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F1 | Horner: "Il guaio al motore è costato a Perez 0"5 al giro"

Christian Horner ha svelato che il guasto a un sensore di un cilindro nella power unit di Perez al GP di Miami è costato al messicano circa mezzo secondo al giro. Ecco perché non è riuscito ad attaccare Sainz.

Sergio Perez, Red Bull Racing, Christian Horner, Red Bull Racing Team Principal

Sergio Perez, Red Bull Racing, Christian Horner, Red Bull Racing Team Principal

Red Bull Content Pool

Red Bull Racing si sta godendo la terza vittoria stagionale, quella arrivata ieri al Gran Premio di Miami firmata da Max Verstappen davanti alle Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr. Eppure il risultato del team di Milton Keynes avrebbe potuto essere più rotondo se Sergio Perez non avesse riscontrato un problema al motore che gli ha precluso la possibilità di attaccare Sainz ed entrare in zona podio.

Una volta rientrata la Safety Car, Perez si è trovato in pista con un set di gomme Medium nuove contro i primi tre che, invece, avevano mescole Hard e con ormai diversi giri sulle spalle. Il guaio al motore provocato da un sensore di un cilindro non ha permesso al messicano di sfruttare il potenziale della sua monoposto, né il vantaggio di gomme.

Questo lo ha portato a chiudere in quarta posizione, alle spalle del compagno di squadra Verstappen e delle Ferrari. Il guasto al sensore si è rivelato per Red Bull in un vero e proprio rimpianto, perché l'ex pilota della Racing Point avrebbe avuto grosse opportunità di entrare in zona podio e addirittura di regalare al team una clamorosa doppietta dopo quella ottenuta due settimane fa a Imola.

Christian Horner, team principal della Red Bull, ha stimato che il guasto sulla power unit di Perez è quantificabile in circa mezzo secondo al giro. Un'enormità, soprattutto considerando quanto Red Bull e Ferrari siano tutto sommati vicine nelle prestazioni in questa prima parte della stagione.

"Abbiamo avuto un problema al motore di Checo. Un guasto al sensore di un cilindro. Ha perso davvero un sacco di tempo quando il problema si è verificato. Ha perso circa 20 kW di potenza. Per questo motivo, pur avendo un vantaggio di gomme nei confronti di Sainz alla ripartenza, non è riuscito a recuperare sui primi".

Carlos Sainz, Ferrari F1-75, Sergio Perez, Red Bull Racing RB18

Carlos Sainz, Ferrari F1-75, Sergio Perez, Red Bull Racing RB18

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

"HRC ha fatto un buon lavoro e ha permesso a Checo di continuare la gara, finendola. Penso che avrebbe potuto cogliere il secondo posto senza il problema, perché il guaio gli ha tolto mezzo secondo al giro di prestazione. Sarebbe tornato rapidamente nelle prime posizioni".

Horner ha anche ammesso che Perez sia andato molto vicino al ritiro proprio a causa del sensore del cilindro malfunzionante. HRC è però riuscita a trovare una soluzione momentanea in gara, permettendo al pilota di continuare e terminare la gara, portando a casa punti importanti per la lotta al Mondiale Costruttori.

"Checo è stato davvero molto vicino al ritiro. Abbiamo dovuto cercare di aggirare il problema al sensore. E' qualcosa su cui dovremo lavorare a stretto contatto con HRC per provare e capire le misure da prendere per fare in modo che cose del genere non accadano più in futuro".

"Non credo che le RB18 siano particolarmente fragili. Penso che sino a ora ci abbiano rallentato cose fastidiose che si sarebbero viste nei test pre-stagionali e che, invece, si sono verificate all'inizio della stagione. Per cui è stato frustrante. Ma stiamo lavorando davvero a stretto contatto con HRC. Ci stanno dando un grande supporto. Quindi penso che riusciremo a risolvere i nostri guai".

Infine, Horner ha anche parlato del lavoro fatto dal team nella preparazione delle RB18. A fare la differenza in gara è stato l'assetto dedicato - con predilezione alle velocità di punta sui rettilinei - che in una pista come Miami sono stati la chiave della vittoria ottenuta da Max Verstappen.

"Credo che il set up che abbiamo scelto abbia fatto la differenza in gara. Abbiamo abbastanza velocità sui rettilinei per difenderci e attaccare. Dunque abbiamo deciso di prediligere un assetto che ci permettesse di fare tutto questo e credo che sia stata la scelta corretta in questo weekend", ha concluso il manager della Red Bull.

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