"Siamo stati coerenti con il nostro pensiero e lo abbiamo portato avanti da Melbourne a Silverstone: le gomme Pirelli avevano preso troppa importanza nelle prestazioni e abbiamo fatto sentire la nostra voce, anche se nel frattempo avevamo vinto tre gare". Christian Horner spiega all'inglese
Autosport che l'azione della
Red Bull Racing contro le coperture 2013 della Pirelli è stata portata avanti alla luce del sole, dicendo in pubblico quello che molti sussurravano solo in privato.
Peccato che ci sono volute prime le delaminazioni di pneumatici in Bahrein e in Spagna e poi la sequenza di esplosioni di coperture a Silverstone per spingere la FIA e la Pirelli ad una drastico cambiamento. E nel mezzo c'è stato anche il test segreto della Mercedes...
"In realtà non credo che con la variazione delle gomme siano cambiati i valori in campo. Penso solo che sia meglio per la Formula 1: abbiamo visto piloti che erano in grado di spingere molto di più in gara: questo credo sia positivo".
Horner ha una bella faccia tosta: lo sanno anche i sassi che la Red Bull Racing dal ritorno alle carcasse del 2012 ha tratto un grosso vantaggio e pagarne le spese sono soprattutto
Ferrari e Lotus, guarda caso le due squadre che inseguono Sebastian Vettel in testa alla classifica mondiale. L'inglese ha vinto una battaglia politica giocata sulle gomme che ha avuto la Pirelli come vittima sacrificale. Ed è chiaro il segno di quanto sia calato il potere politico della Ferrari nel Circus. Con
Enzo Ferrari il cambiamento delle regole durante la stagione non sarebbe mai passato...
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