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Intervista

Hamilton: "La meditazione mezzo per arrivare al meglio"

L'epta campione del mondo continua a mettersi a nudo. Nella seconda parte della bella intervista concessa a un ristretto numero di giornalisti, Lewis ha cercato di dare uno spaccato della sua esistenza al di fuori degli autodromi. L'inglese è grato ad Angela Cullen, la sua fisioterapista che ha diviso con lui molto tempo nel Principato durante il lockdown. Hamilton è un uomo in continuo cambiamento che vuole dare il suo contributo alla società.

Pol Sitter Lewis Hamilton, Mercedes-AMG Petronas F1 e Angela Cullen, Lewis Hamilton festeggiano al Parc Ferme

Andy Hone / Motorsport Images

Il mondo delle corse è un contesto che si può vivere h24, ci sono addetti ai lavori che hanno trascorso una vita intera calati in un contesto che amavano ed amano. Una scelta rispettabile, e sotto certi aspetti fortunata, perché svolgere un lavoro che rappresenta anche la propria passione non capita a tutti. Non deve però essere considerato un dogma, e Lewis Hamilton ne è la dimostrazione.

Si può arrivare ad ottenere risultati straordinari anche vivendo in modo differente, dando spazio ad altri contesti molto distanti dalla realtà del motorsport.

Si può condividere o meno, ma Hamilton sta proponendo uno stile di vita molto diverso rispetto a quelli dei suoi avversari, una scelta inattaccabile visto il rendimento che sta garantendo in pista.

Dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza in pista (h24) Lewis da diversi anni sta esplorando il mondo, la vita, sé stesso. Un percorso che lo ha rafforzato, come pilota e come uomo, senza intaccare quello che è stato e sarà sempre: un pilota.

Ad inizio stagione hai parlato della tua continua ricerca verso la “messa a fuoco” perfetta. Ci sei riuscito?
“Ci sto ancora lavorando. Sto praticando la meditazione, ed una cosa che pensavo non sarebbe stata molto utile, ma è necessario fare esperienze diverse. Sto leggendo molto, frequento tanti amici, ed ognuno di loro è una persona diversa con i propri modi di affrontare le cose".

"Recentemente ho iniziato a provare lo yoga, ma non è una cosa che mi ha appassionato subito e poi… mio padre ottiene risultati migliori dei miei e questo mi frustra un po'. Ma ogni esperienza mi serve per capire qualcosa in più di me stesso, ho letto alcuni libri che ho trovato di grande aiuto facendomi conoscere degli aspetti nuovi per valutare i miei livelli di energia e come reagisco a ciò che mi accade".

"È un processo che va avanti, so che posso migliorare conoscendo sempre più me stesso, sono ovviamente tutt'altro che perfetto, ma posso anche dire che ho migliorato molto la mia vita quotidiana, dall’utilizzo delle mie energie alla gestione del tempo”.

Quello che stiamo vivendo è un anno molto particolare, tu stesso hai dovuto vivere a lungo nella tua ‘bolla’ con Angela (Cullen, trainer e assistente di Hamilton). Quanto ha influito su di te questa situazione?
“Si, ho passato molto tempo con Angela, e grazie a Dio ho potuto contare su di lei! Ha una famiglia, e ho cercato di farla tornare a casa quando è stato possibile. Di solito non è facile trascorrere tanto tempo con una persona, ma posso dire che siamo davvero grandi amici e lavoriamo molto bene".

"Inoltre facciamo tante cose insieme: paracadutismo, surf, corsa, palestra ed anche yoga e meditazione, siamo molto allineati in termini di cose che amiamo fare. Abbiamo entrambi una dieta a base vegetale, e condividere certe scelte consente di imparare tante cose insieme”.

Hai trascorso molto tempo a casa…
“È stata la prima volta in assoluto in cui sono riuscito a trascorrere davvero molto tempo a casa! In inverno sono sempre andato in montagna per un certo periodo, in quella che reputo la mia casa principale perché lì ho condiviso tanti bei ricordi con amici e familiari, ma alla fine è sempre stato per un periodo di tempo non così lungo".

"Ho trascorso il lockdown a Monaco, che è sempre un luogo che chiamo ‘casa’ ma nel quale non avevo così tanti ricordi, ed ho avuto finalmente la possibilità di trascorrervi un bel periodo. Non tutto è stato facile, ma ho avuto molte cose diverse su cui concentrarmi, sono riuscito a trovarmi a mio agio da solo con me stesso, ho trovato una sorta di pace, sono stato… semplicemente felice, e sono stato in grado di concentrarmi sui punti deboli dell'allenamento”.

Che obiettivi hai ora? Stai definendo il tuo futuro?
“Sto iniziando a vedere scorci del mio futuro, almeno, ho questa sensazione. Corro da quando avevo otto anni e dentro di me sarò sempre un pilota, anche quando deciderò di smettere".

"Negli ultimi anni non ho nascosto i miei punti deboli, le persone vicine a me conoscono il mio lato vulnerabile e vedono che sono umano. Qualche giorno fa sono andato in spiaggia con Angela e ad un certo punto ha dovuto sbrigare alcune cose così mi sono fermato a guardare il mare. Lo faccio spesso, sono grato per ogni giorno che vivo".

"I ritmi della vita a volte ci portano a non prenderci un momento per noi stessi, che è quello per cui ho deciso di intraprendere un percorso di meditazione. Diamo per scontato ciò che abbiamo, e tornando alla spiaggia di cui parlavo, ho pensato a quanta bellezza ci circonda su questo pianeta".

"Mi sono detto spesso che non voglio, non voglio che il mio tempo in questa vita sia solo mirato al divertimento, voglio anche aiutare e avere un impatto positivo. Aiutando anche un solo bambino che è in difficoltà dà un senso a tante cose, recentemente ho incontrato un ragazzo che mi ha raccontato di essere alle prese con la depressione, così poco dopo gli ho mandato dei messaggi e questa piccola cosa ha iniziato a dargli fiducia".

"Le corse per me sono importanti, lo so bene, ma ci sono anche molte altre cose che si possono fare, e voglio provare ad aiutare qualcuno che ne ha bisogno, ci sono tante persone fantastiche nel mondo che fanno grandi cose. Questo è il mio obiettivo”.

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