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F1 | Mercedes: la W13 delude, bisogna cambiare per il futuro

Il distacco rimediato da George Russell nelle qualifiche del GP di Monaco (736 millesimi da Leclerc con la Ferrari) ha evidenziato che il problema della W13 non è solo aerodinamico ma coinvolge anche le scelte di base del progetto. Nonostante il badget cap il team di Brackley cerca di portare in pista degli aggiornamenti che non migliorano la situazione. Un diversa ala anteriore è stata montata solo in qualifica per timore di rovinare le parti nuove nelle prove libere, non avendo a disposizione abbastanza ricambi.

Dettaglio dell'ala anteriore della Mercedes W13

Dettaglio dell'ala anteriore della Mercedes W13

Giorgio Piola

In Mercedes le illusioni sono finite. Il GP di Spagna aveva lasciato intendere anche ai tecnici di Brackley che la W13 avesse imboccato la strada giusta per iniziare a spremere quel potenziale che la freccia d’argento avrebbe, ma che non riesce mai ad esprimere compiutamente.

Le colpe sono sempre state attribuite al porpoising e, quindi, a una questione prettamente aerodinamica, ma a Monte Carlo dove l’efficienza non conta e serve il carico aerodinamico unito a una macchina che sfrutta le doti meccaniche di telaio e sospensioni, emerge la nuda realtà: la W13 è una macchina sbagliata, “sorda” alle modifiche come abbiamo più volte scritto. Certo, gli ingegneri di pista sono costretti ad alzare il fondo da terra per ridurre i saltellamenti, ma la causa non sembra dipendere dalle forme ma dall'hardware della vettura.

George Russell, Mercedes W13

George Russell, Mercedes W13

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

George Russell ha messo la Mercedes al sesto posto in griglia con un giro perfetto, ma davanti c’è la McLaren di Lando Norris che a parità di motore ambisce al ruolo di terza forza, scalzando proprio la Stella. Ed è giusto segnalare che anche Fernando Alonso, prima di sbattere al Mirabeau, ha portato la sua Alpine fra le frecce d’argento, sottolineando che a Brackley stanno soffrendo più del previsto.

E a dirlo in modo eloquente sono i distacchi: Russell ha lasciato al poleman Charles Leclerc 736 millesimi e Lewis Hamilton, ottavo, oltre un secondo. Parliamo di distanze che sono siderali se si considera che quella del Principato è la pista più corta del mondiale (3.3 km) appare evidente che le gare passano, ma la Mercedes non cambia.

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Il giovane talento inglese magari in gara saprà fare una delle sue magie (non dimentichiamoci che fa parte del terzetto di fenomeni con Leclerc e Verstappen), ma non deve sorprendere se nel team di Toto Wolff si cominci a guardare al futuro, altre che al titolo mondiale!

Dopo Barcellona le improvvide parole del team principal, e non solo sue, avevano alimentato che la Catalunya fosse la svolta della stagione con un consistente pacchetto di aggiornamenti. Monaco ha smontato ogni entusiasmo, riportando la squadra con i piedi per terra.

Cosa c’è di sbagliato sulla W13? Gli ingegneri diretti da Mike Elliott e James Allison devono decidere se la monoposto del prossimo anno sarà figlia di questa macchina o se a Brackley dovranno partire con un foglio bianco. Il dubbio è che non sia la veste aerodinamica a generare i problemi, quanto il lay out della vettura con il pilota seduto troppo avanti rispetto alla migliore concorrenza.

I vincoli del budget cap impediscono di effettuare interventi radicali su una macchina che ha proposto scelte aerodinamiche molto ardite che avevano scatenato violente polemiche non appena la W13 con le mini pance era stata presentata nei test in Bahrain, salvo finire nel dimenticatoio poco dopo.

Il limite dei costi è certamente impattante sullo sviluppo: la Mercedes ha portato a Monaco un’ala anteriore leggermente modificata in prossimità della paratia laterale, continuando l’affinamento di una soluzione che è stata presentata a Miami.

Dettaglio dell'ala anteriore nuova della Mercedes W13

Dettaglio dell'ala anteriore nuova della Mercedes W13

Photo by: Giorgio Piola

L’ultimo flap, nella porzione più esterna, cerca di massimizzare l’outwash dei flussi con l’attacco alla paratia laterale che diventa longitudinale, per liberare un passaggio di aria importante, utile a spingere i filetti oltre la ruota anteriore. In Spagna, nel punto più esterno, era presente un piccolo soffiaggio, mentre a Monaco è stata aggiunta una placca metallica che forma un angolo retto e aumenta la superficie, cercando più spinta verticale.

Mercedes W13: l'ala di Miami poi modificata a Barcellona

Mercedes W13: l'ala di Miami poi modificata a Barcellona

Photo by: Giorgio Piola

È interessante rilevare che la modifica è stata inserita nella lista delle novità che ogni squadra deve dichiarare alla FIA prima che le monoposto vengano messe in mostra al venerdì mattina in pit lane, ma la soluzione non si è mai vista nelle tre sessioni di prove libere, ma è stata montata solo a partire dalle qualifiche.

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I tecnici, quindi, sono andati alla “cieca” senza avere dei dati di riferimento. Il motivo è presto spiegato: avevano pochi ricambi e hanno scelto di non rischiare la novità nelle prove libere, per avere la fornitura necessaria per le qualifiche e la gara. Anche questa è una prova della volontà della Mercedes di reagire alle difficoltà con la massima reattività, ma tanta fatica sembra vada sprecata.

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