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Intervista

F1 | Latifi si racconta: "Ho iniziato con i kart a noleggio, poi..."

Il pilota della Williams ripercorre la sua carriera in un'intervista concessa a Motorsport.com e racconta di aver iniziato solo a 12 anni sui kart a noleggio, quasi per caso. Ma poi si è guadagnato il suo posto in F1 e nella seconda parte del 2021 è cresciuto tanto, anche nel confronto con Russell. Per questo è molto curioso di vedere come si comporterà George accanto ad Hamilton nel 2022...

Nicholas Latifi, Williams Racing festeggia la sua ottava posizione

Nicholas Latifi, Williams Racing festeggia la sua ottava posizione

Williams

In un periodo storico nel quale le carriere dei piloti sembrano programmate dai primi vagiti, diventa quasi atipico ascoltare la storia di un ragazzo che fino all’inizio della sua adolescenza non aveva mai considerato l’idea di ritrovarsi un giorno a competere in casco e tuta nel campionato automobilistico più prestigioso al mondo.

Nel caso di Nicholas Latifi la trama è quella tipica di qualche decennio fa, ragazzi che per caso un giorno si mettono al volante di un kart a noleggio e da lì non scendono più. Nell’era dell’iper-professionismo la storia Latifi (classe 1995) è ancora più singolare, ma alla fine l’obiettivo lo ha raggiunto, una scommessa vinta contro tanti ostacoli e non pochi pregiudizi.

Nel mondiale appena concluso ha vissuto un finale in crescendo, arrivando a confrontarsi ad armi pari con un compagno non proprio semplice, come George Russell, pilota che Nicholas osserverà molto attentamente il prossimo anno. Un motivo di grande soddisfazione, intaccato solo dall’amara conclusione di Abu Dhabi, e da ciò che è avvenuto dopo l’incidente che ha innescato il finale controverso della gara di Yas Marina.

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images

“Mi ha scioccato il tono estremo dell'odio degli abusi e persino delle minacce di morte che ho ricevuto sui miei canali social – ha commentato Nicholas all’indomani del weekend di Abu Dhabi - c’è solo un gruppo di persone con cui dovevo scusarmi per l’incidente ed il conseguente ritiro: la mia squadra. Ed è ciò che ho fatto subito dopo. Tutto il ciò che ne è scaturito dopo è qualcosa fuori dal mio controllo”.

Latifi ha spalle larghe, ha dovuto combattere da anni con la diffidenza che accompagna chi dispone di buoni supporti finanziari, e ha capito molto bene che c’è un’unica arma a disposizione per rispondere in modo efficace: i risultati. Nel confronto con Russell, suo compagno per due anni in Williams, Latifi è cresciuto molto, e sa che il 2022 (quando al suo fianco ci sarà Alexander Albon) sarà un passaggio importante, se non cruciale, per la sua carriera. Non sembra né teso, né preoccupato, l’impressione è quasi una consapevolezza acquisita nel corso del 2021, un tacito messaggio: si può fare.

Iniziamo…dall’inizio, ovvero dal tuo primo contatto con il mondo del motorsport. Dove e quando?
“A dire il vero il mio è stato un inizio molto poco ortodosso, nella mia famiglia non c’è nessuno con dei precedenti negli sport motoristici. Non sono il classico caso in cui un papà con trascorsi sportivi o un fratello maggiore appassionato, decide di mettere un ragazzino al volante di un kart. Sono stato il primo della famiglia, diciamo così, ed ho iniziato anche parecchio in ritardo rispetto agli standard, visto che il primissimo contatto con un mezzo a motore con quattro ruote è stato un kart a noleggio: avevo 12 anni”.

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Quindi nulla di programmato…
“Non era nei piani, esatto. Mi aspettavo di finire la scuola come tutti gli altri miei compagni, e andare all'università, non avevo altri programmi. Poi durante un weekend con la famiglia mi è capitato di salire su un kart a noleggio, ero insieme ai miei cugini ed essendo una bella giornata estiva a Montreal decidiamo di fare qualche giro. E…mi sono davvero divertito! Quella giornata mi è rimasta addosso, e quando siamo tornati a casa, a Toronto, ho chiesto a mio padre se c’era un posto nelle vicinanze dopo poter andare a girare ogni tanto, ma sempre come un’attività di divertimento da fare nei fine settimana”.

E papà Michael si è dato da fare?
“Mio padre è sempre stato appassionato di auto, ma non ha mai corso, la sua passione è sempre stata limitata al mondo delle auto di serie. Alla fine, un posto l’ha trovato, era una pista indoor perché in inverno dalle nostre parti c’è solo neve, così ci siamo andatio io, mio padre e mio fratello maggiore. Il proprietario della pista era un ex-pilota, faceva anche da coach a qualche ragazzo, e quando mi ha visto girare per la prima volta ha chiesto se avessi o meno dei precedenti in kart, e quando abbiamo detto di no, si è convinto che avessi del talento. È nato tutto così, ci siamo convinti di provare a correre, e ancora oggi tante persone sono sorprese quando dico che non ho mai avuto intenzione di correre, convinzione che è rimasta anche dopo aver iniziato. I primi tempi c’erano tanti amici ed alcuni addetti ai lavori nel karting che mi dicevano ‘devi provarci’, ma declinavo sempre, volevo correre per divertimento. Alla fine, i miei genitori mi hanno detto: ‘provaci una volta, se ti piace bene, altrimenti lascia stare’. Ci ho provato, e mi è piaciuto al punto da non tornare più indietro”.

I giovani canadesi che puntano ad una carriera nel motorsport si dividono tra chi scegli gli Stati Uniti e chi invece l’Europa. Come è maturata la tua scelta di puntare sull’Europa?
“Ho iniziato a pensarci quando è arrivato il momento di passare dal kart alle monoposto. All’epoca non c’era ancora la Formula 4, quindi bisognava aver compiuto 16 anni per iniziare, e a quel punto è arrivata la scelta di impegnarmi davvero, fino a quel momento nella mia testa non ero ancora certo di voler fare il pilota. Una volta deciso, l’obiettivo era uno solo, la Formula 1, e prima o poi avrei dovuto spostarmi in Europa, quindi a quel punto aveva senso iniziare subito li”.

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images

Seguivi i Gran Premi di Formula 1?
“Ho iniziato a guardarli nel momento in cui il kart è diventato una cosa più seria. Mi sono interessato di più, anche se da bambino andavo sempre al Gran Premio a Montreal con la mia famiglia. Era uno degli eventi estivi immancabili, le scuole erano appena terminate, gli esami conclusi, e il Gran Premio cadeva proprio in un ottimo momento, ma non seguivo le altre gare”.

Quindi non hai mai pensato ‘un giorno ci sarò’?
“Non proprio. Quando ho deciso che avrei iniziato a correre in monoposto allora tutto è cambiato, ho capito che il sogno da inseguire era quello di arrivare un giorno in Formula 1, e ovviamente ho iniziato a seguire tutto il possibile”.

Qual è stato l'aspetto più difficile che hai dovuto affrontare quando hai iniziato la tua avventura in Formula 1?
“Non riesco a identificare un aspetto in particolare, diciamo che non immaginavo quanto sarebbe stato impegnativo. Ma dopo l’impatto iniziale ho iniziato a vedere che gara dopo gara facevo progressi, ed è diventata una sfida da affrontare. Quando sono arrivato in Williams la squadra stava vivendo un periodo di grandi difficoltà, e ovviamente è stato chiaro che avrei dovuto cambiare le mie aspettative, non potevo certo pensare di lottare per una pole, un podio o una vittoria come avevo fatto in Formula 2. Non è facile da accettare per chi come me è sempre stato un competitivo, non solo in pista, ma anche se in una partita ad un videogame con gli amici, ho sempre odiato perdere, e ho dovuto accettare che non sarebbe stato possibile ottenere grandi risultati”.

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

Quanto è stato duro il 2020?
“Indipendentemente dal fatto che la monoposto non fosse competitiva, l’aspetto più complicato è stata la macchina molto difficile da guidare. Semplicemente non potevo guidarla nel modo in cui avrei voluto, quindi ho provato ad adattarmi cambiando il mio stile per cercare di ottenere qualcosa in più. Questa difficoltà, insieme all’impossibilità di ottenere risultati, ha reso tutto molto difficile. La prima parte di stagione è stata dura, molto più di quello che avevo immaginato, ma ho anche capito quanto sia importante in Formula 1 lavorare in simbiosi con la squadra, è l’unica cosa che ti permette di fare dei passi avanti”.

Com’è stato il rapporto instaurato con gli altri piloti?
“Prima di arrivare in Formula 1 avevo corso contro 13 dei venti piloti presenti in griglia, ovviamente nelle categorie minori. Non avevo però rapporti molto stretti, tipici tra ragazzi che hanno condiviso le esperienze in karting, se prendiamo ad esempio Max, Lando, Charles, Alex, George, Carlos, Daniil, sono tutti cresciuti nello stesso paddock. Nel mio caso non è stato così, perché in Europa ho disputato una manciata di gare in kart, quindi sono sempre stato un po' più estraneo al contesto. Nelle formule minori ovviamente si cementano dei rapporti, ma non c’è più quel cameratismo tipico del kart, nel corso degli anni sono stato compagno di Esteban, di Daniil, di Alex, e ho sempre avuto ottimi rapporti, non posso dire di aver mai avuto problemi con i miei compagni di squadra. Credo sia umano avere una simpatia maggiore per qualcuno, ma alla fine nel mio caso l’arrivo in Formula 1 è coinciso anche con l’esplosione del Covid, quindi tutto è stato ridimensionato in termini di rapporti”.

Quest'anno, nella seconda parte della stagione, hai fatto vedere una buona crescita che ti ha confermato non di rado davanti a George. È la tua risposta a chi ha motivato il tuo arrivo in Formula 1 solo grazie ai sostegni finanziari? Ti senti orgoglioso di quello che stai facendo ora?
“Prima della pausa estiva è iniziata una crescita costante, sia sul fronte della performance in qualifica che nella gestione di gara. Sono due aspetti completamente diversi tra loro, ma che ogni pilota deve saper combinare molto bene per riuscire a mettere insieme un buon weekend di gara. A volte nella mia situazione è stato frustrante ritrovarsi fuori dalla Q2 per pochissimo, a volte ero davvero molto vicino a George. Poi ovviamente lui migliorava il suo tempo in Q2, e alla fine veniva spesso paragonato il suo crono ottenuto in Q2 con il mio in Q1, facendo sembrare il divario enorme. Ma mi ha sempre consolato sapere che il team aveva la fotografia di tutto, ed ovviamente sono stato molto contento nel vedere che prima della pausa estiva le cose sono migliorate, e sono proseguite anche dopo nella giusta direzione. So di aver avuto come compagno di squadra uno dei piloti più veloci sulla griglia, credo che sarà ancora più chiaro a tutti la prossima stagione”.

Nicholas Latifi, Williams

Nicholas Latifi, Williams

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Quindi nel 2022 sarai un sostenitore di George…
“Beh, ho visto che in Formula 1 si usa molto paragonare i piloti che hanno guidato la stessa monoposto. Anche ad anni di distanza ci sono valutazioni che si basano proprio tra i confronti tra due piloti quando erano compagni di squadra, ad esempio mi è capitato di sentire che se Ricciardo in Red Bull ha tenuto testa a Verstappen, visto ora come va nel confronto con Norris allora anche Lando se la giocherebbe con Max. Ma al di là di questi aspetti, visto che ho avuto l’opportunità di guidare la stessa macchina di George e so come è progredita la mia performance nel confronto diretto con lui, sarò ovviamente molto interessato a scoprire come andrà e come si collocherà rispetto a Lewis, il pilota che considero il più grande o uno dei più grandi di tutti i tempi in questo sport. Quindi sì, è sicuramente qualcosa che seguirò con molta attenzione”.

A proposito di Lewis. I piloti della tua generazione ricordano praticamente tutti la prima volta in cui si sono trovati la sagoma della monoposto di Hamilton negli specchietti. È così anche per te?
“Credo che sia stata la prima sessione di FP1 che ho fatto, era il 2018 e giravo con la Force India. Mi era già successo di girare durante dei test che vedevano in pista altre squadre, ma quando guidi in un weekend ufficiale di gara con tutti i piloti in pista è effettivamente un’altra cosa. Però alla fine non mi è sembrato nulla di strano, certo se ci si sofferma essere in pista con Lewis, Sebastian, Fernando o Kimi è davvero speciale, ma quando sei in pista non ci pensi. Almeno, per me è stato così, tutto piuttosto naturale”.

Hai uno sponsor italiano. Qual è il tuo rapporto con l'Italia? La tua famiglia è anche presente nel Bologna calcio...
“Sono mezzo italiano! Mia madre è italiana, nata in Canada ma i miei nonni provengono dalla Sicilia. Emigrarono in Canada molto tempo fa, e siamo molto legati alla famiglia di mia madre. Oggi vivono tutti a Montreal, siamo una grande famiglia italiana”.

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Credi che il reset tecnico del prossimo anno può essere per te una potenziale opportunità? Ti senti pronto ora per fare un altro passo avanti?
“Sì, indipendentemente da quelle che saranno le prestazioni della macchina, so di essere pronto a fare un altro passo avanti e ad assumere un ruolo di leadership più importante all’interno della squadra. E quando dico un ruolo di leadership, non intendo dire che sarò un leader prioritario rispetto a quanto lo sarà Alex, perché stiamo portando la stessa esperienza. Lui sta portando con sé una buona esperienza maturata in un top-team, mentre io sono quello che conosce già la squadra, ed è ben conosciuto dalla squadra. Sappiamo quanto siano importanti i feedback in una fase in cui si inizia un nuovo ciclo tecnico, ogni indicazione è cruciale per aiutare lo sviluppo, o indirizzare dei potenziali aggiornamenti. Nella stagione appena conclusa ad un certo punto non c'era davvero molto che potessimo inventarci di nuovo con il pacchetto che abbiamo avuto a disposizione, ma io e George abbiamo sempre provato di ottimizzarlo, di cercare qualcosa di nuovo che ci ha riportato a lavorare un po' come si fa faceva in Formula 2. La prossima stagione non sarà più così, mi aspetto una grande mole di sviluppi e novità, tanti aggiornamenti che dovranno essere valutati dai piloti, e con i tempi ridotti che abbiamo a disposizione i feedback saranno cruciali per indicare la strada alla squadra. Quindi non vedo l'ora di cogliere questa opportunità, sarà una sfida, sarà una grande responsabilità, ma mi sento più che pronto”.

A proposito di novità: vedremo finalmente anche sulla Williams il display collocato sul volante?
“Penso che vedrete ancora il vecchio sistema”.

Come fai a leggere le indicazioni se hai il volante girato?
“Non è l'ideale, diciamo così”.

Quindi nessuna novità in merito?
“La prossima stagione sarà ancora così. Ricordo che è stato uno dei miei primi commenti quando ho girato per la prima volta con la Williams, credo che sarà cambiato ma non a breve. Diciamo che non è l’ideale su alcune piste o più semplicemente durante le VSC quando si usa molto lo sterzo per tenere le gomme in temperatura. La squadra lo sa, ma sappiamo anche che investire in quel punto ora non ci porterebbe un vantaggio di performance, in caso contrario lo cambieremmo, anzi, lo avremmo già cambiato”.

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Nicholas Latifi, Williams FW43B

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

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