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F1 | Haas rifiuta di restituire ad Uralkali le somme versate

La società russa ha chiesto la restituzione delle somme già versate per la stagione 2022, ma i vertici della Haas hanno deciso di trattenere i 13 milioni di dollari e vogliono chiedere anche un risarcimento di 8 milioni di euro.

Nikita Mazepin, Haas VF-22

Nikita Mazepin, Haas VF-22

Haas F1 Team

A seguito dell’invasione russa in Ucraina avvenuta il 24 febbraio scorso la Haas ha deciso di interrompere con effetto immediato il contratto di sponsorizzazione con Uralkali a causa degli stretti legami del proprietario della società, Dmitry Mazepin, con il presidente Vladimir Putin.

La scuderia americana, inoltre, ha concluso anche il rapporto con Nikita Mazepin decidendo di richiamare a bordo in tutta fretta Kevin Magunssen.

Lo sponsor russo ha chiesto alla Haas il rimborso della cifra pari a 13 milioni di dollari già versati, ma i vertici della scuderia si sono opposti a questa richiesta ed hanno a loro volta preteso un risarcimento di 8,6 milioni di dollari come “perdita di profitti”.

Lo scorso mese, subito dopo l’interruzione del contratto di sponsorizzazione, i responsabili di Uralkali avevano ammesso di voler valutare la possibilità di un’azione legale per ottenere indietro quanto già versato come sponsorizzazione.

“Poiché la maggior parte dei finanziamenti per la sponsorizzazione per la stagione 2022 è già stata trasferita ad Haas” recita il comunicato della società russa, “ed in considerazione del fatto che la squadra ha concluso il contratto prima dell’inizio della stagione 2022, Haas è venuta meno ad i suoi obblighi nei confronti di Uralkali e viene quindi chiesto il rimborso immediato delle somme versate ad Haas”.

In una successiva comunicazione la società russa ha scritto alla scuderia americana per contestare la rescissione del contratto e richiedere il rimborso delle somme già pagate in anticipo.

Tuttavia è emerso come la Haas abbia risposto formalmente alle richieste di Uralkali respingendo le pretese della società russa.

Nella lettera della scuderia americana, ci cui una copia è stata inviata a Motorsport.com, il team americano ha insistito sulla legittimità dell’interruzione del contratto a seguito della presenza di una clausola nella quale era specificato come lo sponsor non avrebbe mai dovuto “ferire, mettere in discussione, ridicolizzare o diminuire la reputazione pubblica e la buona immagine della Haas”.

Secondo i responsabili della squadra americana i legati di Mazepin con il Cremlino, e le sanzioni imposte dall’Unione Europea, hanno fatto scattare la clausola di discredito. Tuttavia nessuna sanzione era ancora stata applicata dall’Unione Europea quando il contratto è stato rescisso.

Nikita Mazepin, Haas F1 Team

Nikita Mazepin, Haas F1 Team

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

Nella lettera i responsabili della Haas hanno poi spiegato perché la somma versata da Uralkali non debba essere rimborsata.

“Secondo l'unanimità degli studiosi di diritto e secondo la giurisprudenza, la parte che termina l'accordo per violazione commessa da controparte non ha l'obbligo di restituire a quest’ultima ciò che ha già ricevuto in base all'accordo".

"La pretesa della Uralkali di ottenere il rimborso dell'acconto di 12.000.000 euro è quindi infondata ed è respinta".

Nella lettera è poi sottolineato come la Haas pretenda un risarcimento pari ad 8 milioni di euro per la perdita di profitti che il team avrebbe realizzato se l’accordo con Uralkali fosse proseguito. Inoltre la scuderia americana non consegnerà ad Uralkali nessuna monoposto di F1 guidata a Mazepin fino a quando non avrà ricevuto questo risarcimento.

La posizione della Haas ha lasciato Uralkali di stucco sia per la richiesta di risarcimento che per la volontà di trattenere le somme già versate dalla compagnia russa.

Una fonte ha dichiarato a Motorsport.com: “Tutti capiscono che il mondo si trovi in una situazione difficile, ma è ridicolo sostenere che la Haas abbia il diritto di tenere i soldi arrivati grazie ad un contratto che è stato rescisso unilateralmente. Sembra che a loro vada bene spendere soldi russi, addirittura ne chiedono di più, ma non voglio avere russi attorno”.

“È un trattamento davvero scioccate nei confronti di un title sponsor che si è fatto avanti lo scorso anno quando la squadra aveva estremo bisogno di risorse”.

I rappresentanti di Uralkali e Nikita Mazepin hanno rifiutato di fornire ogni commento sulla situazione ed identica posizione è stata presa dai vertici della Haas. Con ogni probabilità tutta la vicenda finirà in un’aula di tribunale a meno che la squadra americana non decida di fare marcia indietro.

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