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Jules Bianchi si è spento nell'ospedale di Nizza

Il pilota di 25 anni si è arreso nove mesi dopo il terribile incidente al Gp del Giappone di Suzuka

Jules Bianchi, Marussia F1 Team MR03

Foto di: XPB Images

Ha smesso di lottare. E si è spento. Jules Bianchi è morto. A darne la notizia è stata la famiglia. Dopo nove mesi da quel drammatico Gp del Giappone a Suzuka del 5 ottobre scorso, l'esistenza del pilota francese della Marussia è rimasta legato a un filo che ora si è reciso. L'ultimo flebile respiro nell'ospedale di Nizza dove era stato trasferito dal Giappone, quando ancora c'era quanto meno la speranza di una ripresa. E, invece, niente. Il buio e ora il dolore per una famiglia che ha sperato con tutte le sue forze in un miracolo che non c'è stato.

A France Info il padre Philippe ha detto solo cinque giorni fa: "Vederlo così tutti giorni è insopportabile. Una tortura quotidiana. A volte ci sembra di impazzire perché, per me, vederlo così è peggio che saperlo morto. Purtroppo noi più di così non siamo in grado di aiutarlo". Parole profetiche di un destino spezzato: "Se si dovesse sevegliare e trovarsi con disabilità enormi siamo abbastanza sicuri che non accetterebbe la situazione. Non è quello che vuole. Avevamo parlato dopo l'incidente di Schumacher a Meribel. Ci aveva detto che se solo non fosse più riuscito a guidare non l'avrebbe probabilmente accettato. Perché tutto ciò era la sua vita".

La Formula 1 ora piange quel ragazzo di 25 anni che ha avuto la forza di resistere nove mesi dopo il fatale crash contro la gru che stava spostando la Sauber di Adrian Sutil, incidentata poco prima sotto la pioggia alla conclusione del Gp del Giappone. Se n'è andato in silenzio perché non si mai risvegliato dal trauma cranico assonale diffuso diagnosticato al Mie General Medical Center di Yokkaichi. Feroci le polemiche dopo il crash: Jules era stato accusato di non aver rallentato abbastanza vedendo le bandiere gialle dei commissari, anche se poi Charlie Whiting lo aveva scagionato alla conclusione dell'inchiesta FIA sostenendo che aveva ridotto la velocità, seppur di poco, nel rispetto del regolamento.

Correva per la Marussia, ma era un pilota della Ferrari Driver Academy che aveva la speranza di salire prima o poi sulla Rossa non solo per un test dopo essersi fatto strada nelle serie addestrative come un giovane di grande talento.

E' il primo pilota di Formula 1 a perdere la vita in un incidente in Formula 1 dopo Ayrton Senna, morto a Bologna in seguito all'incidente nel Gp di San Marino a Imola del 1994, e nipote di quel Lucien Bianchi, vincitore della 24 Ore di Le Mans del 1968  che è perito proprio sul circuito della Sarthe mentre stava provando una Alfa Romeo T33 e si schiantò contro un palo del telegrafo dopo un'uscita di pista. Strana analogia, strano destino. Hai trovato la tua pace, Jules...

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