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F1: le gomme Pirelli più rigide cambieranno i valori in campo?

La Casa milanese farà provare a ogni pilota nella prove libere del GP d'Austria due treni di gomme posteriori con una costruzione più rigida per evitare che possano ripetersi i problemi di Baku. Gli pneumatici rinforzati dovrebbero debuttare a Silverstone. La novità cambierà i rapporti di forze nel paddock? Secondo Binotto sarà possibile perché le coperture influenzano l'efficienza del diffusore. Pirelli pronta a sostituire 2500 gomme già prodotte.

Charles Leclerc, Ferrari SF21

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

La Pirelli farà debuttare nelle prime due sessioni di prove libere del GP d’Austria le gomme posteriori evolute che sono il frutto di una costruzione più rigida grazie alla quale nel prosieguo della stagione 2021 si dovrebbero evitare le esplosioni viste a Baku.

La Casa milanese ha tratto delle informazioni positive dai test che i team di F1 stanno svolgendo con le mule car sulle gomme da 18 pollici che entreranno in vigore dal prossimo anno.

Gli pneumatici ribassati richiedono carcasse più rigide per sopportare le sollecitazioni alle quali saranno sottoposti. E proprio i collaudi già svolti hanno consigliato i tecnici di Mario Isola a trasferire un po’ della tecnologia dedicata alle coperture 2022 alle 13 pollici in uso adesso.

Nella seconda gara al Red Bull Ring ogni pilota avrà a disposizione due treni per valutare le nuove gomme nelle prove libere del venerdì, in modo da esprimere un parere sulla possibilità che la Pirelli porti le nuove coperture 14 giorni dopo in occasione del GP di Gran Bretagna, visto che Silverstone, insieme a Spa-Francorchamps e Suzuka, è uno dei tracciati più selettivi per gli pneumatici.

In caso di votazione sarebbe necessario raccogliere l’assenso di 7 team su 10, ma la FIA pare voglia far passare il fattore di sicurezza, grazie al quale sono possibili i cambiamenti regolamentari senza alcun preavviso.

È interesse della F1 che non si ripetano gli spinosi casi dell’Azerbaijan e, almeno sulla carta, non ci dovrebbero essere reticenze ad accettare il cambiamento. Ma la domanda da porsi è se l’introduzione di gomme posteriori di nuova costruzione potrà cambiare alcuni equilibri in pista, modificando i rapporti di forze che sono in atto. Se così fosse, prepariamoci a un mare di polemiche…

Dopo il GP della Stiria abbiamo chiesto un parere a Mattia Binotto, team principal Ferrari…
“Credo che il tema delle gomme possa diventare un argomento che può generare delle differenze prestazionali fra i team. Non tanto per la nuova gomma in sé, quanto per il fatto che potrebbe comportare dei cambiamenti nella dinamica del veicolo o nel comportamento della sospensione”.

“È lecito chiedersi quanto possa influenzare l’aerodinamica delle monoposto, perché nell’area posteriore, la deformazione della spalla influisce molto sul diffusore e, quindi, potrebbero esserci delle sorprese visto che proveremo gomme che non conosciamo”.

Il discorso è quanto mai chiaro. La Pirelli ha lavorato per incrementare la sicurezza ed evitare che le pressioni di gonfiaggio debbano essere alzate troppo, rendendo le macchine molto scivolose sull’asfalto, ma questo lavoro dello staff milanese potrebbe andare incontro alle esigenze di una macchina e non di un’altra.

E siccome la sfida iridata fra Red Bull e Mercedes quest’anno si gioca sui dettagli, una modifica che di dettaglio non è potrebbe avere degli impatti importanti sui risultati, scatenando dure reazioni.

La Pirelli ha iniziato a lavorare su questi pneumatici ben prima delle gomme che hanno ceduto a Baku e ha programmato una produzione che dovrebbe andare a sostituire le posteriori già deliberate fino a Monza.

Ciò significherebbe che la Casa milanese sarebbe disposta a mettere da parte la fornitura di pneumatici posteriori per cinque gare (Silverstone, Hungaroring, Spa-Francorchamps, Zandvoort e Monza).

L’operazione, quindi, potrebbe costare 500 gomme posteriori per gara, per un totale di 2.500 coperture da sostituire. Un impegno importante anche dal punto di vista economico che evidenzia, però, la volontà del fornitore unico di non correre altri rischi, sebbene non siano emerse responsabilità dirette di fabbricazione e usura negli incidenti di Baku, causati pare per le estreme condizioni di utilizzo in gara degli pneumatici.

Un fatto è certo, però, è bastato andare anche poco sotto al limite di pressione prescritto per provocare delle onde stazionarie nella spalla del pneumatico che hanno determinato i problemi di Baku: guai che Pirelli vuole evitare in futuro.

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