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Analisi

F1 | I Mondiali decisi da clamorosi incidenti

Il timore che possa essere un incidente a decidere il bellissimo duello che ha animato la stagione 2021 tra Max Verstappen e Lewis Hamilton è grande. A riprova di questo, la FIA ha chiarito che potrebbe anche decurtare i punti acquisiti in caso di manovre scorrette. In attesa di vedere cosa succederà ad Abu Dhabi, ripercorriamo insieme gli incidenti che hanno deciso le sorti dei titoli del passato.

Ayrton Senna, McLaren Honda MP4/5B e Alain Prost, Ferrari 640 collidono

Foto di: LAT Images

La stagione 2021 è stata una delle più combattute e spettacolari dell'era recente della Formula 1 e il grande merito va senza dubbio ai due principali protagonisti, Lewis Hamilton e Max Verstappen. Il 7 volte campione del mondo e lo sfidante della Red Bull si presentano all'appuntamento decisivo di Abu Dhabi appaiati in classifica, dopo 21 Gran Premi nei quali non sono mancati anche momenti di grande tensione.

Si è iniziato subito forte, con un discusso Gran Premio del Bahrain nel quale Verstappen ha provato un sorpasso all'esterno di Hamilton, secondo lui venendo forzato fuori dalla pista, ma non secondo la direzione gara che gli ha imposto di restituire la posizione al rivale della Mercedes. Le parti poi si sono invertite alla partenza ad Imola, questa volta con Max a spingere Lewis fuori dalla pista al Tamburello, conservando leadership e vittoria alla bandiera a scacchi.

I momenti più caldi però sono arrivati a cavallo dell'estate, con il discusso incidente alla Copse di Silverstone, che si è concluso con una bruttissima botta contro le barriere per Verstappen e la vittoria in rimonta di Hamilton nonostante 10" di penalità. A Monza poi è stato Max ad innescare il contatto alla Prima Variante, che questa volta ha escluso entrambi, con un brivido per Lewis che si è visto passare una gomma della Red Bull sopra alla testa, ringraziando la presenza dell'halo.

La saga poi si è arricchita dei capitoli del GP del Brasile, dove è stato Verstappen a forzare fuori dalla pista Hamilton, rimanendo impunito ma uscendo sconfitto nel duello. Ma soprattutto con il "brake test" di Max nel GP dell'Arabia Saudita, avvenuto mentre cercava di restituire la posizione a Lewis dopo averlo superato tagliando la prima chicane.

Questa serie di eventi, soprattutto i più recenti, hanno instillato il timore che le sorti del Mondiale più bello dell'ultima decade almeno possa essere deciso da un incidente (in caso di doppio zero a spuntarla sarebbe Verstappen, che ha più vittorie all'attivo). Non a caso, è stato fatto più volte un parallelo con la rivalità tra Ayrton Senna ed Alain Prost, che per ben due volte si è risolta in questa maniera, anche se con una differenza sostanziale: in entrambi i casi ad essere decisiva è stata Suzuka, quando all'appello mancava ancora l'appuntamento di Adelaide. Andiamo comunque a ripercorrerla insieme.

Suzuka 1989: Senna esagera e viene squalificato

Ayrton Senna, McLaren MP4/5 Honda e Alain Prost, McLaren MP4/5 Honda si scontrano

Ayrton Senna, McLaren MP4/5 Honda e Alain Prost, McLaren MP4/5 Honda si scontrano

Photo by: Motorsport Images

Prost si presenta al Gran Premio del Giappone con 16 punti di vantaggio nei confronti di Senna. Un gap che di fatto obbliga il brasiliano a vincere a Suzuki per tenere ancora aperto il duello tutto targato McLaren. "Magic" inizia alla grande il weekend, firmando una giro clamoroso in qualifica, che gli vale la pole position con un vantaggio di addirittura 1"7 nei confronti del transalpino.

Alla partenza però il più lesto è Prost, riuscendo a bruciare il compagno di box e a portarsi al comando. Il Mondiale si decide al 47° giro: Ayrton entra di forza alla Chicane del Triangolo, i due si toccano e le vetture rimangono agganciate. Prost non esita ad uscire dall'abitacolo, pensando che sia finita, Senna però non molla, si fa spingere dai commissari e riprende la corsa. Rientra ai box per sostituire l'ala danneggiata, ma questo non basta a fermarlo, perché poi sfodera una rimonta clamorosa e va a riprendere la Benetton di Alessandro Nannini, transitando per primo sotto alla bandiera a scacchi.

La festa però dura poco, perché Ayrton viene squalificato per essere stato aiutato dai commissari, consegnando così il terzo titolo iridato a Prost. Ma la Federazione va oltre, infliggendogli una multa di 100.000 dollari e ritirandogli la Superlicenza, definendolo "pericoloso per gli altri piloti". Una diatriba che troverà una soluzione solamente poco prima dell'inizio della stagione successiva, nella quale l'amico-rivale fa il salto della barricata verso la Ferrari.

1990: la vendetta di Senna

Le auto danneggiate di Alain Prost, Ferrari 641 e Ayrton Senna, McLaren MP4/5B Honda, al GP del Giappone del 1990

Le auto danneggiate di Alain Prost, Ferrari 641 e Ayrton Senna, McLaren MP4/5B Honda, al GP del Giappone del 1990

Photo by: Motorsport Images

Per citare gli 883, si potrebbe dire "stessa storia, stesso posto, stesso bar". Passano 12 mesi e i protagonisti sono sempre Senna e Prost, nuovamente con Suzuka a fare da teatro. Questa volta è il brasiliano a presentarsi in una situazione di vantaggio, con il ferrarista ad aver bisogno di una vittoria per portare il Mondiale ad Adelaide.

Inizialmente, il copione è simile, perché è Senna a firmare la pole position, ma è Prost ad avere uno scatto migliore al semaforo verde (allora c'erano ancora i due colori al via e non solo lo spegnimento, ndr). Ayrton però non intenzione di aspettare e alla prima curva urta il posteriore della Rossa, facendo terminare la corsa di entrambi nella ghiaia della via di fuga.

Dopo la gara, durata per loro appena 7 secondi, i due si accusano a vicenda di aver innescato la carambola, anche se le colpe appaiono piuttosto evidenti. In ogni caso, la Federazione questa volta decide di non punire nessuno, ritenendo il contatto un normale incidente di gara. Quindi è Senna a fare festa con una gara d'anticipo, celebrando il suo secondo titolo iridato dopo quello del 1988.

I precedenti all'ultima gara

Se si vuole fare un raffronto più diretto con questa stagione, nel caso in cui dovesse finire prima della bandiera a scacchi, in realtà sono solamente due le occasioni in cui i due contendenti al titolo sono arrivati allo scontro all'ultima gara. E in entrambi i casi il protagonista è stato Michael Schumacher, che curiosamente è anche l'altro 7 volte campione del mondo della storia oltre ad Hamilton. Il tedesco è uscito una volta vincitore ed una volta sconfitto, andiamo a ricordare come.

Adelaide 1994: il botto con Hill incorona Schumi

Michael Schumacher, Benetton celebrates his world title with the Benetton team

Michael Schumacher, Benetton celebrates his world title with the Benetton team

Photo by: Sutton Images

Il Gran Premio d'Australia vede opposti due piloti arrivati per la prima volta nella loro carriera a giocarsi il Mondiale, al termine di un anno segnato dalla tragica scomparsa di Ayrton Senna ad Imola, ma anche dalle polemiche legate alla squalifica di due GP rimediata da Michael Schumacher per il suo comportamento nel Gran Premio di Gran Bretagna, che di fatto ha permesso a Damon Hill di riaprire un campionato che pareva già finito.

A Silverstone, il pilota della Benetton aveva ignorato prima uno stop and go e poi la bandiera nera. Il risultato era stato l'esclusione dalla classifica del GP, concluso al secondo posto. Successivamente, il Consiglio Mondiale della FIA, oltre a confermare la squalifica, gli ha impedito di partecipare ai Gran Premi d'Italia e del Portogallo, permettendo così ad Hill di arrivare ad Adelaide con un solo punto da recuperare.

In qualifica a firmare la pole è il veterano Nigel Mansell, chiamato dalla Williams per aiutare Hill nel duello con Schumi, che chiude a 18 millesimi dal "Leone" e parte dalla prima fila, mentre il rivale britannico è terzo. Al via entrambi scavalcano Mansell, con Schumacher che prende il comando davanti ad Hill. Posizioni che restano invariate fino al 35° giro, quando il tedesco va largo alla East Terrace, colpisce il muretto e probabilmente danneggia la sospensione anteriore destra della sua Benetton.

Michael rientra in pista e Hill cade nella sua trappola: Damon non ha pazienza e cerca l'attacco nella curva successiva, con il rivale che chiude in maniera vigorosa. Il contatto è inevitabile, la Benetton decolla sua due ruote e poi va a terminare la sua corsa contro le barriere. Il figlio d'arte invece prosegue fino ai box, ma solo per sentirsi dire che la sospensione anteriore sinistra della sua Williams è danneggiata irreparabilmente.

La FIA a questo punto apre un'investigazione sull'incidente, che però si chiude piuttosto rapidamente senza sanzioni, in quanto non è possibile provare l'intenzionalità della manovra di Schumacher, che quindi può festeggiare il primo dei suoi sette titoli iridati.

Jerez 1997: Schumacher ci riprova, ma stavolta la spunta Villeneuve

Michael Schumacher (Ferrari F310B), Jacques Villeneuve (Williams FW19 Renault)

Michael Schumacher (Ferrari F310B), Jacques Villeneuve (Williams FW19 Renault)

Photo by: LAT Photographic

Alla sua seconda stagione in Ferrari, Schumi si presenta all'appuntamento conclusivo di Jerez de la Frontera con un punto di vantaggio sul rivale Jacques Villeneuve e già dalle qualifiche si preannuncia un finale rovente: il canadese della Williams, il ferrarista ed Heinz-Harald Frentzen segnano infatti tutti lo stesso tempo al millesimo, 1'21"072, ma avendolo firmato per primo il figlio d'arte si prende la pole position.

Alla partenza però Villeneuve fa pattinare troppo le gomme e Schumacher ne approfitta per prendere il comando delle operazioni. Il tedesco sembra avere la situazione sotto controllo, resistendo anche quando la Williams tenta il tutto per tutto, ritardando la prima sosta di Frentzen per usarlo un po' da "tappo" e favorire il ricongiungimento di Jacques.

Tuttavia, dopo il secondo pit stop, la differenza di passo è abbastanza evidente: Schumi riesce a neutralizzare un paio di tentativi dell'avversario, ma non può nulla quando Jacques lo sorprende alla Dry Sac al 47° giro. Il pilota della Williams si infila all'interno e il ferrarista lo chiude in maniera plateale, il contatto quindi è servito. Ad avere la peggio però questa volta è proprio Michael, che conclude la sua corsa nella via di fuga, mentre a Villeneuve basta il terzo posto dietro alle due McLaren per coronare il sogno del suo unico titolo iridato.

Ma la vera batosta doveva ancora arrivare per Schumi: dopo aver inizialmente considerato il fatto un normale incidente di gara, la FIA lo convoca davanti al Consiglio Mondiale, che decide per una sanzione esemplare, escludendolo dalla classifica iridata ritenendo che la manovra ai danni dell'avversario fosse stata volontaria, ma non premeditata.

Città del Messico 1964: Bandini regala il titolo a Surtees

Champion John Surtees, Ferrari

Champion John Surtees, Ferrari

Photo by: Motorsport Images

C'è un ultimo episodio che merita di essere citato in questa carrellata, anche se ad essere coinvolto in un incidente è stato solamente uno dei tre piloti che si presentavano alla gara conclusiva della stagione, in Messico, con una possibilità di laurearsi campione del mondo. La cosa curiosa è che si tratta di Graham Hill, padre di quel Damon di cui vi abbiamo già parlato, che arriva all'Autodromo Hermanos Rodriguez da leader con 39 punti, 5 in più del ferrarista John Surtees e 9 in più di Jim Clark.

Per lui le cose si mettono nel migliore dei modi fin dalla partenza, perché è Clark a mettersi a dettare il passo, mentre Surtees ha un problema e retrocede fino al 13° posto. Hill quindi amministra in quarta posizione e sembra avere il titolo in tasca. Il terzo incomodo però è l'altro pilota della Ferrari, Lorenzo Bandini, che al 31° giro lo tampona e lo manda in testacoda, obbligandolo ad una sosta ai box che gli fa perdere posizioni e secondi preziosi.

A questo punto, anche se Surtees rimonta fino al quarto posto, sembra praticamente fatta per Clark. Sembra solamente però, perché il vero colpo di scena arriva a tre giri dal termine, quando il motore della sua Lotus va in fumo come le sue chance iridate, costringendolo ad arretrare fino alla quinta posizione.

Hill, dunque, si ritrova ad essere virtualmente campione del mondo, pur essendo solamente in 11° posizione con un distacco di due giri, perché Surtees è risalito fino al terzo posto, ma ha bisogno almeno della seconda piazza per superarlo. Ancora una volta a metterci lo zampino è quindi Bandini, che cede la piazza d'onore al compagno di squadra, che diventa il primo campione del mondo di entrambe le discipline della storia, restando poi anche l'unico fino ad oggi.

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