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Horner duro: "I pit stop più lenti? Solo per rallentarci"

Il team principal della Red Bull ha preso male la direttiva tecnica della FIA che imporrà dei tempi di reazione nelle manovre durante il cambio gomme. Christian: "La verità è che se non riesci ad essere battuto, la cosa più logica per gli avversari è rallentarti, come sta accadendo in questo caso”. Secondo l'inglese l'ispiratore di questi provvedimenti è stato Toto Wolff della Mercedes.

Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Dopo l’ala posteriore flessibile e la questione ‘pressioni’ degli pneumatici, ecco una terza puntata del confronto a tutto campo tra Red Bull e Mercedes.

Una direttiva tecnica, consegnata alle squadre alla vigilia della trasferta di Spielberg, ha chiarito alcuni punti in merito alla procedura dei cambi gomme.

A partire dal Gran Premio d’Ungheria la FIA imporrà il rispetto di alcuni parametri da rispettare tra le varie operazioni svolte durante i pit-stop, al fine di scongiurare la presenza di sistemi automatizzati e per cercare di mantenere uno standard di sicurezza elevato.

Dietro questa indicazione della Federazione Internazionale la Red Bull ha visto un attacco alla sua leadership, come spiegato senza mezzi termini da Christian Horner.
“Abbiamo ottenuto il record mondiale nei pit-stop – ha sottolineato il team principal della Red Bull – e da anni ci siamo sempre confermati velocissimi. Trovo deludente che ci venga imposto di rallentare, visto che già oggi c’è una penalità molto pesante per chi dà il via alla monoposto con una o più ruote non fissate al meglio. La verità è che se non riesci ad essere battuto, la cosa più logica per gli avversari è rallentarti, come sta accadendo in questo caso”.

“Penso che la Formula 1 sia l’apice delle competizioni – ha proseguito Horner - e credo che vedere un pit-stop completato in meno di 2 secondi sia un’impresa straordinaria che andrebbe incoraggiata e non rallentata. Tra un po' ci diranno come dobbiamo camminare nei box, come dobbiamo sederci sui muretti o come ci dobbiamo vestire…”.

Toto Wolff, presente insieme a Horner nella conferenza stampa dei team principal, ha commentato con poche parole, premettendo che la nuova direttiva tecnica è lunga e complessa e non ancora a lui del tutto chiara:
“Ci sono sempre dei motivi che portano a formulare o correggere delle normative tecniche. Siamo in un contesto molto competitivo, ma non dobbiamo perdere di vista la sicurezza, ed abbiamo visto che a volte ci sono state delle falle nel sistema. I pit-stop veloci sono belli da vedere, ma non credo alla fine due o tre decimi possano fare una grande differenza”.

La linea di Horner non è cambiata quando si è passati ad un altro argomento, ovvero la flessibilità delle ali anteriori, una questione ancora aperta.
“Si è parlato molto delle ali posteriori – ha sottolineato - e la nostra monoposto ha risposto ai test chiesti dalla FIA. Ma è palese come non sia stato indagato allo stesso modo l’argomento relativo alle ali anteriori. Crediamo che ci debba essere uniformità”.

“È evidente che ci sono diverse attività indirizzate contro di noi – ha concluso Horner - ma questo succede quando sei molto competitivo. Si cerca di rallentare la macchina più veloce, è così in questo ambiente, ma non ci perdo del sonno al riguardo”.

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