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Analisi

F1: la precocità del karting brucia talenti troppo in fretta

Toto Wolff e Frederic Vasseur, team principal di Mercedes e Alfa Romeo, hanno sviscerato un tema importante per la F1 che è quello della formazione dei giovani piloti: per l'austriaco la scalata ai GP è troppo costosa e propone, quindi, di ridurre i costi a cominciare dal karting. Il francese, invece, ritiene che l'accesso all'automobilismo sia diventato troppo precoce e ci sia il bisogno di cambiare gli approcci nel karting perché a 12 anni si può correre un mondiale".

Toto Wolff, Direttore del Motorsport Mercedes AMG F1, e Frederic Vasseur, Team Principal Sauber, nella conferenza stampa

Giovani e ricchi, tremendamente ricchi. È stato Lewis Hamilton a sparare il primo colpo, sottolineando la Formula 1 “sta diventando un club di ragazzi miliardari”.

L’allusione, neanche tanto velata, è alla presenza sulla griglia di partenza di Lance Stroll, Nicholas Latifi e Nikita Mazepin, figli di imprenditori miliardari. Sull’argomento è poi tornato Toto Wolff, che ha sottolineato altri aspetti legati all’arrivo in Formula 1 di piloti provenienti da famiglie molto facoltose.

“Uno degli aspetti che rende lo sport così attraente è che regala tante storie differenti tra loro – ha commentato il team principal della Mercedes – nel caso della F1 è bello che i piloti provengano da contesti differenti, ognuno con il suo percorso. Dubito che i ragazzi provenienti da un ambiente più privilegiato abbiano sempre un percorso in discesa, ma dobbiamo assicurarci che i costi delle categorie minori diventino più contenuti, così che anche i ragazzi senza un background finanziario di famiglia possano effettivamente accedere a questo sport ed avere successo”.

“I grandi team di Formula 1 dovrebbero avere la possibilità di identificare quei ragazzi, ma se i costi sono così elevati già all’inizio del percorso, per molti giovani manca la possibilità iniziale di accedere questo sport".

"Una stagione in karting costa 250.000 euro, che diventato 500.000 in Formula 4 e 1 milione in Formula 3. È assurdo, ma il punto più importante resta quello del karting, credo che in quel contesto sia cruciale che i budget diventino più accessibili”.

L’eccesso di precocità nasce nel karting

Anche sul fronte della corsa al pilota giovanissimo è il karting ad essere additato come il contesto che ha innescato una tendenza discutibile.

A spiegarlo è Frederic Vasseur, che ha risposto in merito all’arrivo in F1 di piloti sempre più giovani andando all’origine del fenomeno.
“Il problema non è la F1, bensì il karting. Hanno anticipato tutto, oggi a 12 anni un ragazzo può già partecipare ai Mondiali, e quando ne ha 13 o 14 ha concluso il suo percorso, o comunque ha la sensazione di aver fatto tutto ciò che è possibile fare nel karting. A quel punto questi ragazzi vogliono passare in monoposto e trovano sempre un promotore di un campionato che decide di aprire ai quattordicenni o quindicenni, quindi a 16 anni te li ritrovi in Formula 3”.

“Theo Pourchaire (recente vincitore a Monaco in F2 a soli 17 anni) è un buon esempio in questo senso. Non voglio parlare come un vecchio, ma ne discutevo poco tempo fa con Giedo van der Garde, il quale mi ricordava che quando aveva la stessa età di Pourchaire era campione del mondo karting".

"Il problema nasce da lì e, paradossalmente, credo che sarebbe interesse anche del karting trattenere i giovani un po' più a lungo. Questo però non vuol dire che i ragazzi non siano preparati, anzi, la professionalità delle serie junior è cresciuta moltissimo, e questo consente a piloti anche giovanissimi di essere in grado di fare un buon lavoro quando arrivano in Formula 1. Un aspetto impressionante…”.

Vasseur ha spiegato anche l’incredibile preparazione con cui dei ragazzi giovanissimi arrivano in Formula 1:
“Probabilmente per questi ragazzi il motorsport, con tutte le sue problematiche, è una sorta di confort-zone. È il loro mondo, si parla di corse e lo fanno da diversi anni, e sono abituati ad affrontare questo tipo di tematiche".

"Anche quando si ritrovano con dieci ingegneri intorno al tavolo, la cosa più importante per un giovane pilota è costruire un rapporto molto forte con il suo ingegnere di pista, ed è un qualcosa che hanno già fatto, sono abituati".

Difficile è gestire la pressione mediatica

"Probabilmente per questi ragazzi è più difficile gestire la pressione mediatica rispetto alle problematiche tecniche, perché il mondo dei media che c’è in Formula 1 per loro è una cosa mai vista prima. Paradossalmente a volte le problematiche maggiori per un giovane esordiente sono quelle che lo aspettano fuori dalla macchina e dal box”.

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