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La Pirelli torna alle gomme con struttura in kevlar

Paul Hembery ufficializzerà oggi a Parigi la decisione di cambiare gli pneumatici, tornando a soluzioni 2012

La Pirelli cambia. La decisione verrà ufficializzata oggi a Parigi da Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport. L’incontro nella capitale francese era già programmato, ma l’emergenza gomme in F.1 ha cambiato drasticamente i piani della conferenza stampa. La Casa milanese che è fornitrice esclusiva degli pneumatici nei Gran Premi, rivelerà la decisione di modificare la struttura delle gomme abbandonando l’acciaio per il kevlar, tornando a soluzioni già sperimentate nel corso della stagione 2012. SI DELAMINA IL BATTISTRADA Il provvedimento scaturisce da due differenti motivazioni: la prima riguarda il distacco del battistrada che si è verificato in modo ripetuto e sistematico dopo una foratura. Il primo caso era capitato nelle prove del Gp del Bahrein a Lewis Hamilton, ma poi aveva avuto un seguito con Felipe Massa (due volte in gara). A Barcellona è poi stata la volta di Paul Di Resta (Force India) e Jean-Eric Vergne (Toro Rosso), mentre Fernando Alonso è riuscito a evitare la debacle perché il problema si è verificato vicino ai box, prima che si delaminasse il battistrada. PIU’ SICUREZZA, MA PESSIMA IMMAGINE I tecnici Pirelli sostengono a ragione che in caso di foratura la copertura non si affloscia, per cui il pilota ha la possibilità di mantenere il controllo della monoposto: se aver indurito la struttura con l’acciaio ha migliorato la sicurezza, da un punto di vista dell’immagine il danno è stato forte: non è bello vedere delle gomme che si sgretolano... QUATTRO PIT STOP SONO TROPPI La seconda motivazione riguarda la durata degli pneumatici in un Gp: la Pirelli aveva previsto un Gp di Spagna con tre soste, mentre la maggior parte delle squadre non sarebbe riuscita a coprire la distanza senza quattro pit-stop. E sono decisamente troppi: non è facile per il pubblico capire qual è l’andamento effettivo della corsa. La Casa milanese ha interpretato i voleri della FOM e delle squadre che volevano garantire lo spettacolo, ma si deve convenire che si è andati ben oltre le aspettative. KEVLAR AL POSTO DELL’ACCIAIO Modificando le strutture con l’adozione del kevlar, un materiale che costa di più, ma assorbe meno calore dall’asfalto, è facile presumere un allungamento della vita degli pneumatici. La variazione scatenerà durissimi polemiche: Eric Boullier, team principal della Lotus, si è già fatto sentire ieri sostenendo che qualsiasi cambiamento della Pirelli rischia di condizionare il mondiale. La Lotus, infatti, ha impostato il progetto della E21 proprio sul rispetto delle gomme, sviluppando un correttore di assetto, il fantomatico FRIC, che le permette di risparmiare un pit stop ad ogni Gran Premio. Rovesciando la frittata, invece, Kimi Raikkonen si potrebbe ritrovare con una monoposto non abbastanza veloce per attaccare il leader del mondiale Sebastian Vettel, visto che è a soli quattro punti dal tedesco. CAMBIERANNO I VALORI IN CAMPO? Red Bull Racing e Mercedes dovrebbero essere le squadre a beneficiare di più dalle variazioni delle gomme, mentre Lotus e Ferrari potrebbero essere le più penalizzate, visto che erano le monoposto che meglio di altre sapevano gestire il degrado degli pneumatici. A Barcellona abbiamo assistito a 77 soste ai box (il record era di 85 nel Gp d’Ungheria del 2011) e sono decisamente troppe. SERVONO I TEST IN STAGIONE Aldilà delle lotte di bottega, emerge un dato molto importante: l’impossibilità di effettuare qualsiasi forma di test nel corso della stagione non permette ai team ma anche al gommista di avere delle valutazioni certe sullo sviluppo delle monoposto. La McLaren e la Red Bull Racing (e in parte anche la Ferrari) hanno portato dei pacchetti di novità che non hanno funzionato secondo le aspettative. E gli uomini di Paul Hembery sono stati presi in contropiede dall’incremento delle prestazioni delle monoposto in questo avvio di stagione, rispetto ai valori di carico che si erano registrati durante i test invernali: la previsione delle tre soste era il frutto dei dati teorici che possedevano a Milano. È evidente che c’è bisogno di fare un passo indietro, ma forse anche i più accaniti sostenitori del divieto dei test dovranno ricredersi…

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