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F1: Masi spiega i 10 secondi di penalità inflitti a Hamilton

Il direttore di gara della F1 Michael Masi ha spiegato la penalità inflitta a Hamilton nel corso del GP di Gran Bretagna, ma anche il motivo per cui è stata esposta la bandiera rossa dopo l'incidente di Verstappen alla Copse.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, Lewis Hamilton Mercedes W12

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Il Gran Premio di Gran Bretagna 2021 sarà certamente ricordato come un punto spartiacque del duello tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. Quanto accaduto al primo giro, alla curva Copse, lascerà strascichi inevitabili dal punto di vista sportivo.

Poche ore dopo la fine della gara, il direttore di gara della F1 Michael Masi ha parlato dell'accaduto e, più nel dettaglio, del provvedimento preso dai commissari di gara nei confronti di Lewis Hamilton.

Stiamo parlando dei 10" di penalità inflitti al 7 volte iridato in seguito alla collisione tra Hamilton e Verstappen alla Copse. "Non so se i commissari di gara abbiano espresso un parere su ciò che avrebbe dovuto fare Lewis, ma penso che avendo esaminato tutto, il loro punto di vista fosse che la colpa fosse prevalentemente sua".

"Non ho avuto l'opportunità di leggere completamente il provvedimento, perché ho dovuto fare un sacco di altre cose, ma per gran parte era simile a ciò che è successo con Leclerc a fine gara".

A questo punto, Masi è entrato più nel dettaglio e ha sottolineato come Hamilton abbia ricevuto la penalità per essere stato molto distante dal cordolo e dietro alla Red Bull dell'olandese.

"Con Leclerc, Hamilton è riuscito a stare vicino al cordolo, cosa che invece non è riuscito a fare con Verstappen e penso che sia stato quello il motivo del provvedimento nei confronti di Hamilton".

"Lewis non è stato visto come unico colpevole, ma come colpevole principale perché avrebbe potuto restare più vicino al cordolo ed essere più avanti rispetto a dove si è trovato al momento del contatto. Se avesse fatto così, forse avrebbe potuto cambiare l'esito di quella curva. Ma non lo sappiamo. Giudichiamo su quanto è accaduto".

I perché della bandiera rossa

Il direttore di gara della F1 ha anche spiegato la scelta di esporre la bandiera rossa dopo l'incidente dell'olandese della Red Bull. In diretta sembrava piuttosto difficile comprendere la lentezza dei commissari nel rimuovere la RB16 numero 33, ma la spiegazione di Masi ha fatto chiarezza anche a tal riguardo.

"La bandiera rossa è stata esposta fondamentalmente per riparare la barriera, la parte principale. Quindi c'erano 2 elementi. Uno è stato l'incidente di Max, che ha perso i dati della telemetria perché è stato molto forte. Né la FIA, né il team potevano confermare lo stato dell?ERC. Quindi, anche se la luce era verde, abbiamo operato con un approccio molto cauto per far uscire il pilota e recuperare la monoposto".

"Poi, a seguire, c'è stata l'ovvia riparazione delle barriere che doveva essere fatta. Quindi la bandiera rossa è stata un beneficio per tutti. Alla fine è stato lo strumento perfetto per quella circostanza".

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