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D'Arrigo: "Petronas prepara un altro salto di qualità"

Il responsabile europeo ammette che tutte le squadre del Circus vorrebbero benzina e lubrificanti della Mercedes

D'Arrigo:

Incontriamo Giuseppe D’Arrigo al secondo piano dell’Hospitality Mercedes nel paddock di Monza. Quella che di solito è interdetta ai giornalisti. Potenza di Petronas, che non è solo il title sponsor delle frecce d’argento, ma è anche un preziosissimo partner tecnico nella fornitura di carburanti e lubrificanti. Riverito e coccolato.

A sentire gli uomini della Stella a tre punte, la “miracolosa” benzina studiata a Villastellone è in grado di regalare alla W05 Hybrid due decimi di secondo al giro a Monza, vale a dire un vantaggio che si può misurare in oltre dieci secondi in un Gp! Un’enormità nel difficile mondo della Formula 1, dove le novità tecniche ormai si misurano in centesimi.

L’ambiente è ovattato: non filtrano i rumori esterni. Niki Lauda si rilassa un attimo in un angolo, mentre Paddy Lowe analizza al portatile dei dati tecnici e Toto Wolff si intrattiene con degli ospiti di riguardo, e Bradley Lord, responsabile della comunicazione, allunga lo sguardo perché non ci siano intrusi.

Giuseppe D’Arrigo è il Responsabile Europeo di Petronas Lubricants International. È attivo solo dal 22 marzo nella sede di Villastellone, nella prima cintura Torinese, ma è già entrato pienamente nel ruolo, come se fosse parte del gruppo malese da anni. Sguardo penetrante, è persona risoluta che non spreca le parole, ma ha la capacità della sintesi per spiegare con termini chiari concetti complicati. Ha l’aspetto del duro, che sa subito mettere sul tavolo le sue carte, ma non ha bisogno di alzare il tono della voce per far valere la sua autorevolezza.

Laureato in diritto internazionale all’Università di Milano, dopo quasi 12 anni in Shell dove era direttore generale di rete, è passato alla General Electric fino a diventare il general manager Italia e capo europeo della Wayne, GE Oil&Gas. Con Petronas ha accettato una missione ambiziosa: raddoppiare i volumi nel mercato lubrificanti in cinque anni. Le sfide gli piacciono, anche se sono molto difficili e per niente scontate. Crede nell’innovazione, scommette sulle persone e nel lavoro di squadra. Ed è orgoglioso che i malesi scommettano con coraggio sull’Italia.

“L’interesse di Petronas in Europa è molto grande: è il mercato più qualificato nel mondo dei lubrificanti. Stando ai numeri per noi è più importante l’Asia, perché abbiamo delle partnership con dei produttori cinesi. E poi la crescita del mercato orientale che tutti conoscono non è comparabile con i nostri dati. Però, l’Europa rappresenta una sfida: ci sono i Costruttori più importanti, quelli che hanno l’innovazione come elemento di differenziazione e puntano sull’eccellenza. Non solo, ma le specifiche del mercato vengono dettate dalle regole sempre più restrittive che spingono alle innovazioni competitive”.

Qual è l’obiettivo di Petronas in Europa?
“Essere la prima scelta dei Costruttori più importanti in materia di lubrificanti. Lo siamo con Mercedes e con Fiat, lavoriamo anche con Bmw e con tutte quelle società che hanno un’immagine premium. Quello europeo è il mercato più avanzato: i clienti sono i più evoluti e informati. Basti un dato: il 60% del mercato è costituito da oli semi-sintetici o sintetici. Questa è la più grande penetrazione nel mondo. E nei prossimi tre anni contiamo di arrivare all’80%. La sfida dei Costruttori che puntano sull’innovazione e il fatto che il mercato sia il più sofisticato, rende l’Europa un’area molto interessante anche per gli elementi di crescita specie nei Paesi dell’Est”.

Gli oli minerali sono destinati a scomparire?
“Non proprio, perché la coda del parco auto tenderà ad allungarsi, ma quello degli oli minerali diventerà un mercato di nicchia. Anche i semi-sentiteci a un certo punto saranno destinati a sparire. Petronas, essendo una grande multinazionale dell’energia, che ha fatto passi da gigante nell’esplorazione, vuole ritagliarsi delle fette di mercato riconoscibili anche negli altri settori. I lubrificanti sono una grande opportunità per farci conoscere. La missione non è solo vendere, ma portare l’eccellenza e far conoscere il marchio”.

Vi interessano più i lubrificanti della benzina?
“No, ci teniamo molto al carburante, ma in Europa non c’è il nostro business retail. Esiste in Asia e in parte dell’Africa, ma ci teniamo molto perché la benzina di Formula 1 la sviluppiamo noi. A Villastellone vengono studiate le formulazioni che poi vengono lavorate fuori. Può essere curioso sapere che il carburante per la power unit Mercedes viene definita attraverso sei fusi orari: dal centro ricerche di Torino i dati arrivano a un responsabile molto bravo che lavora a Kuala Lumpur: c’è uno scambio continuo di informazioni. La sperimentazione viene fatta in Italia sulle performance delle frecce d’argento. Sul motorhome Mercedes abbiamo un laboratorio mobile di analisi e i dati vengono subito spediti a Villastellone. Non ci arrivano solo quelli della pista, ma anche quelli dai banchi prova e dai test. Si è instaurata una collaborazione che funziona. Noi ci teniamo tantissimo. È evidente, quindi, che non ci spinge solo una questione commerciale, perché i mercati dove possiamo vendere la benzina sono pochi, ma c’è soprattutto una questione d’immagine. Petronas non è un’azienda consolidata come Shell, che ha una lunga storia - io stesso ho lavorato in Shell - ma posso dire di essere rimasto sorpreso dall’energia, dalle competenze e dall’entusiasmo che ho trovato quando sono arrivato”.

Come dobbiamo leggere il fatto che i malesi investano proprio in Italia?
“Petronas, dopo l’acquisizione di FL Selenia, ha deciso di mantenere il reparto di ricerca e sviluppo globale in Italia. Non solo, ma ha deciso di investire a Torino realizzando un nuovo, modernissimo, Centro Ricerche. Credo sia un segno molto positivo: vuol dire che abbiamo le competenze per essere innovativi. E per questo sono molto felice sia come italiano, sia come responsabile di Petronas Europa”.

Avete appena rinnovato il contratto di sponsorizzazione con la Mercedes… “Siamo title sponsor del team Mercedes, continuiamo ad avere la visibilità di oggi, e forse un po’ di più. Stiamo imparando…”.

Siete riusciti ad abbassare la portata dell’investimento?
“Questo non lo posso dire, diciamo che il nostro investimento è importante. Ma anche la visibilità che ci danno è importante: la discussione su qual è il punto di pareggio è continua. A differenza di altri sponsor, noi siamo anche un fornitore tecnico qualificato perché aggiungiamo un valore prestazionale che è misurabile...”.

Si vede la differenza con la McLaren che ha lo stesso motore, ma carburante diverso…
“La power unit è la stessa, ma i risultati che abbiamo raggiunto hanno stupito a inizio stagione gli stessi tecnici e piloti Mercedes. Abbiamo trovato una performance eccellente dopo un lungo lavoro di affinamento. E durante i Gp i piloti possono concedersi alcuni aggiustamenti per avere un vantaggio sulle curve di potenza. L’investimento è costoso, ma c’è un impegno tecnico importante”.

Quanto costa un litro di benzina?
“Non ha un valore commerciale. La produzione si fa a lotti. Dipende dai costi che ci si vuole mettere dentro: si può partire dal tempo dedicato alla negoziazione della partnership, per arrivare alle strutture dedicate di Villastellone, di Kuala Lumpur, senza dimenticare il contratto con il fornitore esterno e le materie prime. Tutto questo costa milioni di euro. Noi produciamo per ogni Gran Premio carburante per qualche centinaio di chili. In calendario ci sono 19 gare, per cui si può fare il conto su qualche tonnellata a campionato. Un chilo di carburante, quindi, costa moltissimo. Ma non siamo in F.1 per quello...”.

Mercedes vi paga la benzina e l’olio?
“Dipende dagli accordi, ma solo per esigenze fiscali. Magari c’è una transazione. Dovremmo venderlo a un milione, non ha senso. Nel campo dei lubrificanti il lavoro che facciamo è di sviluppo e affinamento di un prodotto che poi a monte arriva al consumatore. Le innovazioni che sviluppiamo in pista ci portano a lanciare prodotti molto competitivi”.

Il marchio della Stella vi ha scelto per il primo equipaggiamento…
“Syntium è considerato il miglior prodotto per affidabilità, prestazione e durata da Mercedes. E’ difficile riuscire a coniugare insieme le tre caratteristiche. Quello che diamo ai clienti è un prodotto derivato da quello che usiamo in pista. Nei lubrificanti siamo arrivati al 95% e nelle benzine al 99%. E’ chiaro che le basi per le corse sono un po’ migliori. La Formula 1 per noi è un grande banco di prova che viviamo ogni giorno in pista”.

Avete ricevuto richieste da altri team di Formula 1?
“Sì, da tutti. Siccome non si può sviluppare il motore, allora si lavora sui fluidi: c’è un’innovazione continua. È chiaro che tutte le Case petrolifere cercano di capire come mai Petronas vada così bene. E anche gli altri lavorano sodo, senza mai fermarsi. Credo che Shell abbiamo portato una quarantina di innovazioni durante l’anno. Noi ne abbiamo introdotte molte meno. Non siamo arrivati a dieci. Perché il nostro prodotto è ottimo di partenza”.

C’è del margine di crescita?
“Certo, i tecnici di Mercedes ci sfidano su questo tema e sanno che avranno un altro salto di qualità per l’anno prossimo”
.

All’inizio del campionato 2014 c’era lo spauracchio di finire i Gp con 100 kg di carburante nel serbatoio, mentre ora si può coprire la distanza di una gara con 80 kg: il 20% in meno in neanche un anno?
“E l’anno prossimo ci chiederanno un altro grosso sforzo in materia di consumi. Partire con meno peso vuol dire disporre di una monoposto più veloce per tutto il Gp…”.

La F.1 ha un difetto: comunica dei dati utili solo ai tecnici. Anziché parlare di chili di benzina non avrebbe più senso esprimere i consumi in chilometri/litro?
“Sicuro. Se si guarda il Gp su Sky c’è tantissima informazione tecnica, ma forse andrebbe selezionata e spiegata meglio per il grande pubblico. Sento tante critiche alla F.1, ma quest’anno i Gp sono molto più divertenti che nel recente passato. E questo glielo dico da appassionato!”.

Qual è l’impatto della Formula 1 per Petronas?
“E’ molto forte. Stiamo acquisendo una grande riconoscibilità. La realtà è che Petronas fino a qualche anno fa era un marchio poco conosciuto, anzi spesso eravamo confusi con il petroliere sudamericano, Petrobras. Le vittorie ci stanno dando una buona visibilità. I collaboratori che vendono i nostri prodotti e hanno il contatto con i clienti hanno la percezione che siamo un’azienda in grado di fare innovazione e, quindi, possono puntare a far crescere il loro business con noi. Siamo in crescita…”.

In materia di lubrificanti avete ridotto gli attriti…
“La ricerca è verso prodotti più efficienti che abbassano i consumi e le emissioni, sia in termini di riduzione dei costi che di mantenimento del veicolo. Nella fascia premium cresce la sensibilità alla riduzione delle emissioni di CO2. Syntium ha la capacità di abbassare di diversi punti percentuali i consumi, incrementando le prestazioni. Abbiamo centrato un obiettivo molto ambizioso che adesso cerchiamo di promuovere…”.

La Formula 1 deve servire a…
“…raddoppiare i nostri numeri nel mercato europeo dei lubrificanti in cinque anni. Abbiamo varato un piano ambizioso, in un mercato che è già molto ben servito. Non ci interessa dare tutto a tutti. Cerchiamo di soddisfare i clienti con un elemento di differenziazione. Non vogliamo diventare market leader. Il cliente non lo identifichiamo dal tipo di macchina che sceglie, ma dall’atteggiamento che adotta con la sua vettura…”.

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