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McLaren e Alonso scoprono le cause del crash?

Lo spagnolo oggi si siede al simulatore per dimostrare la sua integrità psico-fisica alla squadra

Fernando Alonso lavora al simulatore della McLaren. Lo spagnolo è tornato a vestire i panni del pilota dopo l’incidente del 22 febbraio a Barcellona sul circuito di Montmelò. È a Woking a preparare il Gp della Malesia dove dovrebbe fare il suo debutto al volante della McLaren MP4-30.

Lo spagnolo sembra aver superato i brutti postumi del crash all’uscita della curva 3 e dimostrerà oggi al team la sua piena integrità psico-fisica mettendosi nel cockpit del simulatore McLaren che è considerato fra i migliori in circolazione. L’asturiano inizia a Sepang una stagione più difficile di quanto potesse sembrare, perché i giapponesi della Honda sono arrivati tecnicamente poco preparati all’appuntamento mondiale e le due MP4-30 sono scivolate all’ultima fila dello schieramento di Melbourne (non era mai successo nella storia della McLaren occupare la coda della griglia con due vetture…): Fernando, però, è un trascinatore e saprà mettere ai nipponici una forte pressione per accelerare lo sviluppo, visto che i tecnici di Woking non sono stati capaci di imporre un cambio di passo al fornitore della power unit.

La giornata per Alonso sarà importante anche per altri aspetti: Eric Boullier mostrerà al pilota di punta il dossier sulle risultanze che sono emerse del suo incidente. Va riconosciuto alla McLaren, reticente nel dire la verità sul crash dello spagnolo, che nel Technology Centrenon ha mai smesso di cercare l’effettiva causa del botto catalano, lavorando in stretta collaborazione con i responsabili della FIA che stanno portando avanti la loro indagine parallela.

Nella vulgata che si legge sui giornali e sui siti si parla di Fernando vittima di un malore o di una scossa elettrica causata dall’alta tensione della MP4-30: a Woking c’è un gruppo di lavoro che ha rianalizzato tutti i dati per trovare una risposta logica ad un incidente misterioso, inspiegabile. E potrebbero emergere delle inattese sorprese che ci auguriamo vengano rese pubbliche (magari nelle risultanze della FIA).

Alla McLaren sanno cosa è successo e adesso lo sa anche Alonso (per cui si esclude il malore). Siamo a un punto cruciale per la ricucitura di un rapporto che è nato proprio male. Non tanto per l’impegno di Ron Dennis che non ha mai legato con lo spagnolo, quanto per la cocciutaggine di Eric Boullier, consapevole di quali possono essere i danni d’immagine che la pessima gestione del crash Alonso potrebbe avere sulla McLaren.

Il francese è l’uomo che fa da cerniera fra il pilota e il titolare della squadra ed è perfettamente consapevole che solo Fernando potrebbe essere in grado di dare una… scossa agli uomini della Honda. Alonso ha in programma un'altra visita dai medici che lo hanno seguito prima del controllo dei dottori della FIA, programmato a fine settimana, che saranno gli unici a dare  l'ok a Fernando per tornare al suo posto nel Circus.

I giapponesi hanno imposto alla McLaren di partire in gara con l’ERS quasi spento, nel tentativo di finire il Gp d’Australia: Jenson Button ha concluso la gara a due giri da Lewis Hamilton. Un’umiliazione per un ex campione del mondo. Peggio è andata a Kevin Magnussen che ha visto esplodere la sua power unit nel giro di formazione della griglia! Il danese ha… cotto il primo motore di Alonso, il quale ne avrà solo tre per finire la stagione.

È ragionevole credere che l’iberico voglia ribaltare l’approccio visto in Australia: non ha senso difendere l’ultima posizione cercando di fare dei chilometri. Lo spagnolo cercherà di andare all’attacco, mettendoci del suo, per esprimere il massimo potenziale esistente della MP4-30 e magari qualcosa in più per spingere lo sviluppo: l’anno è di apprendimento ed è meglio sfruttarlo visto che le modifiche per problemi di affidabilità sono concessi dalla FIA…

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