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La FIA vuole controllare il battito del pilota in telemetria

Entro la fine del campionato sarà fatto un test. I dati saranno utili a migliorare la sicurezza e le performance

La Fia vuole inserire dei parametri fisici del pilota nella telemetria delle monoposto di Formula 1: entro la fine della stagione verrà effettuato un test in pista e in seguito si vorrebbe estendere la raccolta dei dati a tutti i piloti in griglia. La motivazione che spingerebbe la Federazione Internazionale a monitorare frequenza cardiaca, ritmo respiratorio e temperatura dei conduttori è la sicurezza.

LA FIA VUOLE LAVORARE SULLA SICUREZZA
Disporre di informazioni istantanee permetterebbe all’equipe medica presente ai Gp di intervenire in caso di incidente avendo i primi dati utili per formulare una diagnosi e prestare soccorso. Non solo, ma i dati che saranno raccolti potranno essere estremamente utili nell’analisi delle conseguenze dei singoli crash, visto che la FIA vuole promuovere un panel sugli incidenti di Formula 1 per identificare le aree nelle quali si può migliorare la sicurezza.

I BOTTI DI BIANCHI E ALONSO NON AVREBBERO AVUTO SEGRETI
Il terribile botto di Jules Bianchi al Gp del Giappone con la Marussia ha contribuito ad accelerare questi studi (il francese, purtroppo versa ancora in stato vegetativo nell’ospedale di Nizza) che potrebbero dare risultati estremamente importanti: avendo avuto questi parametri non ci sarebbe mai stato il “giallo” sull’incidente di Fernando Alonso nei test del 2 febbraio a Barcellona con la McLaren-Honda MP4-30, ma si sarebbe saputo con una certa precisione cosa effettivamente era successo al pilota spagnolo nella strisciata contro il muro posto sulla destra all’uscita della curva 3.

LA FREQUENZA CARDIACA NEI CANALI DI TELEMETRIA
Finora ci si è limitati ad avere un sensore che si accende nell’abitacolo della monoposto quando il pilota subisce un impatto superiore ai 15G. L’indagine, invece, può essere trasferita direttamente sul corpo del pilota che è destinato a diventare un terminale della sua vettura.
“Avendo gli accelerometri sulla vettura è possibile ricavare quali sono le forze che hanno agito sul pilota e disponendo dei parametri del corpo sarebbe possibile vedere quali potrebbero essere gli effetti di certi traumi” spiega il dottor Riccardo Ceccarelli di Formula Medicine, da anni un punto di riferimento per i piloti nel Circus ma non solo, da anni studia la capacità dei piloti di saper mantenere la massima concentrazione con il minimo sforzo psico-fisico.

IL BATTITO DIVENTERA’ ELEMENTO DI SPETTACOLO IN TV?
Deve far riflettere il fatto che gli ingegneri del Circus abbiano la possibilità di controllare centinaia di parametri delle attuali monoposto di Formula 1, sviscerando il comportamento di ogni aspetto della macchina, senza avere il benché minimo riferimento su chi la vettura la guida. La FIA punterà ad avere la massima segretezza dei dati raccolti, nella salvaguardia della privacy dei conduttori, ma non è escluso che in futuro la frequenza cardiaca del pilota possa, previo consenso, diventare motivo di spettacolo perché potrebbe essere messa in diretta televisiva in comparazione con il regime di rotazione o i consumi del motore o le marce inserite per non dire dei valori di ricarica dell’ibrido.

TROVANDO IL LIMITE SI POSSONO GUADAGNARE FINO A 20” A GP!
In realtà un buon lavoro sull’autostima del pilota e la sua consapevolezza secondo l’esperto medico toscano può portare ad un significativo aumento della performance. Fra un campione che è in grado di normalizzare la frequenza cardiaca e la respirazione nell’arco dell’ora e mezza di un Gran Premio e un pilota che ha delle perdite di concentrazione durante la corsa ci possono essere venti secondi di differenza sul tempo totale di gara. Un’enormità a parità di macchina!
“Normalmente un pilota guida a due o tre decimi dal tempo della qualifica: se riesco a portarlo al suo limite, il guadagno nell’arco di una gara diventa importante e può valere secondi. E abbiamo dimostrato oggettivamente che si può fare”.

IL PILOTA CONCENTRATO VALE UN… PACCHETTO AERODINAMICO
Ci vuole un intero pacchetto aerodinamico per guadagnare tre o quattro decimi di secondo al giro con investimenti enormi che coinvolgono le persone del Reparto Corse, mentre si possono ottenere risultati simili lavorando sul pilota.

VEDREMO IL MEDICO SPORTIVO AL MURETTO DEI BOX?
Non ci dovremmo sorprendere, quindi, se in un futuro prossimo vedremo un medico sportivo aggiungersi alle persone che staranno al muretto e nel remote garage di una squadra? “Un medico sportivo può interfacciarsi con un ingegnere di pista, ma non conoscerà niente del degrado delle gomme, delle strategie di gara, così come l’ingegnere non sarà in grado di interpretare i dati del corpo umano. E così deve essere, perché le informazioni sono sensibili e potrebbero essere politicamente usate contro il pilota. Magari per motivi di sponsor o di relazioni nel team il conduttore non piace, e si può trovare una chiave di lettura dei dati per trovargli mille difetti. Quindi ci vuole un garante che sia super partes. E questo può essere solo un medico con le specifiche competenze. Perché anche non in malafede si possono interpretare i dati in modo anomalo, andando ad intaccare la consapevolezza del pilota. È per questo che ho sempre tenuto tutto anonimo, senza condividerlo con il team”.

L’interfaccia uomo-macchina è pronto a fare un ulteriore salto di qualità: dove si potrà arrivare?

 

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