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Philippe Bianchi: "Jules non molla, ne sono sicuro"

Il paprà del pilota della Marussia ripete che la situazione è disperata, ma non perde la speranza

Philippe Bianchi:

Dopo qualche giorno di silenzio, Philippe Bianchi è tornato a parlare dalle colonne della Gazzetta dello Sport, raccontando come stanno passando le giornate accanto al suo Jules all'ospedale di Yokkaichi, dove è ricoverato da quando è stato vittima di un terribile incidente nelle fasi conclusive del Gp del Giappone di Formula 1.

"Ci sono momento che guardando Jules disteso nel letto, senza un graffio, mi viene da dargli un buffetto sulla guancia e dirgli: dai alzati, cosa fai lì disteso? Andiamo via dal Giappone Jules, torniamo a casa" ha detto con emozione il papà del pilota della Marussia, che non perde la speranza: "Lui è forte, vincerà il suo giro di qualifica più importante. Non molla, ne sono sicuro".

In questa fase però è anche importante non farsi false illusioni, perché la lesione assonale diffusa è un danno molto grave: "La situazione è disperata. A ogni squillo di telefono sappiamo che può essere l'ospedale per dire che Jules è morto. Ma prima avevano detto che erano cruciali le prime 24 ore, poi sono diventate 72 e adesso siamo ancora qui, con Jules che lotta. Io lo vedo, ci credo, gli parlo, so che mi sente. I dottori ci hanno già detto che questo è un miracolo, che nessuno è mai sopravvissuto ad un incidente così grave. Eppure Jules non si arrende. Il suo preparatore mi ripete che se c'è uno che può farcela è lui, con la sua volonta".

Vivere un dramma così, per di più tanto lontani da casa, è davvero massacrante: "E' dura, in una settimana la vita della nostra famiglia è stata distrutta. Cosa faremo, come faremo adesso qui, lontani da tutto? Viviamo un incubo. Magari quando Jules starà meglio potremo darci il cambio, qualche settimana a testa, forse potremo trasferirlo a Tokyo e sarà un po' più facile... Ma chissà quando accadrà, se accadrà. Non abbiamo certezze, bisogna solo aspettare".

La speranza di Philippe è che Jules possa seguire le orme di Michael Schumacher, che piano piano sta reagendo al grave infortunio rimediato lo scorso dicembre sulle nevi di Meribel: "Sono stata male quando si è fatto male. E anche io come tutti mi chiedevo perché non ci dicessero le cose, come stava. Ma ora che è successo a me, capisco. Tutti mi chiedono come sta Jules, ma non posso dare una risposta. E' gravissimo, ma stabile. Un giorno sembra un po' meglio, uno un po' peggio. I medici non si pronunciano, il danno avuto nell'impatto è stato grande, ma non sanno come evolverà. Anche con Schumacher ci sono voluti mesi prima che uscisse dal coma, eppure ho letto che anche Todt spera che possa avere una vita quasi normale. Ecco, un giorno spero di poter dire lo stesso".

Dopo aver ringraziato ancora una volta la Marussia, la Ferrari, ma tutto l'ambiente della Formula 1 in generale per il grande supporto che sta dando alla famiglia in questo momento, Bianchi poi affronta il tema più spinoso, quello dell'incidente di Jules. Philippe ha ribadito di non voler vedere le immagini della monoposto del figlio che si infila sotto alla gru che stava recuperando la Sauber di Adrian Sutil e che ora è più importante la salute di suo figlio.

"Non è il momento di parlare. Il video non l'ho visto e non lo voglio vedere, diventerei matto. Mentre io e la famiglia abbiamo bisogno di tutte le energie per darle a Jules, per fargli sentire che siamo qui e che vogliamo riportarlo a casa. Adesso conta lui".

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