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Mercedes: perché Hamilton festeggia una pole che non... esiste?

La splendida prestazione del sette volte campione del mondo nelle qualifiche del GP di Gran Bretagna forse non troverà spazio negli archivi ufficiali della Formula 1, ma certamente resterà impressa nella memoria del Re Nero. La Stella non si rassegna alla superiorità tecnica della Red Bull e attraverso l'inglese ha voluto dare un segno della sua capacità di reagire alle difficoltà. Ecco perché il venerdì di Silverstone potrebbe avere un riflesso sul mondiale.

Lewis Hamilton, Mercedes W12, parcheggia dopo essersi assicurato la pole

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Il giro completato da Lewis Hamilton oggi a Silverstone, davanti a novantamila spettatori, non troverà spazio negli archivi ufficiali della Formula 1. È un peccato, perché il peso specifico del miglior tempo conquistato dal campione del Mondo è assoluto, e diventa di fatto una delle pole position che Lewis (uno che non ha grandi doti mnemoniche) ricorderà a lungo, come quella ottenuta nel 2018 a Singapore.

Al diavolo il valore formale, nella sostanza è la pole numero 101 ottenuta da Lewis Hamilton, una delle più cercate, sofferte e celebrate.

Esattamente come tre anni fa sul circuito di Marina Bay, Hamilton e la Mercedes non erano i favoriti della vigilia, una condizione che porta un po' di stress ma che allo stesso tempo accende l’orgoglio di una squadra immune da ogni forma di appagamento. La giornata in realtà per Lewis non era iniziata nel migliore dei modi.

Quando al termine della FP1 gli è stato comunicato via radio che Verstappen era stato più veloce di sette decimi, la risposta di Hamilton è stata molto esplicativa.
“Davvero sette decimi?”, ha risposto, restando di stucco davanti ad un margine decisamente più alto anche della più pessima delle previsioni. Il copione è sembrato già scritto, e confermato anche nella Q1, con Verstappen capace di concludere al comando utilizzando un solo set di gomme nuove, unico a farlo.

Il sorpasso è arrivato in Q2, con Hamilton che limava decimi in incessante contatto col box, e Verstappen che ha iniziato ad accusare problemi di sottosterzo nel terzo settore.
“Quando c’è stato da attaccare – ha poi spiegato Max – l’anteriore non faceva presa sull’asfalto, una sensazione strana”. 

Pochi minuti dopo la conferma in Q3, nonostante un errore dello stesso Hamilton nel giro conclusivo. Poi è stata festa, con l’ingegnere Peter Bonnington che ha urlato via radio l’ormai celebre “Get in there, Lewis”, emozionato anche più di tante giornate in cui sono stati celebrati titoli Mondiali.

Un giro (che di fatto non andrà in archivio) è stato festeggiato come un traguardo di grande portata, e questo rende l’idea del significato che ha per la Mercedes questo venerdì di Silverstone. Da oltre due mesi il team campione del Mondo è a secco di vittorie e pole position, un periodo in cui la Red Bull ha piazzato cinque successi consecutivi prendendo il largo nelle classifiche generali.

Per la Mercedes il weekend di Silverstone è un’ultima spiaggia per restare agganciata alla corsa per i titoli Mondiali, lo sanno bene Hamilton, Bottas (che oggi si è sportivamente messo a disposizione della squadra per dare la scia a Lewis) e tutti coloro che operano nella sede di Brackley, dove stamane lo stesso Hamilton ha fatto un salto sul simulatore.

Una presenza che dice molto su come la squadra stia provando davvero tutto il possibile per tenere testa ad una Red Bull che resta ancora la favorita, sia per la vittoria di tappa che per i titoli Mondiali 2021.

Ma Mercedes, e soprattutto Hamilton, non vogliono mollare fino a quando ci sarà una possibilità, e la “pole position” conquistata oggi è lì a confermarlo. Per quanto riguarda il passo gara tutto è rimandato a domani, come prevede questo nuovo format che fino ad ora ha spaccato in due il paddock tra entusiasti e dubbiosi. Ma stasera, nel tramonto di una Silverstone assolata, Hamilton si gusterà il momento.

A trentasei anni, con in bacheca sette titoli Mondiali, novantasei successi e cento pole position, si sta godendo un giro da sogno, come fosse un ragazzino al primo exploit in carriera. “È passato tanto tempo dall’ultima volta che ho potuto sentire l’urlo del pubblico – ha spiegato dopo essere sceso dalla monoposto – e ritrovarsi a rivivere questa sensazione proprio qui a Silverstone, beh, è stato emozionante. Domani? Sarà una gara dura, però partiamo da una buona posizione…giusto?”.

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