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Ricciardo epico in Ungheria davanti ad Alonso

Superba anche la terza posizione di Hamilton, partito in pit lane, che finisce davanti a Rosberg

Daniel Ricciardo vince una gara epica con la Red Bull RB10 che regala alla Renault il secondo successo stagionale, zittendo le polemiche sull'inadeguatezza del motore francese. Il Gp di Ungheria riconcilia la Formula 1 con gli appassionati delle corse offrendo una gara di quelle che verranno ricordate negli annali per i sorpassi e le splendide battaglie. La Mercedes esce sconfitta dalla prova magiara, ma mostra uno straordinario Lewis Hamilton capace di salire sul podio dopo essere partito dalla pit lane con una W05 Hybrid che è stata rifatta nella notte dopo il rogo di ieri nelle qualifiche. E, infine, il capolavoro di Fernando Alonso che ha portato la Ferrari ad un inatteso secondo posto con la F14 T: lo spagnolo è stato magistrale sapendo gestire in maniera meraviogliosa una gara che ha visto a lungo la Rossa in testa alla corsa, ma alla resa dei conti l'asturiano si è dovuto arrendere all'indiscutibile superiorità dell'australiano.

Daniel Ricciardo conquista il secondo successo in carriera dopo quello del Canada, ma se a Montreal aveva ereditato la vittoria dalle magagne che avevano rallentato le frecce d'argento, in Ungheria il portacolori della Red Bull Racing ha costruito un'affermazione che resterà nella storia delle corse per la battaglia che ha saputo offrirci nelle battute finali. Il "canguro" sta mostrando una maturità da veterano e ogni volta che si presenta un'occasione ghiotta la sa cogliere con lucidità e freddezza. ha freddato Alonso a tre giri dalla fine e se n'è andata in una cavalcata solitaria, mentre alle sue spalle era show autentico.

La Formula 1 oggi ci mostra che non è così scontata come potrebbe essere: è bastato uno scroscio d'acqua prima del via che facesse saltare tutte le simulazioni studiate al computer per regalarci una gara dove ad emergere sono stati gli uomini, i piloti, i campioni, almeno quanto le macchine. Per una volta...

Non si spiegherebbe altrimenti il secondo posto di Fernando Alonso che ha saputo difendersi dagli attacchi delle due Mercedes che nelle ultime tornate si erano fatte molto agguerrite. Lo spagnolo ha disputato una prova perfetta (deve aver avuto una stretta al cuore quando ha tirato dritto a sette giri dalla fine alla curva 7), ma ha sempre saputo gestire la situazione potendo contare su una F14 T che questa volta è stata più costante che in altre situazioni.

L'asturiano ha coperto 32 giri nell'ultimo stint con le Pirelli Soft e nel finale aveva un passo che era diventato quattro secondi più lento di quello di Nico Rosberg che stava rimontando con le coperture più fresche, per cui alla fine ha dovuto cedere il passo solo alla Red Bull RB10. La Ferrari, quindi, trova una boccata di ossigeno prima della sosta estiva che potrà essere molto utile a impostare la seconda parte della stagione. La squadra del Cavallino si riprende il terzo posto nella classifica del mondiale Costruttori ai danni della Williams, rivelando un moto d'orgoglio che vale assai più dei sette punti che ora la separano dal team di Grove.

Questa volta, infatti, il bottino è stato rimpinguato anche da Kimi Raikkonen, sesto al traguardo: il finlandese, scattato 17esimo, non è stato entusiasmante in una gara thriller, ma finalmente ha messo insieme una prestazione che è utile a ridare morale ad Iceman, umiliato ieri dalle sconsiderate scelte del muretto in Q1.

Oggi abbiamo assistito a duelli durissimi, ma i campioni non sono mai arrivati a sportellarsi, lasciando lo spazio all'avversario di turno per restare in pista e riprovarci. I grandi non hanno avuto bisogno di usare le maniere forti fra di loro, mostrando capacità, sensibilità di guida e rispetto. Altri, invece, hanno dato modo di confermare la loro fama: Sergio Perez prima ha fatto uscire il compagno di squadra alla Force Indi, Nico Hulkenberg, e poi si è schiantato contro le barriere dell'ultima curva determinando l'ingresso della seconda safety car. 

Anche Sebastian Vettel ha commesso un errore nello stesso punto, ma il quattro volte campione del mondo ha saputo controllare la sua RB10 impazzita e ha solo sfiorato quelle barriere che il messicano ha quasi sfondato. E in quella situazione, la bravura a volte si mischia alla fortuna, ma non è casuale se il tedesco ha ripreso la corsa concludendola settimo a punti e Sergio ha fatto solo un'accozzaglia di danni. Certo, anche in Ungheria si sgretola l'ego del campione del mondo che patisce un compagno di squadra sempre sorridente, ma solido come un blocco di acciaio.

E le Mercedes? Sulla carta dovevano essere imbattibili e sono state battute. Il podio di Lewis Hamilton è frutto di una prestazione stupenda: l'inglese è partito con una monoposto che non aveva percorso un metro. Un plauso va al team Mercedes che ha saputo mettere in pista una W05 Hybrid senza gravi difetti. Lewis ha commesso un paio di errori nella fase bagnata (si è lamentato di nuovo dei freni, - ora sembra averne un complesso - ma non li aveva portati in temperatura...), e poi si è esaltato in una rimonta piena di sorpassi nella quale ha recuperato tre punti iridati su Nico Rosberg che ora è solo a 11 lunghezze.

Questa volta la squadra di Brackley non è stata come al solito perfetta con il leader del mondiale piloti: le chiamate dei pit stop sono state sbagliate e hanno penalizzato Nico che aveva il potenziale per vincere la corsa (ha colto il giro più veloce). Durante la seconda sosta non è stata aperta una presa dei freni anteriore (il meccanico che ci ha provato quasi ci ha rimesso una mano perché al pilota era stato dato l'ok per ripartire!). Sotto pressione, insomma, lo squadrone che sta dominando la scena può diventare vulnerabile.

In quinta posizione spunta Felipe Massa: prima della corsa la Williams aveva intimato al brasiliano di non rilasciare dichiarazioni e di cercare la massima concentrazione per portare finalemnte dei punti utili alla squadra di Grove. Felipe ha mantenuto le attese, facendo meglio di Valtteri Bottas relegato all'ottavo posto. I due piloti hanno cercato di sfruttare al massimo uno stint lungo con le gomme Medie e hanno raccolto meno di quello che poteva essere il potenziale della FW36 che punta a essere la erza forza del paddock.

Bella anche la prestazione di Jean-Eric Vergne che è stato in lotta per le prime posizioni con la Toro Rosso: il francese ha mostrato carattere e determinazione, arpionando due punticini iridati che sono preziosi per la squadra di Faenza, recentemente bersagliata da una serie di ritiri per mancamza di affidabilità. Franz Tost deve essere riuscito a rimettere le cose nei binari per ridare un po' di serenità al team romagnolo.

La McLaren si è "suicidata" con le sue mani costringendo i due piloti a rimontare le gomme intermedie dopo la prima safety car (causata dall'uscita di Marcus Ericsson con la Caterham), mentre tutti gli altri passavano coraggiosamente alle slick. A Woking devono aver scommesso sul ritorno della pioggia: hanno toppato la scelta e l'hanno pagata pesantemente. Jenson Button si è concesso un punticino, mentre Kevin Magnussen nemmeno quello, relegato a dodicesimo posto. Troppo poco per una struttura che si sente ancora un top team...

Da segnalare il botto di Romain Grosjean con la Lotus mentre la corsa era neutralizzata dalla safety car: il francesino ha fatto un errore da principiante in accelerazione, schiantandosi contro le barriere. Romain torna a fare degli sbagli non appena si è riacceso un interesse di mercato da parte della McLaren. Alla fine resterà alla Lotus, ma sotto pressione dimostra delle lacune che non ha colmato con l'esperienza.

La Formula 1 ora va in vacanza: in attesa che Flavio Briatore diventi il capo della commissione che dovrà discutere come rendere più divertente il Circus, ci siamo gustati un Gp pieno di emozioni e sorpassi. E se bastasse spegnere le radio prima del via?

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