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Mercedes: il rinnovo di Hamilton slitta per le scorie di Monaco?

Mercedes e Lewis prima del GP di Monaco avevano fretta di rinnovare il contratto di un anno con l'opzione per quello successivo. Dopo i fatti del Principato, invece, ci sarebbe stato un raffreddamento di Stoccarda. Tocca a Toto Wolff portare in porto la trattativa entro metà giugno: sembrava tutto facile, ma qualcosa si è complicato.

Lewis Hamilton, Mercedes

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

Il GP di Monaco sta cambiando le carte in tavola per la Mercedes. La gara del Principato, quinto appuntamento mondiale, ha delineato uno scenario che non era nei piani della squadra di Brackley: Lewis Hamilton ha perso la testa nella classifica iridata piloti a vantaggio di Max Verstappen e la Stella si è vista scavalcare nella graduatoria Costruttori dalla Red Bull Racing.

L’epta campione fra le strade di Monte Carlo è stato solo una comparsa: se escludiamo il giro veloce (1’12”909 ottenuto con le gomme soft che ha disintegrato il record precedente di 1”3), l’inglese ha disputato forse la sua peggiore gara da quando corre in Formula 1.

Fin dal giovedì Hamilton non ha mai trovato il feeling con la W12: inizialmente sembrava che la Mercedes potesse fare un po’ di pretattica, ma poi è parso chiaro a tutti che la freccia nera non riusciva a mandare in temperatura le gomme, sebbene la Pirelli avesse scelto le tre mescole più morbide per il circuito cittadino.

Lewis non ha mai trovato la confidenza con la vettura, mentre Valtteri Bottas si è più facilmente adattato al materiale a disposizione e alla fine è arrivato ad appena 50 millesimi dalla pole position di Leclerc con la Ferrari e in gara, fino al fantozziano ritiro per il dado spanato al pit stop, era all’inseguimento del leader Verstappen.

Il Re Nero, invece, non è mai entrato in partita: settimo è scattato al via e settimo ha concluso solo perché davanti alla sua W12 ci sono stati due stop (Leclerc e Bottas), altrimenti avrebbe concluso più indietro, vittima di una strategia di gara suicida che al pit, non solo non gli ha permesso il sorpasso a Pierre Gasly che lo precedeva, ma addirittura ha patito l’overcut di Sergio Perez e Sebastian Vettel.

Dopo le qualifiche Hamilton ha avuto un duro scontro con i tecnici della squadra, mediato da Toto Wolff, ma il meeting, per quanto franco, non ha prodotto alcun effetto positivo sul risultato domenicale, con il campione inglese molto polemico con la squadra con televisioni e media.

La Mercedes ha introdotto una importante modifica all’anteriore della W12: oltre a modificare il rapporto di sterzo per girare al Loews e alla Rascasse, lo staff di James Allison ha lavorato per trarre dei vantaggi anche aerodinamici (per avere più carico anteriore), ma le modifiche introdotte non devono essersi adattate allo stile di guida del campione del mondo che è, stranamente, andato in crisi.

Le esternazioni di Hamilton che ha accusato il team per avergli dato una macchina non competitiva, mentre in passato ha sempre sostenuto che “…si vince e si perde insieme”, non sono affatto piaciute a Stoccarda, tanto più che le due W12 era identiche nella configurazione e nel set-up.

Lewis, questa volta, si è lasciato prendere la mano dall’emotività del momento, consapevole che la sfida iridata sarà molto più dura del previsto, ma non è piaciuto che i panni sporchi non siano stati lavati in famiglia, ma siano diventati un argomento mediatico.

Qualcuno in Germania avrebbe rimarcato le crepe che si sono aperte nel gruppo di lavoro di Toto Wolff, come se l’austriaco non avesse pienamente in mano il timone della barca. E queste turbolenze tendono a surriscaldare un ambiente che, invece, sarebbe dovuto arrivare al rinnovo del contratto di Hamilton in settimana.

Stando alle indiscrezioni, invece, c’è stato un raffreddamento. La Mercedes aveva fretta di chiudere l’accordo e lo stesso Lewis sembrava intenzionato a mettere la firma a un contratto di un anno più l’opzione di una seconda stagione esercitabile da entrambe le parti.

Era stata raggiunto un accordo economico (la conferma dei 30 milioni all’anno), ma non il ruolo attivo che il pilota vorrebbe in Mercedes nel momento in cui dovesse appendere il casco al chiodo. Un dettaglio non da poco che doveva essere discusso con il marchio.

La questione, invece, sarebbe in capo solo al team principal che ha tempo fino a metà giugno per dipanare la matassa e fare in modo che non riesploda un tira-e-molla come quello dell’ultimo rinnovo.

Insomma, dopo il GP di Spagna vinto meritatamente, sembrava che per la Mercedes tutto filasse nella giusta direzione, alimentando le aspettative per l’ottavo doppio titolo mondiale di fila. La battuta d’arresto nel Principato, invece, ha portato alla luce delle fragilità tecniche e sportive che devono far riflettere per il proseguo della stagione. E i nodi che sono venuti al pettine dovranno essere sciolti…

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