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Intervista

F1, Isola: "Nel 2021 si ridurrà il 10% del carico dal fondo"

Il responsabile auto di Pirelli Motorsport chiarisce i provvedimenti decisi dal TGW (Technical Working Group) di F1 per evitare che le gomme pensate nel 2019 possano subire degli stress addizionali al terzo anno di attività.

Sebastian Vettel, Ferrari SF1000

Sebastian Vettel, Ferrari SF1000

Mark Sutton / Motorsport Images

Mentre c’è chi comincia a porre dei quesiti sull’effettiva partenza della stagione 2020, la F1 programma quella 2021. Su Motorsport.com abbiamo anticipato che nell’ultimo Technical Working Group che si è svolto in conference call si è discussa una riduzione del carico aerodinamico per evitare che le gomme possano essere sottoposte a carichi verticali e laterali per i quali non erano state progettate.

Le squadre, infatti, avevano deciso che il campionato di quest’anno si sarebbe disputato con gli stessi pneumatici che hanno corso nel 2019, pensando che dal prossimo anno avrebbero debuttato le gomme da 18 pollici montate sulle nuove F1 a effetto suolo.

Lo stop di ogni attività per la pandemia del COVID-19, invece, ha consigliato la F1 di posticipare di un anno l’entrata in vigore delle nuove monoposto con gli pneumatici ribassati, prolungando la vita delle vetture 2020 anche al prossimo anno.

Una scelta che è stata supportata all’unanimità nella consapevolezza di limitare al massimo i costi. Chiariamo subito che alla Pirelli non hanno mai temuto sulla sicurezza degli pneumatici, ma i team vogliono evitare che i tecnici della Casa milanese possano aumentare la pressione di gonfiaggio per eliminare qualsiasi rischio.

Per capire meglio qual è lo stato dell’arte abbiamo sentito Mario Isola, responsabile quattro ruote di Pirelli Motorsport…
“Abbiamo chiesto ai team quale aumento di carico stimano fra l’inizio del 2020 e la fine del 2021, tenuto conto che le gomme che porteremo in pista sono state disegnate nel 2019. Ci hanno risposto che le F1 potrebbero avere un incremento delle prestazioni di tre secondi al giro, generando carichi verticali e forze laterali che avranno un impatto sul pneumatico”.

E come pensate di compensare l’aumento di carico addizionale?
“Incrementando la pressione di gonfiaggio delle gomme che però potrebbero generare altri fenomeni come l’overeating, l’aumento del degrado, perché si riduce la superficie di contatto e si può manifestare del blistering”.

Abbiamo già detto che non c’è alcun rischio sulla sicurezza delle gomme, ma il timore è che i piloti siano costretti a disputare una parte degli stint di gara in modalità risparmio degli pneumatici, tornando a quel modo di guidare che tante critiche ha scatenato in passato…
“È proprio così – prosegue Mario Isola – per cui a quel punto abbiamo delineato due strade: uno, riprendere in mano lo sviluppo delle gomme da 13” per utilizzare una costruzione modificata per girare con una pressione più bassa, oppure, vista la difficoltà di programmare dei test sulle gomme e vista la volontà di limitare i costi, si è valutato se fosse possibile varare un cambiamento regolamentare per fare un passo indietro tra il 2020 e il 2021”.

Qual è l’orientamento?
“Si lascia che i team sviluppino la macchina in questo campionato e poi si comincia la stagione 2021 tornando alle prestazioni d’inizio 2020, facendo un passo indietro. Come? Lavorando solo sul posteriore della monoposto per ridurre il carico di un 10%”.

Sembrava che si potesse limitare la superficie dell’alettone posteriore e, invece, l’orientamento si è spostato sul fondo. Come mai?
“Quando si è entrati nel dettaglio – ha proseguito Isola – è emerso che riducendo il box che definisce l’ala posteriore si limita un poco il carico verticale, ma si incrementa la velocità massima con un drag minore. Ragione per cui si è cominciato a discutere di una serie di possibili interventi sulla vettura che arrivassero a limitare il carico nelle condizioni più critiche per le gomme, vale a dire nei curvoni veloci in appoggio”.

E cosa è venuto fuori?
“Naturalmente si devono deliberare soluzioni che non impattino sui costi, per cui ci si è focalizzati su due aspetti: l’ala posteriore e il fondo. L’ultimo orientamento è più finalizzato al fondo che all’ala. Con un profilo più piccolo si rischia che il DRS diventi meno efficace e si riducano le opportunità di sorpasso. Per questo ora si guarda con più attenzione al fondo”.

Ci sarà un impatto sulla scia?
“Non credo, stiamo parlando di valori bassi, intorno al 10% del carico. Bisognerà aspettare il 2022 per avere dei vantaggi su questo aspetto…”.

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