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Leclerc: "Dobbiamo aspettare ma apriremo un ciclo"

Ecco l'intervista esclusiva che Walter Veltroni ha fatto al giovane monegasco per la Gazzetta dello Sport: emerge il ritratto di un giovane pilota di grande talento che è stato scelto dalla Ferrari per il rilancio del marchio di Maranello: Charles crede nel Cavallino anche se è consapevole che la Scuderia sta attraversando un momento molto difficile.

Charles Leclerc, Ferrari in conferenza stampa

FIA Pool

Charles Leclerc intervistato da Walter Veltroni per la Gazzetta dello Sport. Una chiacchierata a cuore aperto fra un giovane talento della F1 e un politico navigato che si è dato alla scrittura. Emerge uno spaccato di un ragazzo con le idee molto chiare sul cosa significa essere protagonista nel mondo dei GP con la Ferrari.

Quella di Charles è stata un’ascesa fatta di vittorie tanto nel karting che nelle Formule minori, ma non è stato tutto facile. Ha patito la scomparsa di Jules Bianchi e quella del padre che non aveva 19 anni. Due tragedie che lo hanno fatto soffrire molto, ma ha potuto contare sull’aiuto di Nicolas Todt che gli ha finanziato la rapida ascesa alla F1.

“Ero impegnato in un weekend di gara e la domenica mattina guardavamo un po’ distrattamente il GP del Giappone. Ma io ero in meeting. Mio padre ha guardato la gara e, quando, una volta rientrato, non voleva più farmela vedere. Avevo capito che c’era qualcosa di strano”.

“Dopo, circa un’ora prima della mia gara, ho visto che era Jules ad aver avuto un incidente. Ma non sapevo esattamente quanto fosse grave. È stato durissimo, un’esperienza terribile. Per un lungo periodo Jules è stato in ospedale fra la vita e la morte. Sono andato a visitarlo più volte ed è stato molto difficile perché fra le nostre famiglie era come fossero una. Siamo molto vicini anche adesso. Noi due avevamo una grande connessione. Separarmi da lui è stato terribilmente difficile”.

È andato a Maranello una volta per accompagnare Jules…
“Sì, lui mi portò, io ero a Formula Medicine e lui doveva passare alla FDA. Avevamo parcheggiato la macchina, ma al cancello Jules passò ma io fui fermato. Lo vidi entrare nel luogo. E Jules mi disse: “lavora e forse un giorno ti faranno passare”. E il giorno è arrivato”.

Da piccolo Charles sognava di guidare una F1…
“La macchina rossa anche prima di sapere che si chiamasse Ferrari: era la mia magnifica ossessione”.

La Ferrari ha deciso di legarsi per cinque anni: non è mai successo nella storia con un pilota…
“E’ un onore certamente. E sicuramente anche una grande responsabilità perché la Ferrari comunque rimane la Ferrari. E sono consapevole che è il sogno di tanti arrivare a Maranello. Dunque sento la responsabilità di portare in alto il nome della Ferrari. Questo momento non è facile in pista, c’è tanto lavoro da fare. Però è interessante avere un progetto comune così lungo. Consente di costruire qualcosa di interessante, un ciclo nuovo”.

Cosa ha di diverso la Ferrari dagli altri team?
“Credo la passione. Non solamente dentro al team ma anche fuori. È una cosa incredibile. Sono sicuro che nessun altro team abbia una base di tifosi così grande. È quasi una febbre. Questo è quello che per me è molto speciale, unico, in Ferrari”.

Quanto è difficile vincere con la Mercedes dominante?
“Molto, perché le Mercedes sono ad un livello altissimo, si deve anche quest’anno, forse ancora di più quest’anno. Sarà molto difficile vincere qualche GP però proveremo in ogni modo e io darò tutto in pista”.

Cosa ha la Ferrari in meno?
“E’ difficile puntare su una cosa, è proprio un problema generale. Abbiamo visto che sotto la pioggia è difficile, ma sull’asciutto abbiamo fatto fatica un po’ più nel settore 1 in Austria dove ci sono più rettilinei. Dunque non è una cosa solamente perché se non sul bagnato andremmo molto meglio. Dobbiamo lavorare su un pacchetto migliore per fare uno step migliore”.

Quanto conta il talento naturale, il lavoro dei meccanici, dei progettisti?
“Sessantacinque e trentacinque. Ma trentacinque il pilota e sessantacinque la squadra. Se non di più. Ora sono molto importanti la squadra, la macchina. Poi è certamente il pilota che deve fare la differenza, quello che in pista può raccogliere più o meno punti. E può influenzare il team a prendere le direzioni giuste. Tutto è connesso, frutto di un progetto comune”.

Hamilton è un marziano?
“Credo che non possiamo togliere niente a Lewis. Secondo me è uno dei più grandi piloti della storia della F1 e sta facendo un grandissimo lavoro. È sempre al cento per cento e mentalmente è molto forte. La combinazione con la Mercedes fa sì che in questo momento sia molto difficile competere con loro”.

Con Verstappen è in competizione dal karting. Avete due stili di guida diversi?
“A me non piace dire che ho uno stile di guida particolare, perché alla fine bisogna imparare a sorprendere gli avversari e cambiare stile di guida al bisogno. Nei nove anni di kart ero sempre con Max- Siamo cresciuti tutti insieme anche con Russell, Ocon, Gasly, Albon. Abbiamo combattuto tante battaglie insieme. Quando eravamo piccoli ci odiavamo, ma siamo cresciuti e siamo più maturi ed è bello vederci tutti insieme in F1”.

Il momento più bello e più brutto?
“Il più bello la vittoria di Monza. Il più brutto la morte di mio padre. E’ stato un momento difficilissimo”.

Quando tornerà a vincere la Rossa?
“Questa è una domanda complicata. Dare un tempo è difficile. Adesso è un momento assai complicato per la Scuderia, dunque ci vorrà abbastanza tempo. Quanto non lo so. Però nel 2022 ci sarà un rilevante cambiamento delle regole e quella sarà una grandissima opportunità per cambiare le cose. Per aprire un nuovo ciclo di successi Ferrari”.

Non si è inginocchiato per il black lives matter…
“Io sono contro il razzismo, lo combatto e sono contento che la F1 usi la sua piattaforma per fare vedere al mondo qual è la strada giusta. Ma quel gesto non volevo farlo perché a molte proteste che ci sono state in tutto il mondo si sono associati casi di violenza e io non accetto nessuna forma di violenza. Non mi piace nemmeno che una protesta civile venga utilizzata dalla politica. Ho indossato la maglietta e mi sono schierato”.

Come deve essere il pilota ideale?
“La capacità di lavorare di Schumacher, il talento di Ayrton Senna , l’intelligenza di Lewis Hamilton. Credo che questi tre alla fine siano i nomi che hanno fatto grande la F1”.

Vedremo un pilota italiano emergere? Oggi c’è solo Giovinazzi…
“Antonio è sicuramente molto talentuoso. Ma sta crescendo una generazione di piloti italiani molto forte, penso a Gabriele Minì e Andrea Antonelli”.

Cosa dà fastidio del modo in cui la F1 viene raccontata dai media?
“In un anno difficile come questo è importante avere il sostegno di tutti. Noc c’è una sola persona in Ferrari contenta della situazione, del risultato che abbiamo in pista. Tutti si fanno il “mazzo” per recuperare questo distacco. Siamo tutti tristi per questo e vorremmo che si avvertisse all’esterno che stiamo lavorando per migliorare. E lo facciamo tutti”.

Charles Leclerc, Ferrari SF1000, nel Parc Ferme dopo la qualifica
Le auto di Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, e Charles Leclerc, Ferrari SF1000, nel Parc Ferme dopo la qualifica
Charles Leclerc, Ferrari on the podium
Charles Leclerc, Ferrari festeggia sul podio con lo champagne
Charles Leclerc, Ferrari, sulla griglia di partenza
Charles Leclerc, Ferrari nel paddock
Charles Leclerc, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Dettaglio scarico e sospensione della macchina di, Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, sul ponte del controllo peso
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Meccanici in piedi vicino alla, Ferrari SF1000, di Charles Leclerc
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, ai box
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, nel Parc Ferme dopo la qualifica
Charles Leclerc, Ferrari nel Parc Ferme
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