Entrambi i titoli iridati sembrano ormai aver preso la strada per Milton Keynes, dove premieranno per il quarto anno di fila
Sebastian Vettel e la
Red Bull, ma in casa
Ferrari c'è ancora la voglia di salvare almeno in parte il bilancio di questo 2013 con la conquista del secondo posto sia nella classifica riservata ai piloti che in quella dei costruttori.
Dopo due gare molto deludenti vissute tra la Corea ed il Giappone, gli uomini del Cavallino sperano quindi di riuscire a riscattarsi in India. Il nuovo Direttore Tecnico del Cavallino,
James Allison, ha iniziato a presentare l'appuntamento del
Buddh International Circuit proprio partendo dalle difficoltà incontrate a
Yeongam e Suzuka.
"
I Gran Premi di Corea e Giappone hanno deluso le nostre aspettative, le monoposto non sono state in grado di inserirsi nelle posizioni di vertice, e quindi al livello che ci attendevamo. Anche se la squadra ha lavorato molto bene in pista, con un gruppo strategicamente molto valido e due piloti in grado di concludere in buone posizioni, non abbiamo raggiunto i risultati che ci eravamo prefissati e questo vuol dire che nelle prossime gare dobbiamo migliorare" ha detto il tecnico inglese al sito ufficiale della
Ferrari.
Poi è passato a spiegare cosa servirà per far rendere al meglio la
F138 nel prossimo weekend: "
Il Buddh International Circuit è un circuito interessante, composto da curve lente e veloci, oltre a diversi rettilinei abbastanza lunghi. Un mix simile a quello del Gran Premio di Corea, dove la pista ha un andamento leggermente ‘schizofrenico’. L’ideale sarebbe avere una monoposto molto veloce in rettilineo, ma allo stesso tempo efficiente nei tratti impegnativi che si percorrono a bassa velocità. In generale è un tracciato molto esigente per la macchina. Per avere una buona performance generale su una pista come quella indiana, una monoposto ha bisogno delle stesse qualità richieste in qualsiasi tipo di circuito: deve essere stabile in frenata, ben equilibrata nelle curve ad alta e bassa velocità, con una buona trazione in uscita dai punti più lenti e una buona velocità di punta sui rettilinei. Questi sono i requisiti generici richiesti su qualsiasi pista, ma nel caso del circuito indiano le differenti tipologie di curva portano la vettura al limite, in condizioni molto simili a Suzuka".
Infine, non poteva mancare un accenno al suo ritorno alla
Rossa dopo tanti anni di assenza: "
Tornare a Maranello a nove anni di distanza mi fa provare un mix di sensazioni. C’è eccitazione ma anche un po’ di nostalgia se ripenso ai bei ricordi legati alle vittorie ottenute tra il 2000 e il 2004. In più il piacere di rivedere tante persone che quando sono stato qui l’ultima volta ricoprivano ruoli junior ed oggi occupano posti di rilievo. Ma quello che sento al di sopra di tutto è la determinazione a fare del mio meglio insieme alla squadra e con lei tornare alla vittoria. Dopo nove anni di assenza ho visto molti cambiamenti all’interno della Scuderia. La squadra è cresciuta ed è più complessa rispetto alla mia precedente esperienza, ma una volta varcata la porta d’ingresso ti accorgi che le emozioni sono sempre le stesse e si percepisce distintamente una grande voglia di tornare a vincere".
Top Comments