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La Ferrari ritrova fiducia dopo una settimana rovente

Vettel fa il vuoto nel mondiale, ma Alonso spinge a non fermare lo sviluppo della 150° Italia

Sebastian Vettel mette nel carniere anche il successo nel Gp di Monaco e allunga il passo mondiale che si fa sempre più spedito, proprio nel giorno in cui la Red Bull Racing sembra un po' meno imbattibile. Il tedesco consolida il suo primato nella classifica mondiale piloti (adesso Sebastian può gestire 59 punti su Lewis Hamilton che è il primo degli inseguitori), ma questa volta ha dovuto sudarsi la pagnotta perché Fernando Alonso (Ferrari) e Jenson Button (McLaren-Mercedes) ci hanno provato a mettergli i bastoni fra le ruote. Il campione del mondo, anche se ha solo 23 anni, corre con la maturità di un veterano: mai una sbavatura, mai un piccolo errore e nemmeno un calo di concentrazione. E oggi non si può nemmeno dire che disponesse della miglior vettura dello schieramento, visto che, almeno sulla carta, quella monegasca doveva essere la corsa delle McLaren. Vettel avrebbe potuto accontentarsi di un terzo posto e nessuno avrebbe avuto niente da dire e, invece, se ne torna a casa con la quinta affermazione su sei gare stagionali. La Ferrari rialza la testa dopo l'umiliazione del doppiaggio di Barcellona e cancella una settimana difficile che è costata il posto ad Aldo Costa alla direzione tecnica del Cavallino. Non è una resurrezione perché le carenze della 150° Italia non sono emerse su una pista toboga come quella monegasca: abbiamo avuto la conferma che la Rossa ha una buona meccanica e una aerodinamica carente. Il Gp di Momaco si è perso perché in qualifica la Rossa non riesce a stare davanti. E anche con l'ala posteriore aperta Alonso non è mai riuscito a portare un vero attacco a Vettel già in crisi con le gomme che avevano quasi 50 giri di gara. Lo spagnolo ha cercato di fare la “zanzara” sperando di pungere Sebastian e costringerlo ad un errorino, ma il crucco non si fa irretire dai trabocchetti. Adesso la Ferrari deve trovare un po' di tranquillità senza inseguire tutti i tecnici che hanno avuto modo di vedere... nuda la RB7. Il mercato dei tecnici è già esploso: a Maranello serve un progettista e un uomo che possa rilevare Pat Fry al muretto dei box, visto che il nuovo responsabile dell'area telaio non ha il dono dell'ubiquità e, soprattutto, un aerodinamico. Nikolas Tombazis sarà a capo di uno dei due gruppi di lavoro che si stanno costituendo nel Reparto Corse: uno si occuperà degli sviluppi della 150° Italia (Alonso insiste a non arrendersi) e l'altro si concentrerà, invece, sulla vettura 2012 che dovrà avere caratteristiche diverse da quella attuale con soluzioni inedite e innovative. Per il mese di luglio arriverà un pacchetto di novità importanti sulla Rossa: potrebbe arrivare una sospensione pull rod con una nuova scatola del cambio adatta ai diversi attacchi dei cinematismi che sarebbe già una prefigurazione adatta anche alla monoposto del prossimo anno. Stiamo parlando di una partita che non si gioca solo in pista, ma anche in fabbrica: Pat Fry vuole velocizzare i passaggi che permettono la delibera di un pezzo nuovo dal giorno in cui viene pensato, fino a quando debutta sulla Rossa. Si tratta di una gara nella gara, di una corsa contro il tempo che deve fare i conti con la limitazione dei costi e la riduzione drastica degli organici che si è operata negli ultimi due anni. Una rivoluzione silenziosa che dovrà portare a velocizzare le operazioni dei pit stop: non è colpa dei meccanici del Cavallino se i cambi gomme avvengono sempre con tempi superiori ai 4 secondi, mentre quelli di Red Bull Racing e McLaren sono almeno mezzo secondo più rapidi. Dipende dagli strumenti che si usano e non dall'elemento umano. Insomma vedremo una squadra che è destinata a trasformarsi gara dopo gara per tornare dove tutti gli appassionati si aspettano. Nel frattempo occhio alla McLaren. I tecnici di Woking hanno peccato di superbia nel Principato, consapevoli di disporre della migliore monoposto del lotto, sicuramente quella con la migliore trazione, nonostante il passo molto lungo poco adatto alle strade cittadine. Hanno sbagliato a far attendere Hamilton in qualifica: Lewis avrebbe siglato la pole se avesse potuto effettuare un giro pulito prima della bandiera rossa sventolata per l'incidente di Perez. L'inglese, invece, ha dovuto giocarsi il tutto e per tutto in una tornata secca e ha commesso un errore non disponendo di gomme adeguatamente in temperatura. Alla truppa di Whitmarsh non è bastato quell'errore tattico. La regola di Monaco è di limitare al massimo le soste: Button nella prima manche di gara ha effettuato tre pit stop, uno in più di Alonso e due più di Vettel. Su un tracciato dove sorpassare è molto difficile è stato presuntuoso puntare su una strategia estrema. Jenson è stato bravo a provarci, ma alla fine il responso della pista è stato chiaro: la MP4-26, pur essendo risultata la vettura più competitiva, si è dovuta accontentare del terzo gradino del podio. E Vettel se la ride sotto i baffi che ancora non ha...

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