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La McLaren fra ambizione e tagli di budget

Paddy Lowe lascia Woking: prosegue l'esodo dal Technocentre. Cosa sta succedendo nel team di Withmarsh?

Paddy Lowe lascia la McLaren. La responsabilità tecnica del team di Woking passa a Tim Goss. L’uscita dell’inglese di 51 anni, che è rimasto diciannove anni nella squadra diretta da Martin Whitmarsh, a quanto pare è meno traumatica di quanto si pensi. Paddy entra nella fase di gardening poco tempo dopo che si erano sparse le prime voci di un suo passaggio alla struttura di Brackley. Alla McLaren si erano dati tempo per liberare il direttore tecnico: volevano garantirsi una fase di transizione non traumatica. Evidentemente c’è voluto meno del previsto. Lowe dovrà restare in "vacanza" fino alla fine dell’anno: potrà essere attivo per la Stella a tre punte solo a inizio 2014, vale a dire quando il progetto della prima monoposto con il motore turbo sarà già completo. Jonathan Neale, managing director della McLaren, si è lamentato dell’offerta milionaria fatta a Paddy dalla McLaren, come se non sapesse che queste sono le regole del gioco della Formula 1 moderna. LOWE ACCETTA UNA SUPER OFFERTA MERCEDES Non deve sorprendere se un tecnico ambito e stimato come Lowe riceva una di quelle offerte a cui non si può dire di no, stupisce, invece, che la McLaren non abbia le risorse per giocare un rilancio e provare a tenersi il suo gioiello. E allora forse cambia l’ottica con cui bisognerà leggere la stagione 2013 della squadra di Woking. Fra i top team è certamente quello che dispone di minori risorse economiche ed è probabilmente l’unica struttura che fa ancora valere internamente i vincoli di spesa che erano entrati in vigore con l’RRA, il gentleman agreement firmato a suo tempo dagli aderenti della FOTA, l’associazione dei costruttori che è letteralmente implosa un po’ alla volta. IL TEAM IN PARTE FINANZIA LA MCLAREN AUTOMOTIVE Se la Ferrari parzialmente può finanziare le attività del Reparto Corse dai proventi che arrivano dalla produzione, alla McLaren accade ancora il contrario: il team di Formula 1 deve cedere alla McLaren Automotive una percentuale del suo budget, per aiutare a sostenere il gruppo che vuole affermarsi non solo nel mondo dei Gp, ma anche nell’ambito delle Granturismo sportive. ESODO DI TECNICI DA WOKING Paddy Lowe è solo l’ultimo nome illustre che lascia il Technocentre, visto che la lista è lunghissima. A cominciare da Pat Fry, precedente responsabile tecnico della McLaren, approdato un paio di anni fa alla Ferrari: l’inglese si era portato a Maranello una vera e propria colonia di tecnici che ben conosceva e stimava. L’esodo avrebbe potuto destabilizzare una squadra che non avesse avuto basi molto solide come quella di Woking: la MP4-27 alla fine della scorsa stagione si era rivelata la monoposto più veloce in pista, segno che gli uomini chiamati via via a prendere il posto dei… ferraristi sapevano il fatto loro. RICAMBIO DI GIOVANI NEOLAUREATI Ron Dennis, prima, e Martin Whitmarsh, poi, sono stati bravissimi a coltivare legami molto stretti con le università inglesi, offrendo stage in azienda agli ingegneri neo laureandi migliori. Quasi tutti hanno poi trovato un’assunzione stabile per l’incredibile turn over che accompagna questo team. Si capisce anche perché c’è sempre una freschezza d’idee sulle monoposto della McLaren: i giovani hanno buone opportunità di mostrare le loro potenzialità nei vari gruppi di lavoro che compongono la progettazione di una macchina. POCHI ACQUISTI DA FUORI La politica della McLaren non è mai stata quella dei super-contratti dei tecnici, mantenendo molto basso il livello salariale. E non è un caso che dall’esterno a Woking di recente sia arrivato solo un nome “importante”, Sam Michael, nel ruolo di direttore sportivo: il simpatico australiano, infatti, era stato licenziato dalla Williams ed era stato preso mentre era disoccupato. In precedenza era rientrato dalla Ferrari anche John Iley, il capo aerodinamico, che poi è approdato alla Caterham con un contratto ben più remunerativo. NEL 2014 DOVRA’ PAGARE I MOTORI V6 TURBO Alla McLaren guardano al futuro e non vogliono fare salti nel vuoto, evitando di accumulare debiti come hanno fatto molte squadre (Lotus e Force India sono gli esempi recenti più evidenti) e hanno adottato la politica dell’austerity. La Vodafone alla fine di quest’anno vedrà scadere il contratto di main sponsor ed è possibile che decida di restare sulle macchine 2014 in un ruolo minore, con una disponibilità economica sensibilmente ridimensionata. Non solo, ma Martin Whitmarsh dovrà mettere mano al portafoglio per pagare la fornitura dei motori Mercedes V6 Turbo, in attesa di chiudere un accordo con la Honda: i giapponesi diventeranno fornitori e sponsor non prima del 2015, e più probabilmente nel 2016. RIVOLUZIONE COSTRUTTIVA SULLA MP4-28 In questo clima di incertezza si può capire perché al Technocentre facciano estrema attenzione ai conti e stupisce che nell’ultimo anno della regolamentazione con i motori aspirati V8 da 2,4 litri abbiamo deciso di cambiare la filosofia costruttiva della MP4-28, passando al muso alto e alle sospensioni anteriori pull rod in stile Ferrari, soluzioni che hanno imposto un nuovo disegno del tutto nuovo della scocca. VELOCE MA CONSUMA TROPPO LE GOMME La macchina sembra nata piuttosto bene e nei dati di comparazione con la Mp4-27 non sfigura sebbene sia solo alla fase embrionale dello sviluppo: potrebbe essere una pretendente al titolo mondiale se risolverà l’anomalo consumo delle gomme con certe mescole Pirelli, in particolare le Medium. SI CERCANO LE SINGOLE VITTORIE? All’interno della squadra non si respira l’aria di chi ambisce a tornare al vertice della Formula 1: gli obiettivi stagionali pare siano più modesti. I vertici di Woking si accontenterebbero se la MP4-28 riuscisse a vincere delle gare, nella consapevolezza che il ritorno immediato di una vittoria è certamente più efficace che essere in lizza per il titolo. Le affermazioni nei singoli appuntamenti del mondiale possono trainare più facilmente la vendita delle MP4-12C stradali. POCO SVILUPPO NEI TEST Nelle due sessioni di test invernali, prima a Jerez e poi a Barcellona, la McLaren ha mostrato una monoposto molto simile a quella che era stata presentata a Woking. Tutti gli altri top team hanno via via adottato piccoli e grandi cambiamenti frutto di un incessante lavoro di sviluppo. Da domani, sempre a Barcellona, vedremo ali nuove, ma nessuna sorpresa clamorosa: il sistema di stallo dell’ala posteriore non è previsto, mentre tutti gli altri ci stanno lavorando assiduamente. Questo non vuole dire che l’attuale MP4-24 sarà quella che debutterà in Australia, ma evidenzia l’attenzione con cui si spendono le risorse disponibili. L’ADDIO DI LEWIS HAMILTON In questa ottica diventa molto più chiaro perché Lewis Hamilton abbia deciso di lasciare il team che lo ha allevato: l’inglese era ben consapevole che non avrebbe potuto sperare di rinnovare un contratto con la McLaren continuando a percepire gli stessi soldi che gli aveva garantito “papa” Ron Dennis prima dell’esplosione della crisi economica. NON SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI Lewis restando a Woking rischiava di vedere decurtato drasticamente il guadagno stagionale, senza avere la garanzia di disporre di una macchina in grado di lottare per il titolo 2013. Hamilton, quindi, ha puntato sul 2014 della Mercedes, quando arriveranno i motori V6 Turbo a dare il via al nuovo regolamento che dovrebbe portare i tedeschi nella condizione di guardare in alto, molto in alto. PEREZ COMUNQUE IL PIU’ RAPIDO Questo è il quadro che emerge dall’analisi in casa McLaren oggi, ma non si potrebbe fare errore peggiore nel declassare il team prim’ancora che la stagione sia partita: la McLaren, infatti, nella consapevolezza dei suoi limiti economici, sta mettendo in pista una squadra con una storia e un blasone che merita il massimo rispetto. Anche perché fino a prova contraria Sergio Perez è stato il più veloce di tutti nei test…

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