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F1 | Hamilton era laboratorio viaggiante per la W13. Ora è tornato

Hamilton ha sofferto nella prima metà del 2022, anche nei confronti di George Russell. E' stato scoperto che il 7 volte iridato abbia fatto da laboratorio per aiutare il team a capire la W13. Ora è tornato a pensare solo a se stesso e i risultati si vedono.

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Gran Premio dell’Emilia Romagna, quarta tappa del mondiale 2022. Al termine delle qualifiche Lewis Hamilton si ritrova quattordicesimo e manca il passaggio in Q3, come il suo compagno di squadra George Russell, comunque undicesimo e quattro decimi più veloce. La gara sprint non cambia molto, e le posizioni restano per entrambi invariate. Domenica, però, Russell rimonta fino al quarto posto, mentre Hamilton conclude malinconicamente la sua corsa in tredicesima posizione. Il ‘baby’ della Mercedes sale al quarto posto nella classifica provvisoria del mondiale, a quota 49 punti, mentre Lewis resta a quota 28.

Chi da anni aspettava il momento propizio affila le armi ed inizia a sparare contro il sette volte campione del mondo: “Sarebbe stato più saggio ritirarsi”, “Con Russell la vita è più dura, altro che Bottas”, e via dicendo. Sono trascorsi sei mesi da quel 24 aprile, ed oggi la situazione è ben diversa. Da quando il mondiale è ripreso, dopo la pausa estiva, Hamilton è stato sempre più veloce di Russell in qualifica, ed anche il suo rendimento in gara ha confermato una netta differenza rispetto al compagno di squadra. Sulla sua classifica di campionato, che lo vede ancora a -20 da Russell, pesano tanti episodi, come la strategia sbagliata clamorosamente dal box Mercedes a Zandvoort e l’incidente con Alonso al via del Gran Premio del Belgio.

Come spesso accade in Formula 1, alcune informazioni affiorano dopo qualche mese, e la storia dell’avvio di 2022 della Mercedes ricade in questo caso. Solo di recente è emerso che Hamilton nel primo terzo di stagione è stato un laboratorio viaggiante, uno strumento a disposizione degli ingegneri per cercare di venire a capo del progetto W13. Lo stesso Lewis alcuni fine settimana ha voluto provare setup estremi (come ad Imola) andando anche contro la logica pur di non rassegnarsi a quanto diceva la pista, ovvero che con la monoposto 2022 la Mercedes non sarebbe stata in grado di lottare per la vittoria.

C’è voluto un po' di tempo agli ingegneri e allo stesso Lewis per prendere atto di una realtà difficile, un tempo durante il quale Russell ha svolto un lavoro più ordinario, riuscendo a capitalizzare in più occasioni dei piazzamenti preziosi per la classifica generale. Dal Gran Premio del Canada Lewis e i suoi ingegneri hanno deciso di tornare a lavorare in un modo più concreto, ormai era chiaro che la W13 non sarebbe stata degna delle monoposto che l’hanno preceduta nella sede di Brackley, e si è cercato di portare a casa il possibile. Per Hamilton sono arrivati cinque podi consecutivi, ma soprattutto ha iniziato costantemente ad essere più veloce di Russell.

 

Con la stagione che volge al termine, emergono anche altri particolari, come ha voluto rivelare Toto Wolff. “La crescita di Lewis come uomo in questi anni è stata incredibile – ha raccontato il team principal della Mercedes – che sappia guidare divinamente è noto ed anche sotto gli occhi di tutti, ma quello che si vede meno è il suo ruolo all’interno della squadra. Quando le cose non vanno bene di solito i piloti tendono a deprimersi, ma con Lewis non è così. Più la situazione diventa difficile e più è presente con la squadra, raccoglie le persone intorno a sé, è lontanissimo dallo stereotipo del pilota ben pagato che terminata una gara saluta tutto con un ‘ci vediamo alla prossima’. E in questa stagione il suo approccio è emerso molto all’interno del team”.

“Posso dire che con Lewis ormai non è più una questione di cosa è previsto o meno dal contratto – ha rivelato Wolff – questo è un pilota che ormai è parte integrante della squadra, e come tutti gli altri membri del team rispetta l’input collettivo, si mette a disposizione usa tutta la sua esperienza per trainare il gruppo. Il suo è uno sviluppo fantastico, nonché bellissimo da vedere”.

Russell sta disputato un’ottima stagione, ma negli ultimi mesi ha capito che avere Hamilton come compagno di squadra non è una sfida abbordabile come apparso nelle prime gare del 2022. Da quando Lewis ha deciso di rassegnarsi alle bizze della W13, concentrandosi sul provare a tirare fuori il massimo da ciò che ha, lo scenario è cambiato. Ora è George a soffrire di più, anche se lo stesso Wolff ha ridimensionato le sue difficoltà: “Semplicemente non è contento della macchina, nel complesso non si sente a suo agio. Ad Austin ha iniziato bene, poi quando il vento è aumentato non ha più avuto la fiducia di inizio weekend. Ma non ho dubbi che tornerà ad essere dove era ad inizio stagione”.

Per Russell la convivenza con Hamilton rappresenta un ostacolo non indifferente nel breve periodo, ma allo stesso tempo è una grande opportunità. Non è solo questioni di dati telemetrici da confrontare, quanto di atteggiamento e di capacità di leadership. Non esiste scuola migliore nel paddock, e George può essere certo che il giorno in cui ci sarà il passaggio di consegne sarà indubbiamente all’altezza del compito. Russell dovrà però aspettare ancora, perché i segnali che Lewis valuta per capire se è giunto il momento di mettere la parola fine alla carriera più straordinaria nell’intera storia della Formula 1, dicono che quel giorno è ancora lontano.

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