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Hamilton: guidare con l'intermedia come se fosse slick

Andiamo a scoprire quale è stata la strategia che ha portato i primi due piloti classificati nel GP della Turchia a completare la distanza con un solo pit stop, puntando sulle gomme intermedie per arrivare fino alla bandiera a scacchi, confidando che le scanalature si sarebbero consumate, trasformando il pneumatico in una sorta di slick capace di durare fino alla fine.

L'auto di Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11, 1nel parco chiuso

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Le condizioni in cui si è svolto il Gran Premio di Turchia hanno messo a dura prova piloti, strateghi ed ingegneri. Una prova generale che ha esaltato la capacità di leggere una gara difficilissima, che alla fine ha detto molto legittimando Lewis Hamilton e la Mercedes vincitori con merito.

Eppure al ventesimo dei cinquantotto giri in programma Hamilton si trovava in quinta posizione, a 23 secondi dal leader Lance Stroll, e l’impressione generale è stata che Lewis fosse in modalità “campionato” dopo l’avvio disastroso di Valtteri Bottas. Il settimo titolo, di fatto, era già nelle tasche di Hamilton.

L'impressione si è rivelata errata. L’avvio di gara non è stato privo di difficoltà per Lewis e la Mercedes, ma era un ostacolo previsto dal box campione del Mondo.

La W11 è la monoposto che sviluppa in assoluto il maggior carico aerodinamico, un vantaggio notevole nella gestione delle gomme ma non nel tempo necessario per raggiungere la temperatura d’esercizio degli pneumatici posteriori, come emerso già nel corso delle qualifiche, dove Hamilton e Bottas hanno faticato molto più del previsto. Il sistema DAS in questi casi non può far nulla:

“È come provare a spegnere un incendio con una bottiglia d’acqua - ha commentato un addetto ai lavori – se hai a che fare con una fiammella puoi intervenire e risolvere il problema, altrimenti serve a poco”.

In più il DAS agisce solo sull’asse anteriore, mentre il problema di warm-up è stato per lo più su quello posteriore.

Una volta ‘accese’ le gomme Hamilton ha impostato un passo veloce ma non irresistibile, e non perché la W11 non potesse avere un ritmo migliore, bensì per preservare la temuta gomma anteriore destra.

Le condizioni della pista hanno reso impossibile stimare la quantità di giri percorribile con un set di pneumatici, perché impossibile era prevedere quanto la pista si sarebbe asciugata. Con un treno di gomme da bagnato si può coprire la distanza di un Gran Premio nel caso in cui la pioggia continui a cadere, ma qualora la traiettoria ideale diventi più asciutta, dopo pochi giri gli pneumatici diventano inutilizzabili.

A metà gara Lewis ha puntato sul singolo pit-stop

A metà gara le gomme intermedie (che tutti hanno montato tra il sesto ed il dodicesimo giro) hanno evidenziato problemi di graining, a cominciare dal leader Stroll che nel corso dello stint ha spinto parecchio (peccando un po' d’inesperienza) ma anche a causa delle caratteristiche della Racing Point, che rispetto alla W11 campione del Mondo mette più energia sugli pneumatici come mostrato in modo evidente in qualifica.

È in questa fase che Hamilton e la Mercedes hanno deciso che non avrebbero effettuato il secondo pit-stop.

Lewis ha più volte chiesto di provare a fare qualcosa vista la sua posizione di classifica, che in genere è un messaggio chiaro per provare a variare la strategia rispetto a chi è davanti.

La valutazione fatta dalla Mercedes si è basata sulle condizioni dell’asfalto, rimasto sì umido, ma che giro dopo giro ha ovviamente visto ridursi la quantità d’acqua soprattutto in traiettoria.

Dopo il primo pit-stop, il set di intermedie ha avuto tempo per scaldarsi progressivamente senza ‘strappi’ alla gomma, essendoci ancora acqua in pista, ma venticinque giri dopo la situazione era differente e il rischio che nel warm-up il pneumatico nuovo si danneggiasse era concreto.

In quest’ultimo caso oltre ad esserci un degrado più veloce si pregiudica anche la possibilità di poter coprire gli ultimi giri con una gomma diventata progressivamente slick, come abbiamo visto fare a Hamilton e Perez. Se il warm-up non è corretto il degrado è molto più veloce e compromette la parte finale del ciclo di vita della gomma.

Il secondo pit solo per il rischio pioggia

Gli ultimi dieci giri di Hamilton e Perez sono stati tutt’altro che sereni, ma non per problemi legati alla sicurezza della gomma, quanto per la possibilità che nelle due tornate conclusive arrivasse la pioggia, eventualità data come possibile dai radar.

A tre giri dal termine la Mercedes ha valutato con Hamilton la possibilità di fermarsi per cautelarsi da questo rischio, perché se la pista si fosse bagnata la gomma ormai finita di Lewis non gli avrebbe consentito di restare in pista. Una possibilità che Lewis ha messo da parte, certo di poter gestire le ultime due tornate senza troppa ansia.

Alla fine Lewis ha tagliato il traguardo da vincitore completando ben 50 dei 58 giri in programma con un set di intermedie, dando prova di una grande capacità di gestione che nella giornata di ieri è stata determinante per la vittoria.

Una dote evidenziata anche da Perez (che di giri ne ha fatti 48), e non è un caso che i due soli piloti ad aver effettuato una sola sosta si sono ritrovati sui due gradini più alti del podio.

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