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Grosjean: "Manovre pericolose? Le rifarei. E le faceva anche Max"

Il francese del team Haas spiega: "Non capita tutti i giorni di lottare in quelle posizioni. Ho dato tutto. Alla fine ho avuto solo un avvertimento".

Lando Norris, McLaren MCL35, duella con Romain Grosjean, Haas VF-20

Lando Norris, McLaren MCL35, duella con Romain Grosjean, Haas VF-20

Mark Sutton / Motorsport Images

Per buona parte del Gran Premio di Gran Bretagna Romein Grosjean ha recitto il ruolo del protagonista che non t'aspetti. Grazie a una strategia del team americano che ha lasciato il francese in pista durante la seconda Safety Car, Romain si è trovato a battagliare per il quinto posto.

Al termine della gara, però, la strategia non ha pagato, perché la vettura di sicurezza non è più stata chiamata in causa e per questo l'ex pilota della Renault è sprofondato in classifica. Grosjean è però stato protagonista di alcune azioni che sono rimaste negli occhi degli appassionati.

Non stiamo parlando di manovre decisive per completare un sorpasso, ma di strenue difese per evitare di subirli, i sorpassi. Due, in particolare, sono apparse non solo oltre i limiti consentiti dal regolamento sportivo, ma anche a quelli del pericolo.

Sia contro Carlos Sainz Jr che contro Daniel Ricciardo, Grosjean si è esibito in movimenti contestati in maniera pesante dai rivali. Resta nelle orecchie infatti il team radio dello spagnolo della McLaren, furibondo per l'atteggiamento in pista del pilota della Haas.

Eppure, nonostante gli indici puntati contro da Sainz e Ricciardo, Grosjean ha fatto sapere di non essersi affatto pentito delle manovre fatte, spiegando le sue motivazioni: "Qualche anno fa abbiamo voluto introdurre una regola sul fatto che non ci si potesse più muovere dal punto di frenata per potersi difendere. Venne fatto dopo qualche manovra di Verstappen, ma non c'erano regole a riguardo".

"Quindi sì, ho spinto un po' oltre il limite. Ho ricevuto un avvertimento, ma non mi pento di nulla. Sapete che ho solo cercato di fare del mio meglio. In entrambi i casi mi sono mosso in ritardo, ma ho sempre lasciato lo spazio alle altre monoposto".

"Sono d'accordo sul fatto che non possiamo spostarci così tardi, ma prima non c'erano vere e proprie regole. Verstappen, però, l'ha fatto tante volte durante le sue gare. Così ho pensato: 'Perché non farle anche io? Perché non posso approfittarne?'. Non capita tutti i giorni di correre in sesta e settima posizione in gara e ho dovuto dare tutto quello che avevo per potermi difendere".

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