Brixworth, ha dato la luce verde per spostare in alto le soglie di sicurezza che hanno permesso di alzare l’overboost del motore, andando a prendere una potenza che poteva costare cara in termini di durata.
La combinazione fra le scelte di assetto che bene si sono sposate con la pista (finalmente, è andata gommandosi, garantendo quel grip indispensabile alla W12 per funzionare a dovere) e il coraggio di andare a sfidare l’affidabilità ha permesso alla Mercedes di ribaltare il risultato di una qualifica che sembrava destinata a una prima fila tutta Red Bull.
Valtteri Bottas e Lewis Hamilton felici dopo le qualifiche di Città del Messico: la Mercedes è stata strepitosa
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Per correttezza va aggiunto che alla crescita delle frecce nere ha fatto seguito un indiscutibile calo delle due RB16B, ma è sorprendente come la Stella sia riuscita a riprendere una situazione che sembrava compromessa.
E, allora, per capire meglio cosa è successo abbiamo chiesto all’equipe di Matteo Bobbi di elaborare la telemetria del miglior giro di Lewis Hamilton nelle tre sessioni della qualifica. E già nella Q1 Valtteri Bottas ha dato un chiaro segno del cambiamento risultando il più veloce in 1’16”727, mentre in Q2 è stato Lewis Hamilton a svettare in 1’16”474 montando le gomme gialle di mescola media che pagano almeno mezzo secondo rispetto al pneumatico soft.
Le curve indicano chiaramente come ci sia stato un salto prestazionale dalla Q2 (tracciato rosso) rispetto a quello bianco della Q1: la W12, come dicevamo, ha potuto beneficiare di più “birra” rispettando i vincoli della mappatura unica del motore. Grazie alle tarature più estreme (sono numerosi i parametri di settaggio sui quali è possibile intervenire) la Mercedes ha mantenuto le prestazioni monstre in fondo ai rettilinei, migliorando il comportamento della vettura ad ogni ripartenza e ad ogni accelerazione.
In Q3 (traccia azzurra) si sono visti degli incrementi dai 6 agli 8 km/h di velocità rispetto alla Q1, perdendo solo un po’ di efficacia nella zona dello stadio perché le gomme hanno cominciato ad accusare la fatica e la crescita si è limitata ad un paio di km/h di velocità di percorrenza nelle curve più lente.
La Mercedes ha risposto con una dimostrazione di forza in qualifica alla provocazione di Helmut Marko che vaticinava per Hamilton una sostituzione di motore nell’appuntamento in altura di Città del Messico. Toto Wolff aveva smentito che sarebbe stato necessario smarcare il motore 4 per Lewis (sebbene ne abbiano fatto uso nei team clienti Lance Stroll e Lando Norris), lasciando intendere che l’inglese potrebbe arrivare fino alla fine della stagione senza penalità. Per come vengono sfruttate le power unit in questa stagione, crediamo che la previsione sia molto ottimistica.
La qualifica non dà punti: la sfida che conta inizierà in serata con la gara, ma la Mercedes ha mostrato i muscoli sabato, per dare un segno tangibile che la partita iridata si scioglierà solo alla fine ad Abu Dhabi…
Lewis Hamilton, Mercedes W12
Photo by: Charles Coates / Motorsport Images
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