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Analisi

F1: l'idrogeno potrà essere la soluzione per il futuro?

La Formula 1 sta puntando decisamente sui motori ibridi per il suo futuro a medio termine, ma il mondo dei GP deve guardare a un periodo più lungo e l'alternativa dell'idrogeno può rappresentare una nuova sfida che sarà sperimentata alla 24 Ore di Le Mans nel 2024.

Total Mission H24

Total Mission H24

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La Formula 1 ha deciso di puntare sui motori ibridi, associando la ricerca verso carburanti ecosostenibili che possono ridurre l’impatto delle emissioni di CO2, negando il passaggio all’elettrico che è un’esclusiva della Formula E per 25 anni, tanto più che ad oggi non esiste una tecnologia che permetta di spingere una monoposto da 320 km/h per due ore.

Ma è indubbio che c'è una terza opzione che è rimbalzata silenziosamente sullo sfondo: parliamo dell’idrogeno. Se questo passaggio è certamente prematuro da pensare per i motori di F1 per il 2025, si tratta di una tecnologia che, invece, potrebbe essere presa in considerazione nel prossimo decennio.

La Red Bull Advanced Technologies ha ufficializzato che collaborerà con l’ORECA alla progettazione di un telaio per una vettura per Le Mans che sarà alimentata a idrogeno: l’idea ha riacceso l'interesse per l'argomento e ha riaperto l’argomento anche in chiave Formula 1.

Il concept H24 mira a portare una classe di auto a idrogeno in gara alla 24 Ore di Le Mans del 2024. Se il progetto ambizioso dovesse avere successo, è indubbio che si aprirà una nuova via per le vetture da corsa ad alte prestazioni che producono zero emissioni, visto che i motori a idrogeno liberano solo acqua.

Nella versione iniziale la vettura H24 per Le Mans ambisce ad avere le prestazioni di un’attuale GT3: dovrebbe produrre 550 kW (una potenza pari a circa 730 CV) a 17.000 giri, toccando una velocità massima di 300 km/h.

L’accelerazione da 0 a 100 km/h sarà di circa 3”4, rispetto ai 2”3 della F1 e ai 2”8 della FE. Va tenuto conto che le auto H24 sarà molto più pesante. Il motore sarà a trasmissione diretta, senza cambio, frizioni o differenziale.

Il serbatoio del carburante sarà di appena 8,6 kg: l'idrogeno sarebbe immagazzinato con una pressione di 700 bar e per fare un pieno basteranno tre minuti con un’autonomia valutata in 45 minuti, vale a dire uno stint di gara.

Dal punto di vista delle prestazioni, la prima versione non sarà in grado di soddisfare le aspettative della F1, ma segnerà comunque un primo passo in un percorso finalizzato a migliorare una tecnologia che a più lungo termine potrebbe soddisfare le esigenze dei GP.

Sebbene l'idrogeno abbia ancora molta strada da fare al momento, c'è sicuramente un grande interesse da parte dei Costruttori a quella che sembra la più seria alternativa all’elettrificazione.

Ola Kallenius, CEO di Daimler, l’anno scorso ha parlato dei motori a idrogeno, vedendo l’interessa di Mercedes più orientato verso i veicoli commerciali più grandi.

"È una di quelle tecnologie sulle quali stiamo lavorando da 25 anni – ha detto lo svedese – saremo i primi a spingere sull’idrogeno nell’impiego sui camion e su alcuni autobus".

L'idrogeno prodotto in modo pulito è un tema interessante, che attizza in modo particolare l’attenzione di INEOS, il partner di Mercedes in F1. Il presidente della multinazionale chimica, Jim Ratcliffe, afferma che la produzione di idrogeno è qualcosa in cui la sua azienda era leader di mercato: quindi potrebbe essere un ottimo percorso da pensare per la F1.

"Siamo probabilmente il più grande produttore di idrogeno in Europa – spiega Ratcliffe - . Abbiamo la tecnologia per produrre l’idrogeno dall'acqua, visto che è un processo di elettrolisi”.

Ma al di là delle buone intenzioni, ci sono degli ostacoli pratici da superare, perché la tecnologia dell’ibrido dovrà trovare le prestazioni della F1 se la speranza è di prendere il posto dei motori ibridi.

E se le power unit riusciranno a chiudere il gap di potenza, bisognerà tenere d’occhio i costi, evitando di ripetere gli errori che si sono fatti con gli attuali motori, puntando su una tecnologia che ha non ha una diretta ricaduta sul prodotto di serie.

Questo è un fattore che Stefano Domenicali, CEO di F1, ha toccato di recente in un’intervista a Sky:

"Penso che la Formula 1 abbia un grande futuro per dimostrare che non esiste solo l'elettrificazione nel mondo dell’auto. L’ibrido rappresenta un ottimo percorso e avrà un grande futuro. La Formula 1 spera che i grandi Costruttori investano in questa direzione, puntando a qualcosa che può essere eco compatibile in modo alternativo all’elettrico”.

"L'attenzione dei team e dei Costruttori deve essere finalizzata a una grande attenzione dei costi. L'errore che è stato fatto in passato è stato di mettere la tecnologia come priorità, e non il suo costo".

In questo momento, l'idrogeno non rappresenta la risposta per la F1, ma le auto H24 per Le Mans potrebbero offrirci un assaggio su come potrà essere il futuro a lungo termine di questo sport.

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