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Hamilton: quando la media diventa un fatto di eccellenza

Scopriamo quali sono stati i motivi che hanno permesso a Lewis Hamilton di beffare il compagno di squadra Valtteri Bottas nell'ultimo run della qualifica del GP del Portogallo. La Mercedes ha interpretato alla perfezione le condizioni della pista dell'Algarve consentendo ai piloti di giocarsi la partenza al palo con le medie, soluzione che ha tentato con successo solo la Ferrari con Leclerc. Il pneumatico giallo sarà un vantaggio anche in gara.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11, arriva nel parco chiuso dopo aver conquistato la Pole

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11, arriva nel parco chiuso dopo aver conquistato la Pole

Sam Bloxham / Motorsport Images

Appena terminate le qualifiche in Algarve l’aspetto più discusso nel paddock è stato indubbiamente quello relativo al rendimento degli pneumatici. Non tanto per la pole position conquistata con gomme medie (anche nel Gran Premio del 70mo anniversario era accaduta la stessa cosa) quanto per l’improvvisa perdita di certezze sul rendimento degli pneumatici che ha reso la Q3 una sessione davvero atipica.

In tempi recenti non era mai accaduto di ascoltare nel momento clou per l’assalto alla pole position frenetici scambi di opinioni tra piloti ed ingegneri sulla mescola da utilizzare per l’ultimo ‘run’ della sessione. Ma oggi a Portimao si sono intrecciati tanti fattori che hanno fatto vacillare molte delle certezze su cui le squadre pianificano il lavoro.

Come accade spesso, in Q2 le due Mercedes sono scese in pista con gomme medie, scelta condivisa anche dalla Ferrari, e i riscontri cronometrici sono stati molto buoni, con Valtteri Bottas che ha abbassato il tempo ottenuto da Lewis Hamilton nella Q1 con gomme soft. Il crono del finlandese (1’16”466) ha convinto la Mercedes che la performance tra le due mescole fosse equivalente, lasciando ai piloti la scelta nel ‘run’ conclusivo della Q3.

“Di solito restiamo sulla soft per tutta la Q3 – ha spiegato Hamilton – ma la media mi offriva l’opportunità di fare un giro in più e ho deciso di provarci. Valtteri fino a quel momento era andato molto, molto forte, e mi serviva provare qualcosa di diverso”.

A differenza di Hamilton, Bottas è però entrato in pista un minuto dopo il suo compagno di squadra scegliendo di fare un solo giro, ed ottenendo comunque un tempo più veloce rispetto al primo tentativo di Hamilton. Ma nella tornata conclusiva Lewis ha messo a segno il colpo, soffiandogli la pole position.

“Sapevo che sarebbe stata molto, molto difficile – ha confessato Hamilton – e ho dovuto limare centesimi in ogni curva. Fortunatamente sono riuscito a togliere qualche centesimo nell’ultimo settore e ce l’ho fatta per un soffio”.

Una scelta ‘diabolica’ quella di Lewis, che ancora una volta ha confermato di avere una visione incredibile del contesto, ed una freddezza che non accusa crepe, anche quando non sembra la giornata giusta. Ed oggi sembrava davvero essere il giorno di Bottas (più veloce del compagno sin dai primi giri percorsi venerdì mattina) e per questo motivo a fine sessione Valtteri ha accusato parecchio il colpo.

Perché la ‘media’ è andata più forte?

Indubbiamente la Mercedes ha confermato il solito (ottimo) pacchetto tecnico, ed oggi il DAS è stato uno strumento prezioso per mandare in temperatura le gomme. La scelta di non usare il dispositivo (ieri non era montato sulle due monoposto) è subito rientrata dopo la sessione FP2 a causa delle difficoltà riscontrata nel portare in temperatura gli pneumatici ed infatti oggi Bottas ed Hamilton sono stati gli unici a potersi lanciare per il giro veloce subito dopo l’outlap, mentre gli avversari hanno percorso due giri prima essere pronti a spingere al massimo.

Ma la risposta sulla performance della gomma media (vero enigma di giornata) va cercata ovviamente altrove, considerando che in Portogallo la ‘gialla’ è la C2, ovvero la seconda mescola più dura della gamma Pirelli.

Sul circuito dell'Algarve sono emersi molti fattori che hanno determinato un contesto atipico, ad iniziare dal nuovo asfalto.

L’evoluzione della pista su un asfalto fresco è condizionata dal rilascio di bitume che influisce sull’aderenza, a prescindere dalla mescola, poi durante la Q3 c’è stato anche un repentino cambio della temperatura passata dai 34 gradi iniziali a 28. Ed anche il vento ha fatto la sua parte, visto che i tempi della Q3 sono risultati mediamente più lenti della Q2, come testimoniano i due decimi tra la pole di Hamilton e il miglior crono di Bottas nel turno precedente.

C’è però anche un ulteriore aspetto, legato alla conformazione della pista. Il tracciato di Portimao (ad alta severità) espone le gomme a grandi carichi longitudinali e trasversali, che determinano un movimento degli pneumatici.

Il feeling che avvertono i piloti con una mescola più dura è migliore rispetto ad un compound più soffice, e questo aspetto aumenta la confidenza di chi è alla guida nonostante sulla carta sia la gomma soft a garantire un maggior grip.

I riscontri emersi in qualifica impatteranno non poco anche sulle scelte della strategia di gara in vista di domani. Solo tre monoposto (tra coloro che scatteranno nella top-10) prenderanno il via con gomme medie, le due Mercedes e la Ferrari di Leclerc, ed il vantaggio potrebbe essere notevole considerando che la soft (montata dal resto dei piloti nelle prime cinque file) accuserà un maggior degrado.

Solitamente questo aspetto è compensato da un ritmo migliore garantito fino al primo pit-stop, ma alla luce di quanto emerso oggi potrebbe non essere così. L’unica controindicazione, per chi scatterà con le medie, sarà il tempo necessario a raggiungere la corretta finestra di temperatura, operazione che con le ‘gialle’ richiede più tempo. Mercedes per sopperire a questo problema potrà contare sul DAS, ma Leclerc solo su sé stesso.

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