McLaren-Honda: il compressore nella V fa discutere
Favorisce un packaging estremo, ma è troppo piccolo. A Woking modificano l'impianto di raffreddamento
La McLaren guarda al futuro con una certa fiducia: la speranza è di conquistare il primo punto iridato in una delle prossime due gare. In particolare a Monaco dove l'apporto della power unit è meno determinante che su altri tracciati, ma già in Spagna si dovrebbero vedere delle novità tecniche sulla MP4-30 tali da favorire un migliore sfruttamento dell'impianto ERS.
"Contiamo di fare qualche progresso - spiega Eric Boullier - perché McLaren e Honda si stanno comportando davvero come una squadra unica, e questo è un aspetto positivo. Un grosso lavoro lo si sta facendo sulle mappature elettroniche per avere una migliore gestione della power unit: perché si può agire sul risparmio di carburante, sulla potenza e la guidabilità del motore".
Le analisi post Gp del Bahrein hanno confermato che Jenson Button non ha potuto schierarsi al via della gara per un cortocircuito: finalmente è stato individuato il connettore elettrico che ha fatto impazzire i tecnici di Woking per tutto il week end nell'Emirato.
Fernando Alonso, invece, ha concluso la gara all'undicesimo posto, anche se doppiato. Tim Goss e Peter Prodromou hanno ricevuto le richieste di adeguamento della MP4-30 alle esigenze del 6 cilindri RA615 H. Il compressore montato al centro della V,(anticipazione di OmniCorse.it del 27 marzo) ha dei vincoli fisici: è piuttosto piccolo per soddisfare le necessità di potenza, pur consentendo un lay out molto compatto.
L'ERS del motore Honda patisce dei surriscaldamenti che non permettono un'adeguata ricarica di energia nella batteria: gli interventi per Montmelò saranno finalizzati a migliorare il rendimento dell'impianto ibrido con un intercooler maggiorato e la revisione del sistema di raffreddamento che dovrebbe consentire un più efficace sfruttamento della potenza.
E' confermato, intanto, che la MGU-K è montata sul lato destro sotto alla testata: per questo aspetto la Honda non ha cercato soluzioni innovative, ma si è allineata alle scelte degli altri. I giapponesi sperano di essere arrivati alla fase di stabilizzazione dei problemi (molto maggiori di quanto avessero previsto nelle simulazioni al banco) per iniziare una fase di crescita delle prestazioni.
L'obiettivo iniziale dovrebbe essere quello di aumentare la capacità di ricarica di energia che risulta molto al di sotto del potenziale di progetto: la riduzione delle temperature di esercizio della power unit avrà un doppio benefico effetto. Oltre a migliorare l'affidabilità sarà possibile incrementare le performance.
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